La vittoria della Albright di Aldo Baquis

La vittoria della Albright Israele, l'ultima battaglia è stata sulla proclamazione unilaterale di uno Stato palestinese indipendente La vittoria della Albright Oggi lafirma della pace in M. O. Aldo Baquis TEL AVIV Grazie a un decisivo intervento del segretario di Stato Madeleine Albright, israeliani e palestinesi firmeranno stasera a Sharm el-Sheikh (località balneare egiziana sul mar Rosso) la versione aggiornata degli accordi di Wye Plantation. La notizia è stata anticipata ieri sera dalla rete televisiva americana «Cnn» e successivamente confermata da uno dei ministri del governo dell'Autorità Nazionale Palestinese, Nabli Shaath, dal governo israeliano ed infine, in una conferenza stampa congiunta, dalla stessa Albright e dal presidente palestinese Yasser Arafat. «Sono felice di annunciare - ha detto Albright che gli israeliani e i palestinesi sono d'accordo e firmeranno il memorandum di Wye Plantation (modificato)». E, riferendosi a Arafat, ha aggiunto: «Ho avuto con il presidente questa sera un incontro molto, molto buono». «Il significato di questa realizzazione è chiaro - ha proseguito Albright - è il proseguimento di un lavoro intenso fra palestinesi e israeliani per risolvere insieme i problemi e rista- Ma due narabi si dper protela parte dche rigi prigioni goziatori mettono ta contro ell'intesa uarda ri politici biliro fra di loro la fiducia». L'accordo pone fine alla guerra dei nervi fra Arafat ed il primo ministro israeliano Ehud Barak. Si tratta, sostanzialmente, di concessioni territoriali israeliane in cambio di garanzie per la sicurezza di Israele concesse dai palestinesi. Quello di ieri è indubbiamente un successo diplomatico strepitoso per la Albright, ma il segretario di Stato americano ha badato bene ad attribuirne tutto il merito ai negoziatori israeliani e palestinesi: «Sono loro - ha detto che hanno saputo cogliere un'occasione, io credo, davvero storica». E Arafat da parte sua ha detto: «Ho parlato con Barak (al telefono). Lavoreremo insieme mano nella mano per conseguire la pace dei coraggiosi». E rivolto alla signora Albright: «Voglio ringraziarla per i vostri sforzi e il vostro contributo e voglio ringraziare per i loro sforzi anche gli Stati Uniti e il presidente Clinton». Il presidente americano ha definito l'accordo «un nuovo inizio», affermando che una pace duratura in Medio Oriente è ora «più vicina». Clinton si è congratulato con Barak e Arafat per «d loro acume nell'aver colto l'occasione». «Dimo- stra - ha aggiunto - che, quando entrambi le parti sono disposte a lavorare insieme, è possibile soddisfare i requisiti di ciascuna, costruire fiducia e consentire al processo di andare avanti». L'accordo prevede, oltre alla liberazione da parte di Israele di 350 prigionieri politici palestinesi, anche il ridispiegamento militare israeliano nell'I 1 per cento del territorio della Cisgiordania, in due tappe. Ciò fatto, l'Autorità nazionale palestinese (Anp) dovrebbe aver il controllo totale o parziale del 40 per cento del territorio cisgiordano. Nel concreto la signora Albright ha aiutato israeliani e palestinesi a superare i due ultimi ostacoli prima del traguardo: la scarcerazione di centinaia di detenuti politici palestinesi coinvolti in attenati e la richiesta israeliana volta ad impedire al presidente palestinese Yasser Arafat la proclamazione unilaterale di uno Stato indipendente. L'intricata questione della scarcerazione dei detenuti politici si è risolta con l'accoglimento da pane palestinese delle proposte israeliane: liberazioni per 350 reclusi, e non per i 400 richiesti da Arafat. Due negoziatori palestinesi - Saeb Erekat e Mobilitici Dahlan - si sarebbero dimessi in segno di protesta. Secondo altre fonti, sarebbero stati rimossi da Arafat. Stasera a Sharm el-Sheikh converranno il padrone di casa Hosni Mubarak, re Abdallah di Giordania, oltre che ad Arafat, Barak e Albright. Ma due negoziatori arabi si dimettono per protesta contro la parte dell'intesa che riguarda i prigionieri politici

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