L'ultimo esperimento: il topo geniale di Fabio Galvano

L'ultimo esperimento: il topo geniale Il test a Princeton in Usa: si apre il dibattito sulle applicazioni all'uomo L'ultimo esperimento: il topo geniale Un gene accresce memoria e capacità d'apprendimento Fabio Galvano corrispondente da LONDRA C'è speranza per molti di noi dopo il successo di un esperimento genetico - ne dà notizia la rivista scientifica «Nature» - che ha creato topi «intelligenti», o perlomeno più intelligenti. Topi che, grazie a un'«iniezione» di geni in grado di produrre in maggiore quantità una certa proteina, hanno dimostrato rispetto ai loro «normali» compagni di saper risolvere taluni problemi di vita quotidiana - come uscire da un labirinto, per esempio, o come raggiungere una piattaforma in una vasca d'acqua - in tempi più rapidi. Ora che si è scoperto il meccanismo si parla di farmaci, in un futuro non molto lontano, per migliorare l'intelligenza; farmaci da provare sui topi ma destinati a un uso umano. A quando l'uomo «intelligente»? La scoperta è importante perché apre la via alla soluzione di particolari problemi d'apprendimento, ma anche alla cura di malattie come i morbi di Alzheimer e di Parkinson. Che poi la nuova tecnica possa anche aprire la prospettiva di un uso eticamente più discutibile, come l'alterazione genetica dell'embrione per avere bambini più intelligenti, non sembra allarmare l'equipe guidata da Joe Tsien, professore di biologia molecolare all'università americana di Princeton. L'alterazione genetica accresce la produzione di una proteina cerebrale che funge da recettore per l'Nmda, un neurotrasmettitore che agisce nell'ambito della memoria e dell'apprendimento. Ora che si conosce il ruolo preciso di questa proteina, ha osservato il professor Tim Bliss,' responsabile del reparto di neurofisio¬ logia all'Institute for Medicai Research di Mill Hill, si possono sviluppare farmaci per provocare un miglioramento della capacità cognitiva. «Lo stesso gene e la stessa vitamina - egli spiega - sono presenti nell'uomo, ed è presumibile che gli stessi meccanismi neurali agiscano nel topo come nell'uomo». Secondo Arthur Caplan, direttore del Pennsylvania Health System e noto esponente nel campo della bioetica, anche il rischio di bambini «intelligenti» creati su misura è ben interiore ai potenziali benefici. «Questi - ha detto - sono i primi passi verso un mondo in cui possiamo progettare i nostri discendenti. E non credo che sia riprovevole cercare modi di eliminare autismo o ritardi mentali associati con la sindrome di Down o con altri debilitanti morbi di origine neurologica».

Persone citate: Arthur Caplan, Joe Tsien, Parkinson

Luoghi citati: Londra, Pennsylvania, Usa