Referendum-day, Democratici in piazza
Referendum-day, Democratici in piazza Oggi i leaders dell'Asinelio saranno presenti ai banchetti delle firme Referendum-day, Democratici in piazza // «no» di Cofferati: «Quesiti contro ipiù deboli» ROMA Scatta il referendum-day per i Democratici. Oggi i leader dell'Asinelio si recheranno ai banchetti per dare il buon esempio. Antonio Di Pietro sarà, alle 11, a piazza S. Babila a Milano per raccogliere le firme sui referendum promossi da An e radicali contro la quota proporzionale e il finanziamento pubblico ai partiti. Arturo Parisi alle 10 sarà a Bologna in piazza dei Celestini; Enzo Bianco a Catania alle ore 11, in piazza Duomo; Willer Bordon e Rino Piscitello a Napoli, piazzetta Augusteo, ore 12; Marina Magistrelli ad Ancona, in piazza Roma, alle 11 ; Francesco Rutelli in piazza di Spagna, a Roma, alle 11. Intanto, il coordinatore regionale lombardo di An, Ignazio La Russa, ha annunciato che l'obiettivo delle firme per la Lombardia è stato superato: sono oltre 80 mila le firme raccolte a fronte della previsione di 75 mila. E giovedì 9 settembre si festeggerà in piazza S. Babila, a Milano. Sul fronte antireferendario si schiera Sergio Cofferati, segretario nazionale della Cgil: «Considero i referendum radicali atti violenti contro le persone deboli», dice. «Non sono referendum contro i partiti, i sindacati precisa Cofferati -. Sono contro le persone e introducono un'idea distorta, falsa di libertà. È la libertà di un imprenditore, se questi referendum venissero approvati, di licenziare, senza nessuna causa, senza nessuna giusta ragione, ogni suo dipendente». Gli risponde Benedetto Della Vedova, europarlamentare della Lista Bonino: «È Cofferati che vuole mantenere lo status quo, l'Italia dei privilegi, della povertà e della disoccupazione». E Giuseppe Giulietti, responsabile Comunicazione dei Ds, rileva: «In questi giorni sia da parte dei privati sia della Rai, ed è ancora più clamoroso, non sono concessi spazi televisivi a coloro che sono contrari ai referendum». «Palmella e la Bonino fanno benissimo il loro mestiere di gridare alla censura - aggiunge - per guadagnare spazi sempre più ampi. Ma uon può essere accettato il clima di piaggeria e di subalternità che si respira. Credo che sia assolutamente necessario che l'autorità di garanzia e lo stesso Cda della Rai rendano noti spazi e tempi dedicati anche alle posizioni di chi dissente. Altro che par condicio». Non ci stanno neppure i sindaci, che accusati dì «ostruzionismo» da Bonino e Pannclla, replicano attraverso il presidente dell' Anci Lombardia Giuseppe Torchio, il quale assicura che sia dai primi cittadini eletti dal Polo, sia dall'Ulivo e della Lega, oltreché con liste civiche, sono stati esclusi casi di presunta indisponibilità dei Comuni alla raccolta delle firme. [r.i.l
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