Mosca, si dimette il «negoziatore di aiuti»
Mosca, si dimette il «negoziatore di aiuti» Mikhail Zadornov, interlocutore stimato in Occidente: «Ritengo mio dovere civile andarmene» Mosca, si dimette il «negoziatore di aiuti» Appello di Scbroeder al Cremlino: fate chiarezza, subito AnnaZafesova MOSCA Nella sua lotta per discolparsi dalle accuse di aver rubato i soldi degli aiuti occidentali la Russia perde uno degli uomini più convincenti: il negoziatore con il Fondo Monetario Internazionale Mikhail Zadornov. Considerato un brillante esperto di finanze e uno degli interlocutori preferiti dall'Occidente, Zadornov ieri ha annunciato le sue dimissioni: «La mia missione è compiuta». L'annuncio è arrivato proprio mentre a Mosca lavora una delegazione del Fmi che sta cercando di capire cosa succede in Russia e decidere se concedere al Cremlino 640 milioni di dollari come seconda tranche del prestito. Secondo Zadornov, gli esperti del Fondo hanno espresso un parere positivo sull'operato della Russia fino a oggi, e ci sono speranze che il prestito atteso arriverà, come previsto, il 20 settembre. Le dimissioni del negoziatore russo comunque potrebbero complicare le trattative. Zadornov non ha collegato direttamente il suo gesto allo scandalo internazionale che sta infuriando attorno alle malversazioni nell'uso dei soldi occidentali da parte dei russi. La motivazione ufficiale è il desiderio di abbandonare il lavoro nell'esecutivo: l'ex negoziatore ha intenzione di candidarsi alla Duma insieme con Grigorij Javlinskij e l'ex premier Serghej Stepashin. Ma tra le righe della sua dichiarazione si legge qualcosa in più: «Ho ritenuto mio dovere civile e professionale andarmene». Un segnale che sicuramente verrà captato nelle altre capitali occidentali. Dove la preoccupazione per l'immensità della corruzione cresce parallelamente alle nuove rivelazioni. Il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder ha chiesto alla Russia di fare al più presto «chiarezza completa». In un discorso pronunciato ieri a Berlino Scbroeder ha spiegato che l'opinione pubblica internazionale - e soprattutto i Paesi creditori, tra i quali la Germania figura al primo posto sono estremamente inquieti per le accuse al Cremlino. E il presidente francese Jacques Chirac - pur sottolineando che «per ora» non ci sono prove che la Russia abbia dirottato i soldi del Fmi nelle tasche della mafia - ha chiesto di «irrigidire il controllo» sugli aiuti occidentali. E Washington ha deciso di mandare a Mosca il vicesegretario di Stato Strobe Talbott, che la settimana prossima arriverà al Cremlino, ufficialmente per negoziati sul disarmo. Ma è evidente che l'obiettivo non è solo quello. Man mano che la matassa delle rivelazioni si sta dipanando, i l'ili portano in direzioni che coprono ormai mezzo mondo. Secondo i responsabili del Fmi e della Bank of New York centro dello scandalo - non sono stati però scoperti nessi con le banche italiane. Mosca risponde alle accuse rimproverando ormai apertamente l'Occidente di aver messo in piedi lo scandalo per screditarla. Secondo il presidente della Duma Ghennadij Selezniov, tutto «è stato crea¬ to artificialmente per colpire la Russia». E il ministro dell'Interno Vladimir Rushailo ha difeso ieri tutti i protagonisti russi dello scandalo: «Non abbiamo mai aperto inchieste in merito, le rivelazioni dei media sono populiste e non hanno nessun legame con nomi di personaggi famosi». Perfino l'ex procuratore generale Jurij Skuratov ha espresso i suoi dubbi riguardo alla fondatezza delle accuse sul riciclaggio degli aiuti. L'accusatore numero uno del Cremlino preferisce dedicare tutta la sua attenzione a un altro scandalo: quello delle tangenti offerte alla famiglia Eltsin dalla società svizzera Mabetex. Nikolaj Volkov, magistrato della Procura russa, è attualmente in Svizzera a interrogare, insieme con Carla Del Ponte, U principale testimone della vicenda. Nella capitale russa una delegazione del Fmi deve decidere se concedere una nuova tranche di 640 milioni di dollari In arrivo l'inviato di Clinton, Talbott FEDELISSIMO DI ELTSIN «Nella maggior parte dei casi i governi russi hanno detto la verità su budget, variazioni della massa monetaria e uso delle riserve valutarie Una sola volta la Banca centrale cambiò i dati sulle riserve» ALSKSANDB LIFSHITZ CHIACCHIERATO a 0 i o t o i l «MvldCsCtdsutgmrddsea«il Il delegato russo al Fondo monetario Mikhail Zadornov che ha presentato le dimissioni, e il cancelliere tedesco Schroeder(a destra) che ha lanciato un appello ai dirigenti moscoviti per ottenere chiarezza L'ex ministro delle Finanze russo Aleksandr Lifshitz, un fedelissimo di Eltsin rimasto sempre ai vertici del potere russo
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