«Ho le prove contro Eltsin e le figlie»

«Ho le prove contro Eltsin e le figlie» Nuovo colpo di scena nel Russiagate mentre il sindaco di Mosca Luzhkov attacca il Cremlino «Ho le prove contro Eltsin e le figlie» Il Procuratore Skuratov: le ho ricevute dalla Svizzera AnnaZafesova Mosca E' tutto vero: le carte di credito intestate a Boris Eltsin e figlie e i versamenti milionari (in dollari) da parte dell'imprenditore kosovaro Beghjet Pacolli: ad affermarlo è d procuratore capo russo Jurij Skuratov, cacciato via da Eltsin ma mai dopo la comparsa di un fumato che lo vedeva impegnato in acrobazie sessuali con due bionde signorine. Il procuratore ha lanciato il sasso in un'intervista all'agenzia Ap, cui ha rivelato di avere ricevuto dalla magistratura svizzera le prove delle tangenti versate alla «famiglia» del Presidente dalla Mabetex: l'azienda di Pacolli che vinse l'appalto d'oro per la ristrutturazione del Cremlino. «Dobbiamo approfondire l'inchiesta - ha detto Skuratov - ed accertare se il Presidente sapeva dell'origine di quei soldi, se Tatjana Borisovna (sua figlia, ndr) sapeva quale denaro stesse spendendo per fare acquisti e chi stesse pagando i suoi conti. Non capisco perché il Presidente nasconda la testa nella sabbia. I tentativi di mettere a tacere le cose, di impedire che l'inchiesta vada fino in fondo, finiranno solo per fomentare illazioni di ogni genere. E' la prima volta che una fonte ufficiale conferma in Russia le indiscrezioni apparse sulla stampa occidentale. Ma prima ancora che la Ap diffondesse il testo dell'intervista, il sindaco di MOSCa Jurij Luzhkov aveva aperto il fronte interno dello scandalo con un durissimo attacco diretto alla «famiglia» di Eltsin: «Credo che le accuse contro di lui siano vere», ha detto, «Gli interessati devono rispondere alla società. E devono farlo di persona, dicendo "sì, è vero", oppure "no, è una calunnia". E parlo della famiglia del Presidente, del Presidente stesso e del suo stretto entou¬ rage». Ma non basta. In quello che sembrava un elenco delle condizioni di resa, Luzhkov gli ha chiesto di provare le loro parole: se smentiscono le accuse devono querelare per diffamazione chi le diffonde (cioè la Procura russa, quella svizzera e un centinaio di media di tutto il mondo). «Se lo faranno - ha proseguito il sindaco -, in attesa del verdetto non dobbiamo accusarli». Può essere un caso che i due siano passati all'attacco diretto nello stesso giorno, ma si sa che i rapporti tra Skuratov e Luzhkov sono tutt'altro che cattivi. Il Cremlino era intanto impegnato a combattere su un altro fronte dello scandalo: quello che riguarda il presunto dirotta¬ mento di 15 miliardi di dollari di aiuti occidentali nelle tasche della leadership russa. Ieri mattina Eltsin ha convocato il capo del Servizio federale di controspionaggio (Fsb, l'ex Kgb) Nikolaj Patrushev che, all'uscita, ha smentito con veemenza qualsiasi fondamento per le accuse: «E' un affare politico connesso alle elezioni negli Stati Uniti». Secondo lui, le rivelazioni che riguardano il riciclaggio degli aiuti attraverso la Bank of New York sono semplicemente «assurde»: «E' ridicolo parlare di somme come 15 miliardi di dollari». Tanto più che, ha detto, i colleghi occidentali per ora non hanno mostrato ai russi nemmeno un documento riguardante la vicenda. Skuratov, poco dopo, si preoccupava di smentirlo. «Non capisco perché il presidente nasconde la testa sotto la sabbia» Il capo dei Servizi segreti insiste: una montatura elettorale degli americani Yuri Skuratov, l'ex procuratore capo della Russia esautorato da Eltsin 4 À JllÉ

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