Tangentopoli: i Ds ripetono «no» all'inchiesta di Maria Grazia Bruzzone

Tangentopoli: i Ds ripetono «no» all'inchiesta Dopo il ministro socialista Piazza, anche Verdi e Asinelio favorevoli all'istituzione della Commissione «purché guidata da personalità autorevoli» Tangentopoli: i Ds ripetono «no» all'inchiesta Ma l'azzurro Frattini annuncia: «Ripresenterò la proposta» Maria Grazia Bruzzone ROMA Il 3 novembre scorso, a ridosso della crisi che aveva portato al governo Massimo D'Alema, la proposta spaccò la maggioranza e venne bocciata per soli quattro voti (276 contro 272). Oggi, a distanza di quasi un anno, 1 idea di una commissione parlamentare di indagine su Tangentopoli rispunta nelle pieghe del dibattito tecnico giudiziario che nasce dal rischio della prescrizione dei processi. Oltre che dall'impressione di un esaurimento della guerra civile politico-giudiziaria che ha dilaniato il Paese negli Anni 90. A rilanciare concretamente la proposta è l'azzurro (e moderato) Franco Frattini, che un anno fa aveva tentato una mediazione fra le diverso ipotesi di una commissione solo «storica» e una che entrasse nel merito dei processi in corso. Forse stimolato dalle iiperturo più o meno esplicite che vengono da alcuni settori della maggioranza, Frattini oggi annuncia che nei prossimi giorni presenterà al Parlamento una sua proposta di legge. «Se non si va in fondo sulla storia politica di Tangentopoli, le soluzioni di cui si discuto le vedo solo come colpi di spugna - spiega il presidente del comitato Servizi -. Bisogna sapere cosa ò accaduto, altrimenti si perdona senza conoscere nemmeno tutti quelli che debbono essere perdonati». Ma ì Ds non deflettono dall'atteggiamento di contrarietà assoluta tenuto un anno fa e ribadito subito dal diessino Giancarlo Leoni. Il responsabile Giustizia della Quercia ò convinto che «è inutile riesumare un dibattito già svolto e concluso». «L'anno scorso spiega ora - la commissione non si fece perché con il Polo non c'era il clima adatto e quindi il Parlamento si espresse contro. Oggi il clima tra maggioranza e opposizione è addirittura peggiorato e l'ipotesi - taglia corto - è ancor meno praticabile». Eppure nella maggioranza non tutti la pensano allo stesso modo. Non solo tra i socialisti dello Sdi, i più motivati e affezionati all'idea ad andare a fondo di quel periodo. Tanto che è stato proprio il ministro socialista della Funzione Pubblica Angelo Piazza a riproporre la commissione, parlandone mercoledì alla festa dell'Udeur a Telese. E trovando lì per lì inaspettati consensi a destra e a sinistra. D'accordo l'ospite, l'udierrino Clemente Mastella, nonché il suo ex collega di partito, il cossighiano Angelo Sanza. Possibilista il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e persino la ministra della Sanità Rosi Hindi. Lo stesso presidente del Senato Nicola Mancino a Telese non escludeva che se ne potesse riparlare. E anche oggi è dell'opinione che un confronto parlamentare possa riprendere, purché «depurato dai veleni». Una sintonia così ampia che faceva dire al presidente dei senatori di Forza Italia: «Siamo tutti d'accordo, ma in fin dei conti siamo tutti democristiani». A quelle prime adesioni o mezzi consensi si aggiunge adesso la disponibilità del Sole che ride (che già l'anno scorso aveva vota¬ to in gran parte a favore, sia pure con dei «paletti») e quella, anche più convinta, dell'Asinelio. Il verde Alfonso Pecoraro Scanio propone una «commissione che faccia chiarezza in tempi rapidi sui meccanismo di Tangentopoli», ma a due condizioni: che l'indagine non sia rivolta contro i giudici e che la commissione sia presie¬ duta da personalità autorevoli come gli ex presidenti della Corte Costituzionale. Per i Democratici a parlare è il presidente dei senatori Andrea Papini: «Il fenomeno è di una tale rilevanza che è il Parlamento che se ne deve occupare», dice netto. E aggiunge che «l'istituzione di una commissiodi inchiesta mi sembra lo ne strumento migliore». Un consenso che spinge il socialista Danilo Robilotta a criticare l'ostilità dei Ds che «dimostrano di non voler abbandonare la via giustizialista e di non voler voltare pagina». Mentre il ministro Oliviero Diliberto non si dice né favorevole né contrario, ma scantona: «Sono questioni parlamentari». Franco Frattini esponente di Forza Italia e presidente del Comitato sui Servizi di informazione e Sicurezza

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