Distrutti i dossier dello scandalo russo di Andrea Di Robilant

Distrutti i dossier dello scandalo russo I candidati alla Casa Bianca Bush e Forbes attaccano Gore, troppo tollerante con il Cremlino Distrutti i dossier dello scandalo russo Mia Bank o/New York caccia all'«agente di Mosca» Andrea di Robilant corrispondente da WASHINGTON Lo scandalo sul riciclaggio di denaro in Russia sarà anche il frutto come molti dicono - dei giochi politici a Mosca intorno alla successione di Boris Eltsin. Ma in pochi giorni è diventato un argomento scottante anche al centro della campagna presidenziale americana. I repubblicani hanno deciso di farne un loro cavallo di battaglia contro i democratici, e in particolare contro il vicepresidente Al Gore, che ha gestito in prima persona il rapporto con la Russia in questi anni e che rimane il favorito per la nomination del suo partito. I contorni della vicenda sono ancora poco chiarì e le indagini sono solo agli inizi. «E dunque per ora limitiamoci ad indagare a fondo - scrìveva ieri mattima il New York Times - ci sarà tutto il tempo di valutare la politica dell'Amministrazione Clinton verso Mosca. Ed è comunque prematuro insinuare che l'appoggio a Eltsin sia stato un errore». Nonostante l'invito alla cautela, George W. Bush, candidato in noie position per la nomination repubblicana, ha già deciso di attaccare la politica della Casa Bianca verso Mosca in un discorso che pronuncerà nei prossimi giorni. «In questi anni gli Stati Uniti hanno preso la retorica russa sulle riforme per le riforme vere e proprie - spiega Condoleezza Rice, 44cnne politologa della Stanford University e principale consigliere di politica estera di Bush - Sappiamo bene che il cammino della Russia è arduo e non dico che dobbiamo cambiare linea ogni volta che sorge un problema. Ma è importante riesaminare costantemente la nostra politica per assicurarci che non stiamo contribuendo a creare quei problemi». Nel frattempo un altro candidato repubblicano, il miliardario Steve Forbes, è già partito all'assalto della politica russa di Clinton e Gore nella speranza di rubare la scena al suo rivale Bush. In una serie di spot radiofonici in onda nello Stato di New York (dove i Clinton si trovano in vacanza), Forbes chiede il blocco immediato degli aiuti a Mosca. Gore e il segretario al Tesoro Lawrence Summer, aggiunge, dovrebbero chiedere scusa ai contribuenti americani. Gore è facile bersaglio di questi attacchi perché ha presieduto la Commissione Usa-Russia che ha gestito i rapporti tra Washington e Mosca assieme ai premier Cernomyrdin, Primakov e Stepashin. Alla Casa Bianca assicurano che il vicepresidente è venuto a conoscenza dell'indagine solo la settimana scorsa. E il Dipartimento di Stato ha criticato gli attacchi repubblicani. «Sono assolutamente sbagliati - ha detto il portavoce James Foley - Tanto per cominciare abbiamo sempre saputo che la corruzione era un grosso problema in Russia. E' una cosa che prendiamo molto sul serio. E noi ci aspettiamo che il Fondo Moneta¬ rio faccia un esame attento della situazione per accertarsi che fondi non siano stati stornati». I giudici americani stanno indagando su depositi russi di oltre 10 miliardi di dollari nella Bank of New York le cui origini non sono ancora del tutto chiare (si è parlato di denaro sporco riciclato ma anche di fondi dell'Fmi). n Fondo Monetario continua a negare che i suoi aiuti siano coinvolti nello storno (a settembre la Russia dovrebbe incassarne un'altra tranche pari a 640 milioni di dollari). A New York, intanto, gli inquirenti hanno scoperto che importanti documenti sono stati distrutti oppure manomessi nel tentativo di eliminare le tracce delle varie transazioni. Finora la Bank of New York, che ieri ha subito smentito la notizia della scomparsa delle carte, si è limitata a licenziare Lucy Edwards, la dirigente che avrebbe svolto un ruolo centrale in tutta l'operazione di riciclaggio. Ma gli inquirenti sono convinti che almeno un altro dirigente sia coinvolto. La sode della Banca di New York, al numero I di Wall Street ì