Scognamiglio: così adesso usciamo dal Medioevo

Scognamiglio: così adesso usciamo dal Medioevo LA'S^b#l$^À2l|ìÓ'Nf:PEL;jv1'INISTRO DELLA DIFESA Scognamiglio: così adesso usciamo dal Medioevo intervista Maria Corti Roma LEVA addio. Da qui a sei anni avremo un esercito di professionisti. Centonovantamila uomini addestrati al «lavoro» della guerra. Del disegno di legge approvato ieri all'unanimità a palazzo Chigi il ministro della Difesa Carlo Scognamiglio dice: «è una delle più grandi riforme. L'avrebbe firmata anche GioUtti». Ministro Scognamiglio, la sua soddisfazione non corrisponde allo stato d'animo dei militari. C'è anche chi dice che torneremo a un esercito di «Lanzichenecchi». «Abbiamo affermato alcuni principi importanti. Quello dell'esercito professionale riprende il modello delle grandi potenze occidentali e consentirà di sostenere il ruolo dell'Italia nella Comunità internazionale. Naturalmente sostituendo lavoro gratuito con lavoro remunerato la collettività dovrà addossare a se il costo che prima era pagato dalle classi più deboli, dai giovani meridionali che non avevano alternative rispetto a Suesto servizio. Questi principi anno un senso al riformismo italiano». C'è anche chi dice che 190mila soldati sono troppo pochi. «Quanto al numero dei militari le dico che l'Inghilterra, che è una grande potenza militare, ha attualmente circa 200mila uomini sotto le armi. La situazione della Francia è più o meno la stessa, la Spagna ne ha 150mila. Io credo che mia Forza armata di 190mila uomini consentirà all'Italia di sostenere il ruolo di grande potenza che ha conquistato durante il conflitto del Kosovo. Peraltro questa è la valutazione che fanno gli Stati Maggiori delle Forze armate in carica». Lei ha paragonato la coscrizione a un'imposta. «Un'imposta in natura di carattere medioevale che gravava sulle classi più deboli della nostra società per fornire un servizio di dubDia qualità perchè sappiamo tutti che il militare di leva non è utilizzabile per le funzioni delle Forze armate moderne. Questo sistema ormai aveva solo lo scopo di alimenta- re l'ipocrisia del volontariato civile. E questo per un paese moderno è assolutamente insostenibile». Cosa succederà a tutte quelle associazioni di volontariato che finora sono state aiutate dagli obiettori di coscienza? «Il Consiglio dei ministri ha assunto l'impegno a presentare un nuovo disegno di legge sul volontariato civile. Noi ci rendiamo perfettamente conto che le funzioni del volontariato sono nobilissime e vanno assicura- te con un flusso adeguato di giovani. Ma questo deve avvenire su basi volontarie non su basi obbligatorie. Non esiste il volontariato obbligatorio. Andrà predisposto un nuovo ordinamento che dia degli incentivi per il volontariato». Il suo è un giudizio molto netto sul sistema della leva obbligatoria. Gran parte del mondo militare però non lo condivide. «Noi accantoniamo questo istituto perchè i tempi non sono più compatibili, ma non dubbia¬ mo dimenticare che ha avuto un'enorme importanza per la formazione dello spirito nazionale italiano consentendo ai giovani non solo l'alfabetizzazione ma anche la conoscenza del Paese. Oggi, però, per la maggior parte dei ragazzi la levae diventata una gran perdita di tempo». Secondo lei il fenomeno del nonnismo in questo modo diminuirà. Alcuni generali sono di parere opposto. «Questa riforma non è legata alla riscoperta della vergogna del nonnismo, tuttavia costituisce una risposta a questo problema. Io non lo dico sulla base delle mie aspettative e dei rapporti degli esperti, ma sulla base degli altri Paesi che ci hanno preceduti su questa strada. L'assenza di giovani coscritti nelle caserme attenua il manifestarsi degli episodi di nonnismo». Come invogli orot (! i ragazzi a indossare la divisa? «Il sistema attuale già prevede peri volontari delle riserve di posti di lavoro nell'amministrazione dello Stato». Le donne entrano in caserma. Quali saranno i loro compiti? «E' una notizia che sono felice di dare al mondo femminile. Il loro inserimento avverrà già in questi tre anni di sperimentazione». Ci saranno dei limiti nell'utilizzo delle donne e nella loro carriera nelle Forze Armate? «Non ci saranno limiti di carriera. Immagino che qualche restrizione nelle truppe d'assalto ci sarà». «E' una grande riforma l'avrebbe firmata anche Giolitti. Ci mette al passo delle superpotenze» «L'inserimento del mondo femminile avverrà entro 3 anni e non ci saranno limiti di carriera» li ministro della Difesa,Carlo Scognamiglio

Persone citate: Carlo Scognamiglio, Giolitti, Maria Corti, Scognamiglio

Luoghi citati: Francia, Inghilterra, Italia, Kosovo, Roma, Spagna