Un autunno a tinte forti: giallo, nero e rosso sangue di Mirella Appiotti

Un autunno a tinte forti: giallo, nero e rosso sangue Con Harris e Le Carré ritornano anche Ellroy, Clancy, Connelly e Smith, aspettando il «Natale con Montalbano» con Camilleri Un autunno a tinte forti: giallo, nero e rosso sangue DA «MasonBDixon» nuovo Pynchon nel '700 per Rizzoli ai belli o dannati (o sfigati?), tra America e Europa di «Glamorama» nuovo Easton Ellis per Einaudi dove il figliol prodigo Vassalli torna con «Un infinito numero», complessa impresa stilistica attorno agli etruschi e all'Eneide e la fine di una dramma italiano, quello del socialismo, viene raccontato à la Cordclli in «Un inchino a terra»; da «Il lercio», nuovo Welsh più linguisticamente irrefrenabile che in «Trainspotting» per Guanda all'ultimo Kemal della «Trilogia della montagna» da Tranchida a «Le carte», primo dei tre nuovi volumi dello «zibaldone» di Meneghello, ancora Rizzoli; da «Storie di farfalle» dell'americano William Vollmann, «scoperta» di Fanucci a «Chiedi perdono», 600 pagine d'un romanzo «di feroce impudicizia» della canadese Ann-Marie MacDonald, new entry e titolo di punta Adelphi, all'opera in poesia e in prosa di Zanzotto nei Meridiani. Un fine '99 con molti grandi o forti nomi della narrativa mondiale anche sulla scena italiana, benché l'autunno dell'editoria appaia quest'anno più che mai tinto di giallo: «Hannibal» di Harris (Mondadori) e «Single&Single» di Le Carré (Feltrinelli). Entro Fanno, i due Maigret-Adelphi, aspettando «Natale con Montalbano» di Camilleri a Segrate. «La strategia del giallo» con tutti i suoi canonici sconfinamenti, rouge et noir, politico e erotico, atomico e legai, medicai e militare, paga e sempre meglio. Anche quella made in Italy. Che, «siciliano d'oro» a parte, si presenta anche generazionalmente ben articolata: da un collaudato inventore di spystory come Piero Soria che in «Cuore di Lupo» (Mondadori) si muove in una Torino-puzzle di sconcertanti omicidi, all'Andrea Pinketts di «L'assenza dell'assenzio», piroteniche avventure del cinico-romantico Lazzaro Santandrea, al Marcello Fois (il Camilleri di Sardegna, forse più) che ci riporta Bustianu nel «Sangue dal cielo» (doppietta di editori Frassinelli-Il maestrale), a Giacomo Sartori, poulin Grimaldi, in Alto Adige con «Tritolo» (Saggiatore). Nella folla degli stranieri 4 «noirissimi» attorno L.A. la città infernale: John Ridley di «Cose che capitano solo a Los Angeles» (Garzanti), Michael Connelly di «La rete» e l'outsider Robert Crais di «Los Angeles requiem» (entrambi Piemme) oltre a James Ellroy, ormai ben oltre i confini del giallo, di «Tijuana, mon amour» (Bompiani) con un Sinatra convolto in omicidio. La «politika» post mortem di Eltsin in «Giochi di potere» di Clancy (Rizzoli); all'Avana con «Passato remoto» di Padura Fuentes (Tropea) e con «Havana» di Martin Cruiz Smith, vedi «Gorky Park» (Mondadon); medicina e terrore da Garzanti con «La polizza» di Patrick Lynch; un terzetto Longanesi quasi imbattibile: ingegneria genetica in «Dove soffia il vento» di James Patterson, tecno thriller in «L'uomo d'acciaio» di Dale Brown; spy-story nell'«Irvisibile» di Patrick Robinson, e in più «L'ultima vendetta» di Julie Parsons, una «nuova Cornwell» (men¬ tre quella vera offre in Mondadori un quieto ricettario per la «Cena di Natale»); legal-thriller al femminile in «Presunta colpevole» di Lisa Scott per Sperling che si segnala anche per l'esordio italiano del polacco ebreo Marek Halter, raffinato autore di «Intrigo a Gerusalemme». Tra Pirandello, Malerba, Brizzi». Con Zanzotto, nei Meridiani e dintorni campeggiano le «Lettere a Lietta», 1918-'36 d'amatissima figlia del girgentino, postfazione di Vincenzo Consolo dallo stesso editore con «Pane di zolfo» un nuovo viaggio-saggio in terra siciliana nella collana alta di letteratura (la Sis) insieme a Fosco Maraini nel singolare itinerario-autobiografia di «Si vedeva tanto mondo» e accanto ai romanzi-romanzi: un sempre impegnativo Malerba con «La superficie di Eliane», oscure trame in un'enigmatica Amsteidam; un'altra finissima narratici', Nadia Fusini, alla terza prova con «Il figlio negato»; Michele Mari acrobata nel febbrile monologo sull'amore di «Rondini sul filo», il beneamato Andrea De Carlo che incontra la donna dei suoi sogni «Nel momento». A conferma della nostra vitalità narrativa, da Rizzoli attorno a Meneghello: «Bellissima», altra storia d'amore, adolescenziale, del miglior Aurelio Picca; «La Signora dei porci» con una Pariani passata (metaforicamente) dal cinema alla pittura; in «Il lato oscuro della luna» di Elisabetta Rasy la storia, e non solo, di Mary Wollstonecraft, la grande fenumnista madre di Mary Shelley; «Qui e ora», le generazioni nella riflessione di Gina Lagorio. Per arrivare ad Alain Elkann (Bompiani) che racconta il proprio «Padre francese» attraverso un singolare dialogo con Topor. E poi Giampaolo Pansa, «Il bambino che guardava le donne», e Angela Bianchini, «Un amore sconveniente», da Sperling e Frassinelli; il nuovo Brizzi, sempre nel mistero (chissà se necessario), da Baldini; i «Caratteri» di La Cava da Donzelli; Margherita d'Amico con «Il secondo di bordo» per Piemme; Stefania Bertela, «Ne parliamo a cena (Salani); Doninelli, «La nuova era» da Garzanti; Erri De Luca, «Tre cavalli» da Feltrinelli che presenta anche Marosia Castaldi strappata a Tranchida con «Per quante vite»; le «Lune» di Meldini da Adelphi; «Il muro di Gutemberg» di Cassieri e «Bolero» di Giuseppe Neri da Marsilio; il «Vajont» di Paolini per lo Stile Libero einaudiano dove, tra CeramiBenigni, De Simone, Albanese, spunta «Ruggine» di Stefano Massaron, quasi King nostrano. E lo Struzzo, oltre a un sempre fascinoso di Rigoni Stern «D'inverno», accoglie due «transfughi» Feltrinelli: una conferma il Cavazzoni di «Cirenaica», una sorpresa il Crepet di «Naufragi» dove lo psichiatra sociologo, parola del suo editore Ernesto Franco, si rivela autentico romanziere. Chi è il Giovane Holden dei '90?. «L'amore inutile» di Mark Cirino, oriundo, 26 anni «anche qui un lungo viaggio verso casa; ma senza consolazione», anticipa Luigi Brioschi che ne fa la scommessa Guanda d'autunno insieme a Welsh, alla «Terra sonnambula» del portoghese Mia Couto, a «Il chiacchierone» del grande vecchio indiano Narayan (mentre Longanesi propone «Una musica costante di Vikram Seth «più "antico" di Dickens»), al Vallejo della «Vergine dei sicari» nell'inferno di MedeUin, e da Bompiani arriva «Veronika decide di morire» il nuovo Coelho, da Feltrinelli la Allende con «La figlia della fortuna», saga familiare nell'800, da Adelphi «Tuo è il regno» opera prima del cubano Abilio Estévez. Nell'attesa dei nuovi Meridiani (tutto Bulgakov, Maupassant, Saramago) Mondadori offre il discusso «Un uomo vero» di Tom Wolfe e le «Lettere di compleanno» di Ted Hughes (per la Plath, ovvio); Baldini esce con «La costa dei barbari» di Mailer; Einaudi con il meraviglioso Millennio di tutti i racconti Stevenson nonché tutti i racconti di Yehoushua e i 100 racconti di «Il mio secolo» di Grass oltre a «Money» un Martin Amis quasi pendant di Ellis. Da Frassinelli «Le care sorelle» dello «scandaloso» Andahazi e «Sula» di Toni Morrison; un Kertész «controcorrente» (all'apparenza) tra Auschwitz e Buchenwald e 600 pagine della «Malattia di Sachs» di Martin Winkler, storia d'un medico della provincia e dei suoi pazienti, entrambi feltrinelliani; da Marsilio gran debutto letterario di Aryeh Lev Stollman con «Il lontano Eufrate», in parte autobiografica formazione d'un figlio eh rabbino, in Canada. La narrativa resta ancora «l'aspetto più eccitante del lavoro dell'editore», come dice Brioschi. Anche nel «lavoro» del lettore? Con Pynchon nel 700, il secolo di Grass, la Veronika di Coelho, una saga ottocentesca dell'Allende Andrea Zanzotto nei Meridiani, Rigoni Stern, Consolo De Carlo e Vassalli Thomas Harris John Le Carré Isabel Allende Gùnter Grass I I Andrea Camilleri Andrea Zanzotto « LA RENTREE Novità dello narrativa prossimamente in libreria di Mirella Appiotti