Tentacoli italiani per ii Russiagate di Giovanni Bianconi

Tentacoli italiani per ii Russiagate Tentacoli italiani per ii Russiagate Un giudice vuol interrogare il faccendiere Berlin in eh retroscena Giovanni Bianconi ROMA H'inizio del '99, quando gli inquirenti italiani hanno hiesto per la prima volta notizie della società Benex International Co. Inc. di Forrest Hills, New York, la risposta dagli Usa «dopo accurati accertamenti esperiti dal Fbi e attraverso l'archivio "Dun 8- Bradstreet" del Dipartimento delle Dogane» - fu che ufficialmente non esisteva. Oggi, alcuni mesi e molte indagini dopo, si sa invece che la Benex esiste ed è uno dei cardini del «Russiagate»: attraverso i conti della società presto la «Bank of New York», infatti, sarebbero transitati milioni di dollari prevenienti dall'ex Unione Sovietica. Il responsabile della Benex si chiama Peter Berlin, un ttiocendiere russo diventato cittadino statunitense, marito in seconde nozze di Lucy Edwards, vicepresidente della filiale londinese della «Bank of New York», licenziata proprio in seguito allo scandalo dei fondi neri arrivati da Mosca. Oltre alla magistratura americana, c'è pure un giudice italiano interessato a conoscere e interrogare il signor Berlin: si chiama Daniele Barberini, fa il sostituto procuratore a Rimini e da qualche tempo è applicato alla Direzione distrettuale antimafia di Bologna. Barberini indaga sulla mafia russa in Italia, ha scoperto una banda che traffica con gli Stati Uniti e la Lituania facendo base nelle Marche, a Fano, e a febbraio ha mandato in galera una decina di persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, sequestro di persona, e altri reati. L'anello di congiunzione con il «Russiagate» sta nel fatto che tre di questi Sresunti mafiosi di origine russa anno dei conti correnti presso due banche italiane - la filiale Fano 1 della Banca di Roma e la filiale di Riccione-Fontanelle del Credito Cooperativo Ospedaletto alimentati da dollari versati proprio dalla Benex. Di qui l'interesse per la società americana, che gli investigatori d'Oltreoceano considerano ora legata al presunto boss della mafia russa Semyon Mogilevich. All'inizio dell'estate Barberini e volato a New York, e in un ufficio del Fili ha incontrato il procuratore federale Sten. Ha chiesto se era possibile porejuisire la sede della Benex, e la risposta è stata un garbato ma fermo «no». Al momento Sten non gradisce interferenze perché proprio sulla Benex si accentrano le indagini sue e dell'Fbi: il sospetto è che sia un collettore di denaro proveniente dalla criminalità organizzata russa e poi girato in vari Paesi sparsi per il mondo, e che copra un traffico di droga tra gli Stati Uniti e l'Italia. L'intenzione del procuratore federale era quella di interrogare il signor Berlin non appena fosse rientrato negli Usa dalle ferie, per farsi spiegare i molti misteri legati alla sua società. L'indagine italiana approdata presso uno dei santuari del «Russiagate» deve quindi aspettare, la rogatoria si potrà fare solo in seguito. Ma nell'attesa, gli investigatori americani hanno comunicato che i conti della Benex presso la «Bank of New York» vengono alimentati ogni due settimane, all'incirca, con trecento milioni di dollari provenienti dalla Russia: un altro indizio che fa ritenere come la società sia una vera e propria centrale del riciclaggio del fiume di denaro che arriva dall'ex-Unione Sovietica, sia esso frutto delle attività della mafia russa oppure - alla luce delle indagini condotte in Svizzera e negli Usa - capitale pubblico «distratto» dall'utilizzo originario. Solo più avanti, se e quando la sede della Benex sarà stata aperta al magistrato italiano, si potrà capire come l'Italia entra in questo complicato intrigo internazionale. Di certo, per adesso, c'è che quel gruppo di boss sgominato dalla polizia di Rimini e dal pm Barberini ha sicuramente un legame con la stesa società implicata nel versante americano dello scandalo che a Mosca sta facendo traballare Boris Eltsin. I capi della banda «italiana» sono Boris Rizner, trentaquattrenne nato in Ucraina e residente a Fano, e Yossif Aronovish Roizis, 52 anni, nato anche lui in Ucraina ma diventato cittadino statunitense, ufficialmente residente a New York, arrestati in Italia a febbraio. Tra le altre cose sono accusati di estorsione contro commercianti e imprenditori russi che operano nelle Marche, ma il gip di Bologna che li ha mandati in galera scrive che la loro banda è collegata «con altre associazioni di tipo mafioso dei Paesi dell'ex-Urss denominate Solntsevo, Urahnash e Koptskaija». Roizis è conosciuto negli archivi della polizia mondiale con ben sette «alias», e negli ambienti criminali russi ha un soprannome temibile: «Ludoyed», il cannibale. Già nell'86 era emerso il suo nome in un traffico di droga tra l'Italia e gli Usa; arrestato più volte s'era anche deciso a collaborare con la magistratura, ma gli investigatori ritengono che finora abbia detto solo una minima parte di quello che sa, scaricando sempre su altre persone le principali responsbauità. Il conto in dollari numero 2500438 della filiale Fano 1 della Banca di Roma, alimentato anche da denaro proveniente dalla Benex, è intestato a lui e alla moglie Bronia. «E' da ritenere - scrive il magistrato nell'ordine di arresto • che parte delle ingenti somme pervenute sui conti italiani siano il provento di attività di "protezione" nei confronti di commercianti russi». Boris Rizner detto Bor o Borja, invece, ha due conti correnti presso il Credito Cooperativo Ospedaletto di Riccione, e su quello chiamato Cpv3/1165, la Benex ha versato circa 700.000 dollari. Il magistrato avverte che questi versamenti sono gli unici riconducibili a una società identificata; «per gli altri, contrassegnati da una sequenza alfanumerica, non abbiamo nemmeno questa possibilità». Stesso discorso per un altro conto della medesima banca, il Cpv3/1154, intestato a Vladimir Zabolotsky detto Volodia, 34 anni, residente a Mosca ma domiciliato a Fano, che dalla Benex s'è visto accreditare poco più di un milione di dollari. Al di là della richiesta di attendere per entrare dentro la Benex, comunque, le scoperte della magistratura italiana hanno interessato non poco il procuratore federa)e Sten; e quando ha saputo che Roizis è u f lì c i al e m me un «collaboratore di giustizia» ha consegnato al collega italiano una foto di un altro russo arrestato negli Usa, responsabile di una società in affari con la Benex e sospettata di traffico di droga, per far chiedere all'uomo chiamato «il cannibale» se lo conosce e che cosa sa di lui. Ha fatto arrestare una decina di persone: tre hanno conti a Fano e Riccione alimentati da dollari versati dalla Benex, la società al centro dello scandalo li sostituto procuratore Barberini indaga sulla mafia dell'ex Unione Sovietica: ha scoperto una banda che traffica con Usa e Lituania e ha base nelle Marche Il magistrato è volato aNewYorkehachiesto all'Fbi di perquisire la Benex: il procuratore Sten ha opposto un rifiuto I capi della banda finiti in carcere sono due ucraini: uno è noto con 7 diverse identità e il soprannome «Cannibale» La storica sede a Washington dell'agenzia investigativa americana dove il sostituto procuratore di Rimini Daniele Barberini ha incontrato il procuratore federale Sten I presidente russo Boris Eltsin Il direttore dell'Fbi. Louis J. Freeh