Astronauti, una vita nel pallone

Astronauti, una vita nel pallone SPACE STATION Astronauti, una vita nel pallone VIAGGIARE nello spazio dentro un pallone può sembrare una fantasia da bambini, lontana dall'acciaio e dai bulloni delle astronavi "serie". Invece è proprio una specie di pallone quello nel quale gli astronauti della Stazione spaziale intemazionale potrebbero trovarsi a vivere. E il Transhab, nome ufficiale della struttura gonfiabile, potrebbe anche aprire la via alla missione umana su Malte, scopo per il quale era stato peraltro pensato all'origine. Si tratta di ima struttura concepita per far vivere comodamente un equipaggio di sei astronauti, fornendo un ambiente molto più ampio di quello che qualsiasi astronave o stazione spaziale tradizionale potrà mai permettersi. Questo il progetto in sùv tesi: al momento del lancio, ripiegato nella stiva di uno Shuttle, l'intero modulo è un cilindro lungo dieci metri e largo quattro. Una volta nello spazio viene gonfiato fino a raggiungere le dimensioni di una villetta: un volume di 3.600 metri cubi, paragonabile allo spazio di una abitazione di 457 metri quadri. Quindi lo si collega al resto della Stazione. L'intera operazione è stata già simulata nel dicembre scorso, quando un modello a grandezza naturale è stato gonfiato all'interno della enorme camera a vuoto del centro spaziale Johnson di Houston. Ovviamente saranno molti gli astronauti piuttosto nervosi all'idea di trovarsi dentro una specie di pallone in orbita, con la possibilità che un micrometeorite o un qualsiasi frammento metallico della famigerata spazzatura spaziale possa arrivare a velocità elevatissima bucando l'involucro. Ma la robustezza, secondo i progettisti, è fuori discussione, e la struttura potrà reggere tranquillamente l'urto di un piccolo detrito spaziale che viaggiasse ad oltre 24.000 chilometri l'ora. Il rivestimento, spesso circa trenta centimetri, è infatti composto di oltre venti strati di materiali diversi, tra i quali anche il Kevlar, il componente principale dei giubbotti antiproiettile. Quanto all'interno, sembra realizzato mettendo insieme i disegni delle astronavi di 2001 Odissea nello spazio e del primo Alien. Il Transhab è olfatti grossolanamente diviso in tre piani, ciascuno con una funzione specifica (bisogna ricordare che pareti, porte e mobili sono parte integrante della struttu ra gonfiabile, non vengono aggiunti dopo). Il piano superiore contiene i bagni, una palestra ed un vero e proprio centro medico. Il livello più basso, secondo i progettisti, è un gioiello di design: una sala da pranzo con un tavolo al quale si potranno sedere fino a dodici astronauti (quelli dell'equipaggio più eventuali visitatori dello Shuttle). Ma è l'area centrale quella che riserva più sorprese. Qui ci sono gli alloggi, spaziose camerette individuali fornite di letto, armadio e computer. Tutto abbastanza comune, tranne che per un particolare: le pareti delle stanze conterranno acqua, uno schermo efficacissimo contro le radiazioni solari e cosmiche. Questo dettaglio non sarà così importante se il Transhab verrà usato solo con la Stazione spaziale. A quell'altezza, infatti, una buona protezione arriva dal campo magnetico del nostro pianeta. Ma si potrebbe rivelare decisivo per una missione interplanetaria, dove gli astronauti sarebbero esposti a dosi di radiazioni molto superiori. Essere circondati da acqua nelle ore di riposo significherà allora ridurre di molto l'assorbimento giornaliero. Del resto è proprio la prospettiva dei viaggi interplanetari quella più allettante per le strutture gonfiabili: il maggiore spazio a disposizione potrebbe rilevarsi infatti vitale per la salute psicologica degli astronauti. "Stiamo realizzando ha detto Donna Fender, capo del progetto - una struttura sicura ed economica con l'obiettivo di creare un habitat per la Stazione spaziale. Certo potrà essere adattato senza grosse modifiche anche ad una missione marziana". Queste parole fanno trasparire una enorme cautela, peraltro ben giustificata a guardare i fatti di questi giorni. Con il Congresso Usa deciso a tagliare ulteriormente i fondi per la Nasa, qualsiasi accenno ad una missione interplanetaria sarebbe un atto quasi suicida. Il Transhab deve essere così presentato solo come un ottimo componente per la Stazione spaziale, anche se i progettisti sognano ben altro. Ad ogni modo, se il progetto passerà indenne la bufera al Congresso, rappresenterà l'ultimo pezzo della Stazione ad essere lanciato, tra il 2003 ed il 2004. Americo Bonanni

Persone citate: Alien, Americo Bonanni, Donna Fender, Johnson, Space Station Astronauti

Luoghi citati: Houston, Usa