Scuola scoppia il caro-corsi

Scuola scoppia il caro-corsi Scuola scoppia il caro-corsi La Cgil: 10 milioni per specializzarsi la polemica Mario Tortello WmKSKm Fino a dieci milioni di lire in due anni per diventare insegnanti di sostegno agli alunni handicappati, senza la garanzia che il titolo possa essere riconosciuto dal ministero della Pubblica istruzione. La denuncia arriva dalla Cgil-scuola. Enrico Panini, segretario nazionale, chiede alle autorità competenti di «far cessare immediatamente lo scandalo» e minaccia «di far passare la parola a altri organi dello Stato». Se ne occuperà la magistratura? Sostiene Panini: «Il bisogno di lavoro dei giovani viene trasformato in un florido businnes. Non ci sono altri termini per definire l'appalto che Università prestigiose assegnano a enti privati per la totale gestione di corsi biennali per l'acquisizione del titolo di specializzazione per insegnare agli allievi in situazione di handicap. Viene appaltato tutto, altro che convenzione! E, da sempre, le iscrizioni a questi corsi sono consistenti, perchè il titolo di specializzazione per il sostegno offre maggiori possibilità di supplenze lunghe (spesso, annue) e la maggior parte dei posti liberi per le immissioni in ruolo mediante concorso sono su posti di sostegno». La Cgil-scuola ha preparato una «scheda informativa», con alcuni dati. L'Università «Federico II» di Napoli avrebbe stipulato una convenzione per due corsi a Nola. «L'iscrizione alla prova di selezione costa 130 mila lire a candidato (per una penna e un foglio di carta). Al momento, risultano oltre 1900 richieste. La frequenza costa 8 milioni e 800 mila lire». Ancora. L'Università di Catania si sarebbe convenzionata per sei corsi (Catania, Enna, Ragusa, Siracusa, Caltanissetta, Sciacca). «L'iscrizione alla Iirova scritta costa 100 mila ire a candidato. Al momento risultano oltre mille iscritti al solo corso di Enna. La frequenza costa 9 milioni». Terzo caso. L'Università «Magna Grecia» di Catanzaro avrebbe stipulato una convenzione per tutte le province calabresi, per Benevento o, pur in attesa di risposta, per Salerno. «L'iscrizione alla prova di selezione costa 200 mila lire a candidato. La frequenza costa 10 milioni. I Provveditorati agli Studi non hanno mai ricevuto richieste per sapere se c'era necessità di docenti specializzati. La Facoltà interessata è Medicina e chirurgia, cattedra di medicina legale!». Un fenomeno che non riguarderebbe solo il cosidetto «profondo Sud». Anche nel settentrione, l'Università del Piemonte orientale avrebbe stipulato convenzioni por cinque corsi: Novi Ligure, Vercelli, Santhià, Novara, Biella (l'ateneo di Torino, attraverso la Facoltà di Scienze della formazione, ha detto no ai corsi in appalto, in attesa di poterli organizzare direttamente nell'ambito della laurea per i maestri e della scuola di specializzazione postlaurea per i professori). Replica Sandro Basiglio, delegato Ansi per il Piemonte: «Nella nostra regione lo scoop non esiste. Noi siamo tranquilli: abbiamo operato all'interno delle leggi vi- Senti, sentendo anche i Proweitorati agli Studi. I costi? Sono gli stessi dei corsi precedenti. Allora, era il ministro dell'Istruzione a fare la vigilanza; non ha avuto nulla da ridire». Insiste Panini: «Nei casi che conosciamo, il ruolo degli atenei si limita a una garanzia di scientificità ricavabile unicamente dalla carta intestata e dalle firme che spesso troviamo sui bandi. Fra tasse per lo scritto, rette di frequenza e spese d'esame, il costo a persona per ogni corso si aggira su una decina di milioni. Così si lucra sul bisogno di lavoro e si specula sulle esigenze dei ragazzi handicappati. Bisogna azzerare immediatamente la situazione e restituire i soldi incassati. Le Università devono assumersi la gestione diretta dei corsi, ridando trasparenza e certezza». Incalza Nicola Quirico, presidente nazionale Fadis, la Fede- razione delle associazioni dei docenti per l'integrazione scolastica: «Nella scuola italiana vi sono parecchie migliaia di docenti di sostegno non specializzati. I corsi di formazione sono necessari; ma devono essere di qualità. Lo sanno gli aspiranti colleghi che, al termine dei corsi, saranno specializzati per l'handicap ma non avranno l'abilitazione all'insegnamento? Se non vi saranno altri concorsi abilitanti che faranno? I precari a vita?». Il casus belli è sul tavolo dei ministeri interessati. Ma viale Trastevere doveva avere sentore delle polemiche, se in data 5 agosto scorso, il ministro Berlinguer ha firmato una circolare per lamentare «presunte irregolarità nell'applicazione delle norme da parte di alcune Università» e per mettere le mani avanti: «Non saranno riconosciuti i titoli rilasciati a conclusione di corsi biennali di specializzazione per il sostegno, istituiti e organizzati con modalità difformi da quelle previste dalla normativa». Il ministro Berlinguer «Attenti, possiamo non riconoscerei titoli» L'ACCUSA DEL SINDACATO Migliaia di giovani rischiano milioni per conseguire un pezzo di carta forse senza valore. % Motte Università appaltano i corsi a enti privati, senza prevedere - nella convenzione - controlli sulla qualità. % In molti casi i versamenti si effettuano «esclusivamente» sui conti correnti degli enti convenzionati, non nelle casse universitarie. Oj Molti Provveditorati agli Studi non hanno mal ricevuto richieste per sapere se c'è necessità di docenti specializzati. • % Per ogni cento iscritti alla prova di selezione l'ente gestore incassa dai 13 ai 20 milioni. In alcuni casi, si parla di mille aspiranti, per cui le cifre diventano i 30/200 milioni incassati solo per sostenere la prova di selezione. ; Ogni còrso è frequentato da 40 docenti; pertanto ogni ente incassa per un corso dai 320 ai 400 milioni. In alcuni casi «sarebbero stati vivamente consigliati corsi propedeutici a pagamento». Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer

Persone citate: Berlinguer, Enrico Panini, Federico Ii, Luigi Berlinguer, Mario Tortello, Motte, Nicola Quirico, Sandro Basiglio