«Milosevk non rispetta j patti» di Maurizio Molinari
«Milosevk non rispetta j patti» «Milosevk non rispetta j patti» L'avvertimento di Clark deve subito restituire i 7000 albanesi sequestrati Maurizio Molinari inviato a WASHINGTON «Milosevic sta creando ancora dei problemi nei Balcani e farebbe assai meglio a dedicarsi alla piena applicazione degli accordi sul Kosovo». E' questo 1 avvertimento lanciato dal generale Wesley Clark, comandante supremo della Nato in Europa, al presidente della Jugoslavia. Nella sala delle conferenze dell'American Enterprise Institute - uno dei pensatoi dei conservatori - Clark non si è mostrato affatto indebolito per la recente decisione della Casa Bianca di sostituirlo in anticipo e si è rivolto direttamente a Milosevic. «L'accordo che ha posto fine alla guerra era basato su ci i.([ ne condizioni - ha detto Clark quattro sono state finora rispettate da Belgrado ma manca ancora la quinta: piena coDoborazione al negoziato sul futuro status del Kosovo». E non è tutto: «Milosevic deve sbrigarsi a restituire i 7000 kosovari di origine albanese che ha seque¬ strato e poi portato via prima del ritiro» ha sottolineato il comandante della Nato lasciando intendere un parallelo fra il «rapimento dei kosovari» oggi e quello di cui si rese responsabile Saddam Hussein nei confronti dei kuwaitiani durante la Guerra del Golfo del 1991. Clark si è detto «molto preoccupato» per i «segnali non buoni che registriamo da qualche tempo in Vej voci ina, Montenegro e nel Bangi acca u»; a causa di «movimenti ed azioni» delle forze armate di Belgrado, Di più il generale americano non ha detto ma la crescente attenzione americana per il Montenegro viene confermata dalle indiscrezioni che trapelano a Washington siiU'intensiiicazione delle operazioni (per ora pacifiche) dell'Esercito di Liberazione del Montenegro di Bobo Bogdanovich, che conterebbe già su 25.000 uomini armati e pronti a battersi contro la «Grande Serbia». Per quanto riguarda il Kosovo Clark ha assicurato che «il disarmo dell'Uck procede entro i tempi previsti e contiamo che termini regolarmente nei novanta giorni accordati». Sulle richieste di ^dipendenza avanzate dai leader kosovari Clark non si è sbilanciato ribadendo soltano l'«importanza che il Kosovo resti multietnico, come esempio dell'affermazione dei valori dello convivenza contro quelli della pulizia etnica». La delicata questione dello statuto del Kosovo sarà al centro della visita che faranno a Washington la prossima settimana il leader deii'Uck Hashim Thaqi e Ibrahim Rugova, riuniti in una «delegazione congiunta» per la prima volta dai negoziati di Rambouillet. Davanti ad un pubblico di vip - dall'ex Segretario di Stato Alexander Haig ali ex ambasciatrice aJl'Onu Jeanne Kirkpatrick, all'ex braccio destro di Kissinger, Helmut Sonnenfeldt - Clark ha infine centellinato un'altra «rivelazione» sulla dinamica che portò alla conclusione dei 78 giorni di guerra. «Milosevic ricevette numerose indicazioni dall'intelligence serba e da sue altre fonti - ha detto, accennando un sorriso - che la Nato avrebbe posto fine al conflitto con un intervento di terra se lui non si fosse arreso all'offensiva terrestre e i generali jugoslavi temevano molto questo sviluppo». L'annuncio del Parlamento serbo dell'accettazione delle condizioni Nato arrivò il 3 giugno: lo stesso giorno in cui Bill Clinton avrebbe dovuto incontrare alla Casa Bianca i vertici militari per esaminare in concreto l'attacco di terra. Il comandante supremo della Nato In Europa, generale Wesley Clark, non si è mostrato affatto indebolito dalla recente decisione della Casa Bianca di sostituirlo in anticipo
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