A Ninfa, verde regno degli spiriti

A Ninfa, verde regno degli spiriti UNA MAGICA OASI CHE RICORDA IL GIARDINO DI MONET A Ninfa, verde regno degli spiriti WEEKEND Paola Decina Lombardi CON la torre specchiata su un romantico laghetto, e i ruderi immersi in 6 ettari di vegetazione lussureggiante tra ace limpide su fondali verde smeralo, l'oasi di Ninfa è davvero magica (il giardino è aperto tutto l'anno su appuntamento per gruppi. Da aprile a novembre, primi sabato e domenica del mese. Biglietto lire 10 mila con visita guidata. Telefono e fax: 0773-511206). Anche senza il trionfo rosa-celeste di meli, ciliegi ed erbacee perenni o il variopinto affollarsi delle altre fioriture primaverili che accomunano questo splendido giardino a quello di Monet a Giverny. Tra le rovine della città medievale che nel 1854, sepolta dai rampicanti, apparve a Gregorovius «un luogo mitico più attraente di Pompei... un verde regno degli spiriti», evocante il mondo d'ombre di Enea o di Ulisse ma anche l'eroismo del martirio cristiano, il visitatore estivo godrà di altrettanto fascino cro¬ matico. Il rosso vermiglio che spunta nei piumini dell'Albizzia s'allarga nei cespugli di rose antiche, il mia esplode in piccoli fuochi d'artificio nelle corolle degli Agapantlios, il ruggine screzia il verde delle Ortensie Quercifoglie. E la variegata fragranza aromatica di Cipressi, Pini, Betulle, Faggi, Aceri, ciuffi di Lavanda; il silenzio assoluto interrotto dal canto melodioso del Rigogolo africano o dai gorgheggi delle circa 150 specie di uccelli tra stanziali e di passo; la meraviglia di farfalle Podaiivio, Macaone e Vanesse... Oltre che naturalistico il fascino della città morta, in questo secolo rivitalizzata da flora e fauna grazie a tre gentildonne della famiglia Caitani, sta infatti nelle sue vestigia romane e medievali. Le mura con undici torri e sei porte, il ponte romano e quello «dei macelli» con le fessure per gettar olio bollente sugli invason; la torre, l'Horfus concilisus. i resti del castello, di case e chiese tra cui sette basiliche con affreschi a cielo aperto, raccontano di papi-feudatari e di conclavi, di distruzioni e ricostruzioni - dal ferro e fuoco di Barbarossa nel 1171 al saccheggio del 1382 che vide il definitivo abbandono. Nel tempo, è stato restaurato solo il Municipio dove ha alloggiato spesso Bassani, che qui ha trovato l'ispirazione per il Giardino dei Finzi Contini. Intanto, Ninfa era diventata feudo dei Caetani insieme a Sermoneta acquistata dagli Annibaldi. Col magnifico castello in cima al monte, la Loggia dei mercanti, il Ghetto da cui gli ebrei furono scacciati nel 1400, è un altro gioiello da non perdere, come Norba, la città romana alle soglie di Norma, o Bassiano e la nuda ma elegantissima abbazia di Valdisciolo. Ottimi, i formaggi e salumi, l'olio e i dolci locali un po' dappertutto, danno ancora più sapore all'immersione storico-paesistica. E, per chi ama il genere, a Sermoneta dove jxitrà dormire dalla maestra Adriana per 40 mila lire o nell'intimo Hotel Principe di Serrone a 70-110 mila lire, oltre agli amaretti al pistacchio di Zaccheo, troverà armi e armature antiche, oltre che ceramiche e artistiche bambole allo «Scrinium» o antiquariato da «Feliciano». A Gregorovius apparve come un luogo mitico più attraente di Pompei Qui Bassani trovò l'ispirazione per «Il giardino dei Finzi Contini» Un trionfo cromatico, un magnifico castello, i resti di sette basiliche con affreschi a cielo aperto L

Luoghi citati: Bassiano, La Loggia, Norma, Pompei, Sermoneta, Serrone