Aha tensione per l'Enel che cambia

Aha tensione per l'Enel che cambia Fossa critica l'acquisto degli acquedotti, Bersani e Ruggiero difendono l'ente. I sindacati scrivono a D'Alema Aha tensione per l'Enel che cambia - - —— , r ., Venderà ventun centrali, 5000 iposti coinvolti ROMA L'Enel che cresce. L'Enel che dimagrisce. Comunque vada, l'azienda elettrica (di cui Franco Tato e Chicco Testa sono amministratore delegato e presidente) attira l'attenzione, tra forti critiche ma anche elogi. L'acquisizione da parte dell'Enel dell'Acquedotto pugliese e altri due acquedotti meridionali, con l'irruzione nel settore idrico, è difesa dal ministro dell'industria Pierluigi Bersani ma contostata dal sottosegretario ai lavori pubblici Gianni Mattioli, non convince il presidente della Confindustria Giorgio Fossa ma piace al presidente Eni Renato Ruggiero. L'operazione acqua arriva dopo che l'Enel ha comprato il 30% di Telepiù ed è lanciata nelle telecomunicazioni con wiini (arrivata a un milione di abbonati). Ma ieri la «Gazzetta ufficiale» ha pubblicato il decreto del presidente del consiglio in base al quale l'Enel venderà 21 impianti distribuiti in tre società con 15.060 megawatt di potenza, perdendo un terzo del parco produttivo e concretizzando il processo di superamento del monopolio e di liberalizzaziono dell'energia elettrica. Ma i sindacati sono preoccupati. Cinquemila dipendenti lasceranno l'Enel di cui il governo privatizzerà una prima quota (forse il 15%) nei prossimi mesi. Le prospettive dell'Enel, dice Bersani, sono «competizione sul mercato elettrico, dimagrimento nella produzione o nella distribuzione elettrica, investimenti e modernizzazione nel core business cosi come la riforma induce necessariamente a fare; diversificazione nei servizi e nelle tecnologie connesse». Bersani ricorda di aver «più volte detto» che l'avvio della «privatizzazione avrebbe acellerato sia la riforma elettrica sia nuovi progetti industriali». In particolare l'acquisizione degli acquedotti «serve ad incrociare interessi fondamentali per il paese». Dietro questa operazione «c'è la fiducia di poter efficacemente compiere una missione sociale quale portare l'acqua al Mezzogiorno attraverso una via industriale». Mattioli obietta però che, a suo parere, «gli interessi societari di un'Enel privatizzata non necessariamente coincideranno coi compiti» che gli acquedotti «devono svolgere» nel Mezzogiorno. Mattali manifesta «pieno appoggio alla richiesta del ministro dei lavori pubblici Micheli di garanzie per l'interesse pubblico». Fossa dà un riconoscimento al vertice dell'Enel, parlando di «scelta che dimostra ancora una volta la grande abilità e capacità professionale del management della società elettrica». Ma sostiene che l'operazione dimostra anche di nuovo «le contraddizioni del governo». Ruggiero ritiene invece «giusto che una società come l'Enel punti alla diversificazione». E se l'Enel chiedesse all'Eni parte della Snam entrando nel gas? «Stiamo lavorando alla liberalizzazione del settore, vedremo che cosa comporterà» risponde Ruggiero. Una delle associazioni dei consumatori, l'Amie, esprime poi con il presidente Vincenzo Donvito il timore che il passaggio degli acquedotti all'Enel apra «la stagione dei prezzi alle stelle» per servizi come l'erogazione dell'acqua. E l'allargamento del raggio d'azione lascia perplesso il segretario confederale Uil Paolo Pirani che invita a fare attenzione al fatto che «il tutto si finanzia con la bolletta elettrica e non con l'abbonamento a Telepiù». Parallelamente vanno avanti le procedure per la vendita di centrali come Brindisi Nord, Tor Valdaliga e Fiume Santo e localizzate in tutta Italia. I sindacati degli elettrici hanno scritto una lettera a Bersani e al ministro del tesoro Giuliano Amato sollecitando garanzie. «Mancano ancora informazioni sull'azionariato dei dipendenti e garanzie sulla clausola sociale» afferma Arsenio Garosi, segretario della Flaei-Cisl. Carosi giudica «singolare» mettere sul mercato impianti che «hanno un futuro con progetti di riconversione e di impatto ambientale già approvati». Ir.r.J W Franco Tato, amministratore delegato dell'Enel

Luoghi citati: Brindisi, Fiume Santo, Italia, Roma