Faeti, una pallottola per l'ultimo comunista

Faeti, una pallottola per l'ultimo comunista Faeti, una pallottola per l'ultimo comunista RECENSIONE Giovanni Testo d ALLA fragile cornice di un'intervista che di¬ venta come una doccia lustrale alla discesa negli infernotti del proprio passato lontano. Il secondo romanzo di Antonio Faeti, più noto come voyeurista di fumetti e di figure, come studioso di illustrazioni e di libri e albi e alibi d'infanzia, s'intitola II ventre del comunista ed è in uscita da Einaudi, sei anni dopo l'esordio narrativo che era avvenuto da Sellerio (L'archivio di Abele). Che cosa conduce il sessantenne Demetrio Gandolfi, bolognese innamorato di una città d'antan, libraio rassegnato presso la già prestigiosa e ora declinante libreria paterna, mite flàneur più adatto alle auscultazioni interne che non agli affari di qualsiasi specie, ad incontrare la pallottola sparata dal novantunenne Alceo Colucci che lo ucciderà, lui ultimo comunista, come l'ultimo dei Mohicani? Cornice fragile, dicevo, maliziosamente dozzinale (collocata dentro un clima marzolino che accoglie la destra politicamente vittoriosa con il più eurforico dei calori tropicali). Ma il viaggio compiuto da Demetrio alla ricerca delle ragioni e dei sogni di un comunismo perduto, RECENGiovan SIONE Testo quantunque un po' prevedibile, finisce per essere abbastanza funzionale e a tratti persino commovente. Che cosa può mai far sì che un comunista diventi comunista? Che cosa può trasformare mi groviglio di emozioni in una vocazione ^sopprimibile? Se basta una giornalista tenace ad aprire il forziere dei ricordi e a mettere Demetrio sulla voglia di fare un po' di conti, è poi lui che decide di riandare alle stazioni della sua educazione sco- prendone le sorgive indubbiamente più sensorial-sentimentali che ideologico-politiche. Nel viaggio di Demetrio non c'è nulla, o quasi, che possa far pensare ad una memoria involontaria. E' il comunista duodenale che è in lui, il doppio che lo alimenta, a condurlo di stazione in stazione lungo i gradi dell'essere che finiscono a coincidere con l'essere comunista. Demetrio ricorda con metodo, anche se sa affidarsi alle intermittenze della memoria, ai segnali reconditi che ne guidano il pellegrinaggio lungo labirinti sapienziali, stazioni necessarie. Sulla sua strada incontra la colonia marina dell'infanzia da cui affiorano i contorni di una dolce iniziazione.erotica, ritrova la scuola della preadolescenza (in un istituto per ciechi che delinea un mondo di fascinosa diversità, di «fratellanza dell'ombra»), riscopre il collegio di un soggiorno estivo vissuto nella realizzazione della più gioiosa utopia sessuale. E tutto questo fa scrostando le quinte spettacolari che hanno un po' dovunque occultato l'antica e sobria fisionomia dei luoghi. Un viaggio che sta dentro altri percorsi, altre stazioni ancora, a scandire le tappe di un'identità gremita e tenacissima, abbarbicata a sua volta al ventre di un paese che si apre a fisarmonica dalla prima cinquecento al Sessantotto. Autobiografia di un segmento di nazione (e di generazione), 7/ ventre del comunista mette in scena la fine di una storia irripetibile. Borborigmi sempre più tenui, definitivamente remoti, che Antonio Faeti trae con ironica nostalgia dal ventre di Demetrio Gandolfi. Alla sua scrittura un po' malinconica, da canterino di una piazza interiore, il compito di dissimulare l'aria nemmeno tanto sorniona di chi il suo personaggio lo conosce molto, molto da vicino. LO STUDIOSO DI ILLUSTRAZIONI, ALBI E ALIBI D'INFANZIA SCENDE NEGLI INFERNOTTI DI UN PASSATO VICINO SULLE ORME DI UN'ITALIA IRRIMEDIABILMENTE PERDUTA Il tragico epilogo del sessantenne Demetrio Gandolfi, libraio rassegnato e mite flàneur, bolognese innamorato di una città d'antan all intervento U§/ L ffl^i>oK:ilPOfJLO moki Un viaggio nella memoria della Bologna rossa: è lo scenario del secondo romanzo di Antonio Faeti, in uscita da Einaudi Antonio Faeti II ventre del comunista Einaudi, pp. 179, L. 22.000 ROMANZO

Luoghi citati: Albi, Alibi D'infanzia