«la sinistra vuole chiudere Tangentopoli»

«la sinistra vuole chiudere Tangentopoli» Il senatore: lo scopo è evitare che Berlusconi processato diventi un martire. E il Polo protesta «la sinistra vuole chiudere Tangentopoli» L'ex pm accusa, iDsinsorgono: «Polemica sul nulla» p1ma «Davvero non capisco perché il mio articolo abbia sollevato questo vespaio...». Antonio Di Pietro trasecolava, ieri sera. La sua lettera pubblicata dal Corriere della Sera ha provocato indignazioni e repliche sia a destra, sia nella maggioranza di cui fa parte (oltre a qualche consenso). «Perché la sinistra ha tari- ta fretta di chiudere Tangentopoli?», si chiede Di Pietro, citando due indizi: la proposta di AnnaFinocchiaro, presidente della commissione Giustizia della Camera, di introdurre un «patteggiamento allargato» per corrotti e corruttori, e l'editoriale di Piero Sansonetti sull'Unità., a favore del ritorno in Italia di Bettino Craxi. Tanto zelo, secondo il senatore dei Democratici, nasconde un disegno: spegnere «d cenno acceso che si aggirerà a breve nelle stanze della politica italiana»; risolvere «il problema vero, il caso Berlusconi». La sinistra, denuncia Di Pietro, vuol evitare che si arrivi a una conclusione delle vicende giudiziarie del Cavaliere: che, se assolto, passerà per «una vittima innocente»; se condannato, «griderà alla persecuzione politica». Comunque finisca, la sinistra ha tutto da perdere. E quindi vorrebbe far sì che non finiscp.. La replica dei Ds è affidata al numero 2, Pietro Folena, che parla di «polemica basata sul nulla. La sinistra si batte perché i procedimenti per Tangentopoli si facciano. Per evitare lo scandalo delle Erescrizioni di massa, c'è la possiilità di estendere il patteggiamento e altri riti abbreviati: una proposta in campo da tempo, avanzata dal pool di Mani Pulite ben prima che dalla Finocchiaro». Quanto a Berlusconi, Folena lo definisce «un avversario politico, che combatteremo con durezza. Ma non per questo intendiamo mescolare la politica con le sue vicende giudiziarie». «Io polemico? - controreplica Di Pietro -. Ho solo segnalato quel che accade: si stanno dimenticando le vere emergenze del Paese per una questione politica. E' vero o no che tra un po' le sentenze su Berlusconi diventeranno definitive? E che questo accadrà sotto elezioni? E allora che si fa? Si va alle urne con il capo dell'opposizione in galera? Per questo la sinistra ha paura di quelle sentenze». «Inquietante» per il popolare Dario Franceschini, «breviario di fondamentalismo giudiziario» per il capogruppo dei deputati Ccd Marco Pollini, «messaggio cifrato a Berlusconi» per Tiziana Parenti di Forza italia: la lettera di Di Pietro ha suscitato un coro di crìtiche. Ma anche qualche giudizio positivo, come quello di Giovanni Pellegrino, presidente Ds della Commissione Stragi: «La condivido al 95 per cento. E' vero che la sinistra non ha alcun timore di COSA HA «Perché l'Unitài costi Tangentgiudiziarie pavreve le senteinnocente o costrombazzanteun agnello sasecondo dovrealla persecuzi«E siccome saforza politica cpermettersi checon un'assoluzIn entrambi i f)olitico-elettoa sentenza degiudiziario ad «C'è una solafare in modo Berlusconi nosentenza defi scheletri nell'armadio. Ed è vero soprattutto che Berlusconi ha tutto da guadagnare dalla sua vicenda giudiziaria, che per la sinistra rappresenta una trappola; proprio come il caso Andreotti». Pellegrino usa parole dure: «In buona parte il Paese si riconosce in Berlusconi, un imprenditore certo non molto attento ai valori della legalità, esponenziale dei difetti nazionali. Questo può autorizzare una valutazione negativa del Paese; ma è un fatto di cui dobbiamo tenere conto. Berlusconi è abilissimo ad accreditare la mistificazione per cui la sinistra avrebbe usato la giustizia per un'operazione eversiva contro di lui. Anche quando leggerà queste mie dichiarazioni, Berlusconi dirà che si tratta di una congiura». «Di Pietro ha ragione quando nota l'abilità del Cavaliere a trarre vantaggi dai suoi guai - riconosce il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Ayala -. Ma fa dietrologia quando attribuisce alla sinistra un inesistente disegno per chiudere Tangentopoli. La proposta della Finocchiaro è autorevole, anche se rischia di rivelarsi tardiva: quali incentivi possiamo inventarci per indurre a patteggiare chi è già a un passo dalla prescrizione? Un viaggio alle Maldive?». Il patteggiamento allargato è «inutile» anche per il giurista Giuseppe Consolo; secondo il leader del gruppo d'opinione di centrodestra dei Magnifici cento, «l'unica alternativa seria e praticabile alla prescrizione è l'amnistia». E Piero Sansonetti, autore dell'editoriale incriminato, replica così a Di Pietro: «Lui ce l'ha con la "sinistra che conta". E io non ho mai contato nulla. Pensa che il mio editoriale sia stato ispirato da qualcuno? Io non mi sono mai lasciato ispirare da nessuno, neanche quand'ero condirettore dell'Unità (e forse per questo non lo sono più). L'ex pm non può pensare che la politica prosegua a colpi di inchieste. Lui ne ha condotte di ottime, è stato un bravo magistrato. Ora cerchi di fare il bravo politico^. [al. ca.l

Luoghi citati: Italia, Maldive