Martedì nero per le Borse mondiali di Francesco Bullo

Martedì nero per le Borse mondiali Dall'Asia all'Europa catena di scivoloni per la paura dei tassi Usa. Francoforte cede il 2,2%, Milano 1' 1,85 Martedì nero per le Borse mondiali La Germania manda in soffitta l'«era Tietmeyer» Francesco Bullo MILANO Giornata nera per i mercati azionari, mentre sul quelli valutari continua a preoccupare (anche i giapponesi) 1 irresistibile ascesa dello yen. Wall Street lunedì aveva incominciato la settimana con il piede sbagliato, mettendo a segno il secondo ribasso più forte dell'anno, a conclusione di una seduta che si era sviluppata all'insegna del nervosismo e dell'incertezza. L'effetto è stato immediato: ha colpito dapprima le piazze orientali, da Tokyo (Nikkoi -2,7%) ad Hong Kong (Hang Seng -1,5%), per poi contagiare a catena quelle del Vecchio Continente dove solo Zurigo riesce a contenere il calo in un marginale -0,18%. Londra perde infatti oltre il 2% mentre, nell'area euro, la maglia nera spetta a Francoforte (Dax -2,25%), seguita da Piazza Affari con il Mibtel che arretra dell' 1,85% (ma il Mib30 fa peggio: -2,16%) e da Parigi (Cac40-1,46%). Il disorientamento di investitori e operatori europei non ha trovato certezze neppure nell'apertura positiva, ieri, del Dow Jones. Stretti nella morsa del timore per un ulteriore ritocco dei tassi, da una parte, e dall'incognita Wall Street dall'altra hanno preferito non impostare iniziative di grande respiro, limitandosi semmai a monetizzare i guadagni dove potevano. E l'andamento della Borsa statunitense ha dato loro ragione: la volatilità e l'attesa sui dati della disoccupazione, in calendario per fine settimana, hanno alimentato il nervosismo e Wall Street ha oscillato più volte per segnare a metà giornata un ribasso di 121,89 punti, pari a -1,12%. Ad alimentare ulteriore la tensio¬ ne è arrivato anche un imprevisto: i dati dell'indice Napm, l'Associazione nazionale responsabili acquisti del settore manifatturiero, di agosto sono stati forniti in anticipo spiazzando gh operatori. Il Napm è cresciuto per il settimo mese consecutivo, al 54,2% contro il 54% previsto dagli analisti. L'economia Usa continua, quindi, ad andare troppo veloce e si riaccendono le preoccupazioni per una possibile stretta della politica monetaria da parte della Federai Reserve nella riunio¬ ne in programma ad ottobre, e nessuno dimentica i «segnali» mandati in questi giorni da Greenspan. Dopo le ampie oscillazioni Wall Street ha poi chiuso a quota 10829,28, in discesa dello 0,78%. Intanto i mercati valutari, come dicevamo, continuano ad essere dominati dal «super-yen» che ieri ha messo in difficoltà il dollaro e raggiunto il nuovo massimo storico sull'euro. La valuta giapponese è infatti scesa sotto quota 110 nei confronti del dollaro: prima a Lon¬ dra e poi a New York, dove il biglietto verde ha aperto a 109,31 yen. Per il dollaro, che nel pomeriggio è tuttavia risalito a 109,81 yen, è stata la quotazione peggiore da sette mesi a questa parte. Gli analisti non prevedono comunque interventi della Banca del Giappone, almeno fino a quando il dollaro non scenderà a quota 108 yen. Ma lo yen ha toccato ieri il massimo storico anche nei confronti dell'euro: Bankitalia l'ha indicato a quota 115,53, sotto il minimo raggiunto la scorsa settimana a 115,70. A guidare al rialzo la moneta nipponica sono le positive previsioni sulla produzione industriale: nonostante il calo di luglio annunciato ieri mattina, per agosto è infatti prevista una crescita del 4,7% alla quale seguirà un +0,2% a settembre. Anche le cifre negative sull'occupazione hanno dato una spinta allo yen grazie alla convinzione degli operatori che l'alto tasso di disoccupazione convincerà il governo nipponico a varare un nutrito pacchetto di misure di stimolo all'economia. La debolezza della valuta Usa si è riflessa anche nei confronti dell'euro che è stata indicata da Bankitalia a 1,0573 dollari contro gli 1,0454 di ieri. Ernst Weltake nuovo presidente della Bundesbank

Persone citate: Ernst Weltake, Greenspan, Hang Seng, Tietmeyer