Dal cilindro di Tatò ora esce «TeleEnel» di Luigi Grassia
Dal cilindro di Tatò ora esce «TeleEnel» Il Polo: così si liberalizza al contrario. Sindacati preoccupati: sacrificato il business dell'energia Dal cilindro di Tatò ora esce «TeleEnel» E' ufficiale, acquista il 30% di Tele+ da Canal Plus Luigi Grassia ROMA Enel pigliatutto: il gigante italiano dell'elettricità si fa onnivoro e dopo essersi mangiato un pezzo di mercato telefonico con Wind entra anche nella televisione, quella digitale a maggior potenziale di sviluppo, comprando per 800-900 miliardi il 30% del capitale azionario di Telepiù, finora posseduto al 99% dai francesi di Canal Plus (con un presidio Rai dell'uno percento). Ma l'operazione «TeleEnel» non avverrà senza polemiche. Anche alla luce del precedente di Wind, ieri nel mondo politico c'era chi protestava contro la «statalizzazione del settore telecomunicazioni», con il monopolista elettrico sì da privatizzare, ma che per intanto assorbe (da ente pubblico) nuove attività industriali. E i sindacati degli elettrici sono in fibrillazione per la scelta dell'Enel di investire nel business della tv centinaia miliardi a fronte di una situazione interna da essi definita «critica». La cessione di questo 30% è parte di una più vasta operazione che vedrà calare la quota di Canal Plus al 58%, offrendo spazio anche al raddoppio al 2% della quota Rai mentre un altro 10% dovrebbe andare a San Paolo-Imi, Comit e Cofiri. Telepiù (che è presieduta da Michel Thoulouze) ha toccato quest'anno 1.250.000 abbonati. Ieri un comunicato congiunto di Enel e Canal Plus spiegava che il protocollo d'accordo, che prevede l'acquisto del capitale fino al 30%, è finalizzato a «rafforzare il mercato della tv a pagamento in Italia, accelerare la rivoluzione digitale e potenziare le iniziative legate ai servizi multimediali e interattivi». Nello specifico, «Enel consolida la sua strategia di diversificazione in business contigui, già avviata con Wind, per ampliare la gamma di servizi con particolare riferimento all'offerta di quelli multimediali e del commercio elettronico». Enel si mette così sulla stessa strada del gruppo francese Vivendi, proprietario appunto di Canal Plus, che rappresenta in Europa il migliore esempio di società il cui «core business» è costituito dalla distribuzione di servizi pubblici primari (elettricità, acqua) ma si è diversificata nell'in- dustria della comunicazione: tv (oltre a Canal Plus un pezzo della BskyB di Rupert Murdoch), editoria, telefonia. Analogo esempio in America offre la General Electric che nella sua tentacolare espansione è arrivata anche a possedere il network tv Nbc. Queste prospettive non entu¬ siasmano tutti. Caustiche le rea • zioni del Polo all'operazione TeleEnel. «E' un fatto gravissimo - ha commentato Italo Bocchino (An), componente della commissione Trasporti e tic della Camera -. In Italia dovevamo procedere alla liberalizzazione e alla privatizzazione dell'energia, dei trasporti e delle teleco¬ municazioni. Ma facendo entrare la compagnia di Franco Tato prima nei telefoni e ora nella tv, il governo vuole statalizzare il settore delle tic assieme a quello dell'energia. Con un esecutivo di sinistra le privatizzazioni si fanno al contrario». Una risposta è venuta dal sottosegretario alle Comunica¬ zioni Vincenzo Vita: «Ilgoverno non dà voti agli accordi societari - ha detto -. Nel caso dell'ingresso di Enel nella "piattaforma" Telepiù ci siamo attenuti alle forme più corrette. La polemica su tale argomento sembra francamente esagerata, anche perché l'attività televisiva dovrà ovviamente essere contabilmente separata da tutto il resto». 11 sottosegretario non ha peraltro negato che «ovviamente saranno necessarie tutte le verifiche che il caso richiede e in particolare quello poste dalle organizzazioni sindacali». Quest'ultimo accenno si riferiva al malessere dei sindacati degli elettrici Fnle-Cgil, PlaeiCisl e Uilcem, secondo i quali le ultime scelte dell'Enel in campo industriale minacciano di ripercuotersi sulla regolarità del servizio e sul personale. «Giudichiamo del tutto inopportuna questa decisione di entrare in Telepiù - ha commentato Pino Briano, segretario generale aggiunto della Uilcem -. Per queste attività collaterali si decide di investire centinaia di miliardi. Nel frattempo si tagliano gli investimenti nel business elettrico e i progetti di riassetto interno determinano situazioni di crisi anche dal punto di vista occupazionale. Si rischiano esuberi». Intanto fa passi avanti la privatizzazione dell'Enel. Ieri il presidente dell'Enel Chicco Testa è stato ricevuto a palazzo Chigi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Franco Bassanini. All'uscita non ha voluto rivelare di che cosa avevano parlato per un'ora e mezza, ma non era difficile da indovinaré, Nella slessa giornata di ieri la Consob ha dato il via libera per l'inizio della pubblicità all'operazione. Secondo le indiscrezioni più recenti la prima tranche di azioni Enel (15%) dovrebbe andare sul mercato tramite Opv tra il 25 ottobre e il 1 * novembre e il road-show partire l'I 1 oil 18 ottobre. I due uomini alla guida dell'Enel, Franco Tato e Chicco Testa
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