«Panzer Franz» pigliatutto di Valeria Sacchi

«Panzer Franz» pigliatutto L'ente cambia pelle alla vigilia della grande privatizzazione «Panzer Franz» pigliatutto Valeria Sacchi MILANO PANZER Tato non smentisce la sua fama di duro e colpisce ancora. Questa volta la diversificazione è nella televisione, per essere più esatti nella «pay tv» Telepiù. La quota è di tutto rispetto: il 30 per cento, un impegno importante, si parla di novecento miliardi anche se non esistono cifre ufficiali. Segno che l'amministratore delegato dell'Enel crede nell'operazione e vuole contare. Come del resto è sua abitudine. Le polemiche sono già in agguato, come sempre quando Franco Tato sconfina degli steccati del «core business» elettrico per cercare nuovi orizzonti. Fu polemica quando, pochi mesi dopo il suo sbarco all'Enel nel giugno del '96, annunciò un accordo con l'Eni per una joint-venture che unisse centrali Enel e centrali del Cane a Sei Zampe. Lo stesso accadde nella tarda primavera del '97 quando sottoscrisse un protocollo di intesa con la Erron. Oggi i due progetti sono tramontati, superati dalla liberalizzazione del settore. Ma fu allora che il senatore diessino Franco Debenedetti tuonò contro i «nuovi Mattei», quei grandi manager che, una volta arrivati a capo dei gruppi pubblici, cercano in ogni modo di mantenerne intatta la forza nonostante l'inevitabile smantellamento di alcuni loro privilegi e l'avvio verso la privatizzazione. Mantenendo parimenti intatto il loro potere. Alla fine del '97 fu la volta della creazione di Wind, in partnership con Deutsche Telekom e France Télécom, società che nel marzo scorso è diventata il quarto gestore dei telefonini. Ogni volta Tato ha respinto le accuse di mania di grandezza, facendo presente che era suo preciso dovere di manager cercare per il grtippo che guidava stradeche ne evitassero, proprio in via della liberalizzazione, la perdita di valore. Ma non tutti gli hanno creduto. Del resto l'uomo è fatto in modo tale, aspro nelle dichiarazioni e diretto negli annunci, che sembra attirare le polemiche come un barattolo di miele attira le vespe e le api. E forse, sotto sotto, la cosa non gli dispiace, e delle polemiche se ne infischia. Non contribuiscono forse a mantener viva quella immagine di gran capo inflessibile che gli è valsa, per il suo passato di ristrutturatore in Germania, l'appellativo di «panzer»? Nonostante le critiche, Tato è andato avanti per la sua strada, essendosi assicurato alle spalle l'appoggio dei governi e dei ministri del Tesoro. Ai quali ha sempre presentato risultati inattaccabili, avendo fatto crescere in meno di tre anni di gestione l'utile netto consolidato dell'Enel del 93 per cento. E questo malgrado i tagli alle tariffe imposti dal «cattivo» Pippo Ranci, presidente dell'Autorithy dell'energia e suo tradizionale «nemico». Oggi che annuncia l'ingresso in Telepiù e si avvicina a'1 primo passettino della privatizzazione, Tato ripete il suo credo: l'Enel deve diventare un «gruppo multili tilities», che affianchi al core business elettrico attività nel gas (ancora non ci sono), nell'acqua (di qui le voci di intei esse per l'Acquedotto pugliese), nelle telecomunicazioni: ed ecco Wind e ora la partecipazione in Telepiù nella prospettiva del commercio elettronico. Il tutto in un'ottica di strategie industriali come già avviene fuori d'Italia: vedasi i casi Endesa, Vivendi, Veba e Viag. In fondo, a ben guardare. Tato non sta inventando nulla di nuovo.

Persone citate: Franco Debenedetti, Franco Tato, Mattei, Panzer Franz, Pippo Ranci

Luoghi citati: Germania, Italia, Milano