Gli Usa assediano il made in Italy di Valeria Sacchi

Gli Usa assediano il made in Italy Dalla griffe alle scarpe una girandola di acquisizioni. Per la casa romana la trattativa nella fase decisiva Gli Usa assediano il made in Italy Il gruppo Texas ora corteggia l'impero Fendi Valeria Sacchi MILANO Prada che compera il 75% di Jil Sander, grande griffe tedesca, Texas Pacific Group che conquista il 100% della Bally, multinazionale svizzera della scarpa. Duecento miliardi di lire il valore della prima operazione, tremilaseicento miliardi quello della seconda. Nel settore dell'abbigliamento di lusso i soldi corrono e continuano a correre, e gli assalti, le intese e la partnership si moltiplicano, in una sorta di febbre contagiosa. Non a caso Prada, dopo essersi aggiudicata Helmut Lang, ha investito venti miliardi nell'8,5% del capitale del famoso produttore inglese di calzature classiche Churcn's, seguendo a ruota il padrone delle Tod's Diego Della Valle che, in luglio, sempre nella Church's era entrato con il 5%. Emulazione? Strategia di investimento a fini speculativi? Il futuro dirà. Nel frattempo, ecco la dinamica società texana che fa capo a David Bonderman non star ferma ma, proprio in questi giorni, tentare il grande colpo sulla casa di moda romana Fendi. Scrive il messaggero che l'offerta avanzata da Bonderman è di quelle che non si possono rifiutare: una stima di 1750 miliardi per il 100% della maison. Cifra da capogiro se si pensa che nei mesi scorsi, quando uscirono le prime indiscrezioni su un possibile passaggio di mano di Fendi, i numeri era non superiori ai 750 miliardi. Non è quindi strano che, questa volta, le cinque celebri sorelle abbiano deciso di «andare a vedere». Infatti, sono date in partenza per Londra dove, nei prossimi giorni, incontreranno gli uomini della società di investimenti statunitense che, tra l'altro, sta perfezionando l'acquisto della Piaggio. Ieri, sulla cifra e sugli incontri né Texas né Fendi hanno voluto dire nulla, limitandosi al «no comnient.» di rito. E del resto al gruppo romano guardano con insistenza da tempo anche altri pretendenti, indicati, di volta in volta in Gucci e Bulgari. Insomma l'autunno della moda, sotto il profilo dei passaggi di proprietà, si preannuncia assai caldo. I fronti già aperti, del resto, sono numerosi. Gucci dopo aver respinto definitivamente l'abbraccio di Vuitton ed essersi gettato nelle braccia di Printemps sta, adesem- Il fondo adopo lapronto aaltri 1700 mericano Piaggio sborsare miliardi pio, per concludere l'acquisto di Sancii Beauté, nella cui pancia c'è Yves Saint Laurent. Anche per il fashion la parola d'ordine è concentrarsi in gruppi sempre più grandi, meglio se confortati dalla presenza di ricchi partner finanziari alle spalle. Anche nella moda infatti gli investimenti in novità, marketing e distribuzione hanno ormai bisogno di grandi capitali. Senza contare che, contrariamente alla tendenza in atto fino a qualche anno fa, la nuova strategia punta a §ruppi che controllino tutta la filiera, alla produzione al punto vendita, e anche questo significa investimenti e un salto di mentalità, significa diventare industriali dell'alta moda. Un trend che aveva colto benissimo Giorgio Armani quando sei anni or sono aveva comperato Simint. Una decisione che ha portato all'attuale crisi del Gft che nel passato aveva ritrovato il suo equilibrio proprio producende per le granai firme. Altro aspetto interessante: la moda ormai è anch'essa globale, come dimostrano le acquisizioni cross-border. In Gran Bretagna è in vendita il marchio Burberry's, impermeabili e abbigliamento sportivo, controllata dalla Great Universal Stores presieduta da Lord Wolfson of Sunningdale. Il patron di Gucci ha smentito le voci che lo davano interessato al marchio londinese, ma i pretendenti sono comunque numerosi e, fra essi, ci sarebbe anche l'Hdp guidata da Maurizio Romiti, fi quale, tra luglio e agosto, ha più volte confermato che avrà presto novità da annunciare. Hdp, insieme ad un gruppo non meglio precisato di pretendenti, viene indicata anche in corsa per il gruppo calzaturiero di Sergio Rossi, valutato (per il momento) circa duecento miliardi di lire. Insomma il tourbillon è al massimo. E del resto non passa giorno che, anche senza scomodare le grandi griffes intemazionali, non avvengano aggregazioni non meno interessanti. Come il passaggio annunciato circa dieci giorni or sono del controllo della Nazareno Gabrielli (borse e pelletteria) all'abruzzese Angelo Corona, padrone di Pineider. O quello dell'acquisto di Redwall (noto nome della pelletteria bolognese) a Alberto Vacchi, padrone dell'Ima che produce macchine automatiche. Ripartita la corsa Un fiume di dollari sta inondando in mezzo mondo il settore del lusso Le sorelle Anna, Carla, Franca, Alda e Paola Fendi. A fianco, una sfilata di moda Nel settore è scoppiata la febbre delle acquisizioni Per la casa romana trattativa alla stretta finale?

Luoghi citati: Gran Bretagna, Londra, Milano, Texas, Usa