«Attenti, Saddam è un pericolo» di Maurizio Molinari

«Attenti, Saddam è un pericolo» Un dossier rivela che l'Iraq continua a puntare ad armi di distruzione di massa. L'opposizione in esilio: Santo Padre, non andare «Attenti, Saddam è un pericolo» Cresce Vallarme Usa per la visita del Papa Maurizio Molinari inviato a WASHINGTON Un rapporto di sei pagine del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca rivela che Saddam Hussein «continua a tentare di fabbricare armi di distruzione di massa» sfruttando la perdurante assenza di ispezioni delle Nazioni Unite. «Siamo preoccupati per l'attività registrata nei siti iracheni adatti a realizzare armi di distruzione di massa e missili balistici - si legge nel testo facendo riferimento afoto satellitari e punti di osservazione elettronica a terra - così come dai persistenti tentativi di procurarsi clandestinamente materiali per la costruzione di armamenti». I contenuti del documento sono trapelati ieri sul «Washington Times» in coincidenza con i crescenti timori del Dipartimento di Stato per il viaggio del Papa in Iraq e le aperte critiche alla prima missione di una delegazione del Congresso (seppur di basso livello) a Bagdad dalla Guerra del Golfo del 1991. «La vostra iniziativa ci mette in difficoltà» ha fatto sape- re l'Amministrazione ai funzionari del Congresso in missione. L'Amministrazione Clinton si avvia ad affrontare al Consiglio di Sicurezza dell'Onu una difficile battaglia con Russia, Cina e Francia per far rinnovare le sanzioni e riprendere le ispezioni in Iraq grazie ad una risoluzione angloolandese - e il timore è che la linea americana venga indebolita dall'iniziativa del Papa e dallo sgambetto del Congresso. Le rivelazioni sui «nuovi piani di Saddam» per dotarsi di armi di distruzione di massa riaffermano la posizione di Washington sul «pericolo iracheno» in vista del pellegrinaggio di Giovanni Paolo II a Ur, luogo natale di Abramo, in occasione del Giubileo. Il Dipartimento di Stato da un lato esprime «simpatia» per le ragioni religiose del pellegrinaggio ma dall'altro manifesta «timore» per la possibilità che Saddam possa strumentalizzarlo per rompere l'isolamento internazionale iniziato con l'inva¬ sione del Kuwait nel 1990 e che lo vede assoggettato ad un embargo delle Nazioni Unite che non ha eguali al mondo. Trenta leader dell'opposizione irachena in esilio (nazionalisti arabi, sunniti, curdi, islamici e di sinistra) si sono appellati formalmente al Papa affinchè rinunci al suo viaggio «fino a quandoo il nostro paese rimarrà sotto una dittatura». «Leviamo la nostra voce in difesa del nostro popolo vittima di un tiranno e del duro regime delle sanzioni - recita la lettera per chiedere al Santo Padre di non andare in Iraq ad incontrare un despota con le mani macchiate di sangue». Ma il Vaticano difende la scelta fatta e respinge le critiche. «Il viaggio del Papa in Iraq non ha intenti politici - ha spiegato aH"'Awenire" il rappresentante permanente della Santa Sede all'Orni, monsignor Renato Martino - ma unicamente religiosi e il prevedibile incontro con Saddam rientra nella decenza dei rapporti internazionali, non sarà una santi Reazione del regime». «Il Papa ha girato tutto il mondo, ha stretto la nano a tutti - assicura Martino iccennando a Castro e Pinochet na questo non significa che ha sposato le idee di chi incontrava» Diverse le opinioni fra gli esper ti di affari iracheni a Washington «Andare in Iraq con le sanzioni in vigore significa mettere in dubbio la legittimità delle Nazioni Unite e ignorare l'entità dei crimini orrendi commessi da Saddam» osserva Amazia Baram della Geor getown University. «Il Papa è un uomo di fede non un politico nessuno può fermarlo - ribatte Fouad Ajami della John Hopkins University - il suo viaggio sarà positivo perché metterà in risalto ì gravi danni umanitari causati alla popolazione civile dall'impo sizione delle sanzioni». «L'Amen ca invece di opporsi - conclude Ajami - avrebbe piuttosto bisogno di una nuova politica sull'Iraq perché le sanzioni Onu e la guerra di attrito angloamericana dal eie lo non sono servite all'unico sco po da raggiungere: defenestrare Saddam Hussein». Gli Stati Uniti intensificano la campagna contro il leader iracheno Saddam Hussein allarmati per la visita del Papa che rischia di legittimare il potere del Raiss