Missione Arcobaleno

Missione Arcobaleno Missione Arcobaleno Iprimi 10 container spediti in Turchia D'Alema: gli sprechi sono fisiologici ROMA Sono partiti per la Turchia dieci container, dei 920 contenenti aiuti umanitari per il Kosovo bloccati da mesi nel porto di Bari. Lo ha reso noto ieri Marco Nana, delegato del commissario per la gestione dei fondi privati della missione Arcobaleno, Marco Vitale. 1 container sono stati spediti martedì a Trieste, quindi sistemati su una nave diretta in Turchia. Altri trecento sono stati suddivisi per gruppi omogenei, pronti per essere consegnati ai rappresentanti di tre organizzazioni non governative, che ne decideranno la destinazione. Seguiranno rapidamente anche gii altri, mentre saranno distrutti i «materiali anonimi», per lo più generi alimentari in gran parte deteriorati. Per difendere la Missione Arcobaleno, «una pagina nobile per il nostro Paese», sulla quale «si cerca di gettare fango per miseri fini propagandistici», il presiden¬ te del Consiglio Massimo D'Alema ha scritto una lettera, pubblicata su "Repubblica'' di ieri. «La Missione Arcobaleno è un'operazione complessa - dice -. Il Governo e la Protezione Civile hanno fornito prova di grande professionalità ed efficienza agendo con linearità e trasparenza assolute». Quanto agli sprechi, «la percentuale di dispersione di materiale eventualmente deperito è al di sotto di quel 15-20 per cento che l'onorevole Emma Bonino ha indicato come fisiologica in un intervento umanitario». Anche la Caritas albanese ieri ha difeso la Missione Arcobaleno, e lo ha fatto attraverso un'intervista di don Segundo Tejado, il suo direttore, all'agenzia vaticana per le missioni, "Fides". «Chi conosce bene la situazione e sa quello che è successo - dice il sacerdote - non si sognerebbe mai di fare polemiche. Portare 900 container in Albania e poi trasferirli in Kosovo con camion attraverso la strada di Kukes e il valico di Morini può sembrare fattibile solo a chi non è mai stato sul posto». Un fattore totalmente spiazzante è stato poi la rapidità del rientro a casa dei profughi, proprio mentre ci si preparava ad assisterli almeno fino all'autunno. Così, spiega don Tejado, «era materialmente e logisticamente impossibile smaltire tutti gli aiuti fatti arrivare dagli italiani. Non meraviglia che siano rimaste delle eccedenze». ■ [e.st.] ,,*i Il primo ministro Massimo D'Alema

Persone citate: D'alema, Emma Bonino, Kukes, Marco Nana, Marco Vitale, Massimo D'alema, Morini, Segundo Tejado

Luoghi citati: Albania, Bari, Kosovo, Roma, Trieste, Turchia, Turchia D'alema