Barak-Arafat, una pace al rallentatore di Aldo Baquis

Barak-Arafat, una pace al rallentatore a Albright già ad Alessandria, ma il premier israeliano non cede sui palestinesi da liberare Barak-Arafat, una pace al rallentatore Forse oggi la firma in Egitto Aldo Baquis TEL AVIV Per profondi dissensi sulla scarcerazione dei detenuti politic palestinesi, un importante vertice organizzato ieri da Hosni Mubarak ad Alessandria d'Egitto per rilanciare i negoziati israeloarabi è slittato ad oggi. Ma, finalmente, dovrebbe essere la volta buona, almeno a quanto ha dichiarato un portavoce egiziano. Ieri all'ora prevista, mentre numerose telecamere erano già pronte per testimoniare l'evento, mentre le bandiere già sventolavano e Madeleine Albright e Yasser Arafat avevano raggiunto Alessandria, il premier Ehud Barak era ancora nel suo ufficio di Gerusalemme, per nulla intenzionato a decollare. L'occasione della cerimonia era la firma di una versione aggiornata e corretta degli accordi di Wye Plantation (ottobre 1998) che prevedono un ritiro parziale israeliano in Cisgiordania in cambio dell'adozione di misure anti-terrorismo da parte di Arafat. Nelle ultime settimane i negoziatori israeliani e palestinesi hanno concordato tutti i mimmi dettagli (anche quelli relativi all'apertura di due corridoi terrestri fra Gaza e la Cisgiordania e all'inizio dei lavori di costruzione del porto commerciale di Gaza) meno un ultimo dossier: quel- lo della, scarcerazione dei detenuti politici palestinesi. Arafat, in questa fase, ne richiede almeno 400, Barak replica di poterne offrire 350, e non uno di più. Telefonate febbrili si sono susseguite ieri nella speranza di quadrare il cerchio e trovare una soluzione che appagasse tutti. Gli egiziani Osama elBaz e Amr Mussa - facendo la spola fra Arafat e Barak - hanno suggerito formule evasive e contorte. Una suggeriva che Israele si impegnasse a rilasciare «circa 400 detenuti» e i palestinesi da parte loro non avrebbero provocato una crisi se poi gli scarcerati fossero stati «un po' meno». Anche a costo di imbarazzare la signora Albright - che è giunta in Medio Oriente guardando al futuro, ossia alla speranza di rilanciare i negoziati fra Israele e Siria - Barak si è mostrato inamovibile, La cerimonia di ieri è andata cosi a monte. Forse potrà avere luogo oggi, ad Alessandria, oppure sabato sera al valico di Erez, presso Gaza. Del resto Barak doveva ieri confrontare un'opinione pubblica ancora impressionata dalla brutale uccisione di una coppia di studenti universitari ebrei, i cui cadaveri sono stati rinvenuti lunedì in un bosco di Meghiddo, vicino alla città cisgiordana di Jenin. Il colpevole del delitto secondo la polizia israeliana - è un arabo di un villaggio vicino al kibbutz di Meghiddo, militante nel movimento islamico israeliano, ma non aderente di Hamas. Perchè li hai pugnalati a morte ?, gli hanno chiesto gli inquirenti. «Perchè mi andava di uccidere ebrei» avrebbe risposto il giovane Abdallah Igbaria. Ben pochi, in Israele, sono disposti a qualificare uccisioni come queste alla stregua di «un attentato politico». Secondo un recente sondaggio, il 71 per cento degli israeliani si oppongono ali scarcerazione di palestinesi che abbiano ucciso israeliani. Anche fra i sostenitori di Barak, il 52 per cento di oppongono a liberazioni in massa. Intanto Barak guarda con ottimismo al futuro. In attesa che la signora Albright si rechi sabato a Damasco, il premier ha già previsto che i negoziati con la Siria decoleranno presto. «Assad - ha ricordato Barak - ha negoziato con Shamir, Rabin e Peres. Perfino con Netanyahu ha avuto intensi contatti. Mi sembra difficile credere che proprio con questo governo, eletto per por fine al conflitto, non sia possibile trovare la formula che consenta la ripresa delle trattative». Ieri la Galilea è stata nuovamente bombardata dai guerriglieri Hezbollah, ma questa volta i loro mortai non hanno provocato danni: in passato avevano saputo centrare il municipio della città di Kiryat Shmone. Secondo alcuni la mancanza di mira dei guerriglieri nei tiri di ieri non è priva di significato. Qualcuno (la Siria, ad esempio) potrebbe avere suggerito loro di puntare questa volta ai campi e agli alberi. Per non turbare eccessivamente la visita della signora Albright. Il segretario di Stato americano Madeleine Albright e il presidente egiziano Hosni Mubarak