II Polo ripete: riferme impossibili di Guido Tiberga

II Polo ripete: riferme impossibili Dure repliche al premier: «L'autogol? É' tornato più arrogante dalle vacanze. Urso: impossibile dialogare con la sinistra II Polo ripete: riferme impossibili Dopo Forza Italia anche il Ccd si appella a Ciampi Guido Tiberga ROMA «Autogol». La metafora sportiva scelta da Massimo D'Alema per definire la chiusura del centrodestra al dialogo sulle riforme non va giù al fronte del Polo. Alleanza Nazionale ribadisce il suo «no», indicando i referendum come unica via percorribile: «D'Alema attacca Maurizio Gasparri - è tornato dalle vacanze arrogante e bugiardo». Pierferdinando Casini butta sulla maggioranza la responsabilità dello stallo, mentre il presidente dei senatori Ccd Francesco D'Onofrio chiede l'intervento del Quirinale: «Ciampi, che è il vero e proprio presidente della transizione spiega - non potrà a lungo rimanere inerte di fronte a questo campo di battaglia. Sarà lui a trovare il modo e la forma per costringere i due Poli a scriverò insieme le regole della nuova Costituzione». In Forza Italia, ancora assente Silvio Berlusconi, le reazioni variano dai toni irridenti a quelli minacciosi: «Gli autogol sono una specialità della maggioranza. E' tutta l'estate che giocano nella loro metacampo e segnano puntualmente», punge Beppe Pisanu, enumerando le ultime tensioni scoppiate nel centrosinistra: «Prima D'Alema con la par condicio, poi Berlinguer con l'ora di religione adesso Di Pietro con i referendum e Tangentopoli...». Se il capogruppo azzurro alla Camera sceglie l'arma dell'ironia, il suo collega al Senato va giù pesante: «Se vogliono ragionare e discutere con noi - dice Enrico La Loggia - prima dimostrino di aver cambiato testa. Altrimenti avranno pane per i loro denti. Le riforme che vorrebbero imporre al Paese sono inutili e dannose. Se vogliono imporle a colpi di maggioranza, faremo un'oposizione durissima: la più dura possibile...». Giuliano Urbani e Franco Frattini negano che il Polo voglia bloccare le riforme, ma rilanciano sul tema della par condicio e del conflitto d'interessi. «D'Alema - spiega Urbani - prima tenta tutte le strade per penalizzare strumentalmente l'avversario politico, e poi come se niente fosse ne pretende pure la collaborazione? Non si può tirar sberle e chiedere sorrisi». Le regole, aggiunge Frattini, «vanno concordate tra maggioranza e opposizione. Tutte le regole: non soltanto quelle che hanno bisogno di una legge costituzionale come il federalismo, il giusto processo o l'elezione diretta del presidente delle Regioni. Ma anche quelle che si possono raggiungere con una legge ordinaria: a partire dalla par condicio e dal conflitto d'interessi». Sulla stessa linea Pierferdinando Casini, che fa notare a D'Alema «come il Polo sia notevolmente cambiato in questi anni: ha partecipato alle scelte sull'Albania e il Kosovo, all'elezione del Presidente della Repubblica. Al Senato, su giusto processo elezione del Peresidente delle Regioni si è raggiunto un risultato concreto grazie all'intesa istituzionale che il Polo ha voluto. Questo Polo non è mai andato sull'Aventino perché ha un grande senso dello Stato». Quindi, continua il leader del Ccd, sii problema non siamo noi, ma il centrosinistra. Se D'Alema capisce che agitare la clava della par condicio o il ddl sul conflitto d'interessi è un boomerang che la sinistra si è tirato addosso, noi siamo disponibili a riprendere il dialogo». I colonnelli di Alleanza Nazionale seguono la strada tracciata sabato da Fini. «Con questa sinistra e con questo governo non è possibile alcun dialogo attacca il portavoce Adolfo Urso -. Le riforme e la modernizzazione del Paese, per tutta questa legislatura, sarà possibile farle soltanto con i referendum. Il solco tra noi e loro si è ampliato...». Proprio la campagna referendaria, sostenuta nel centro-sinistra dal solo Di Pietro, «dimostra come le riforme An le vuole eccome», precisa Alfredo Mantovano. «Noi abbiamo raccolto le firme - aggiunge - proprio per l'impossibilità concreta di fare le riforme con questo Parlamento. I ds devono dirci una volta per tutte se loro sono o no favorevoli all'abolizione della quota proporzionale». Casini: il Quirinale dovrà costringere i due Poli a scrivere insieme le regole della nuova Costituzione Il leader del Ccd Pier Ferdinando Casini

Luoghi citati: Albania, Kosovo, Roma