LE MASCHERE DEL BISNONNO di Ernesto Franco

LE MASCHERE DEL BISNONNO LIBRI PER L'ESTATE i LE MASCHERE DEL BISNONNO Un romanzo breve di Ernesto Franco D ALLA città quadrata alla |«città ricurva». Il protagonista di «Vite senza fine», secondo libro narrativo di Ernesto Franco, appena pubblicato da Einaudi (pp. 102, L. 16 mila), «è nato a Torino nel 1865 ed è morto a Genova nel 1925» Si chiama Gio Magnasco ed è il bisnonno di un pronipote che dice io, raccontandone le gesta schive sulla scorta di qualche informazione incerta, di qualche foglio strappato, di un docu¬ mento curiosamente intitolato «Quaderno delle storie dei chiodi». Un uomo più sfuggente che fuggitivo, capace di indossare le maschere diverse di un volto laconico. Gio Magnasco è un operaio navale con il dono delle mani d'oro, un costruttore di oggetti geniali, un rabdomante che sa trarre dal vivo della materia più intrattabile il segreto della sua resistenza, un emigrante per forza, un reduce per voca¬ zione, un sentimentale che sa riempire «di tempo il desiderio», un illuminato negoziante di ferramenta e bottoni, un uomo dai «sogni di ferro» e dalle «elaborate nostalgie». Ed è una vecchia affinità, già nota a Primo Levi, quella che lega la mania del bisnonno per le connessioni e le giunture alla mania del pronipote per le parole con cui cerca di vestirne la storia. Nel romanzo breve di Franco vivono i frammenti di una vita inventata per davvero come una macchina perfettamente inchiodata o avvitata. In un tempo narrativo che va avanti e indietro, la storia si muove con appena un po' di maniera al ritmo di una scelta orchestra latino-americana (Franco è traduttore di Paz, Mutis, Cortàzar). [g.t.j

Persone citate: Einaudi, Ernesto Franco, Gio Magnasco, Mutis, Primo Levi

Luoghi citati: Genova, Torino