«Solo per i più disperati»
«Solo per i più disperati» «Solo per i più disperati» Ciotti: seguiamo l'esempio svizzero intervista SI' allo Stato-pusher. Don Luigi Ciotti, fondatore e ispiratore del Gruppo Abele, è favorevole alla somministrazione controllata della droga per evitare nuovi crimini e altre vittime. Ma a una condizione: «Solo per le situazioni più disperate, per i casi cronici». Dunque lei è d'accordo col procuratore aggiunto di Milano, Pomarici, secondo il quale la logge attuale s'è rivelata una sconfitta in partenza? «Io mi guardo semplicemente attorno. Vedo che in Italia, dal 1973 a oggi, sono morti oltre 18 mila tossicodipendenti. E vedo che molti ragazzi che si bucano hanno interrotto qualsiasi rapporto con i Servizi territoriali e con le comunità dove potrebbero tentare la strada del recupero. Che cosa possiamo ancora offrire, a queste persone, per disintossicarsi? Come facciamo ad avvicinarle, se rifiutano addirittura il sostegno dei Sert?». Fornire gli stupefacenti, pur sotto controllo, è l'unica via di scampo? «Non lo so, per questo sostengo la sperimentazione. Nel nostro Pae- se ci si continua a schierare prò o contro, ma senza prove tangibili sono posizioni inutili. In Svizzera, nazione decisamente conservatrice, il progetto ha funzionato: sono effettivamente diminuiti sia i crimini legati alla droga, sia le vittime degli stupefacenti». Don Gelmini, però, polemizza sostenendo che se la risposta dello Stato al problema dei drogati che commettono crimini per procurarsi la dose è fornirgliela, il prossimo passo sarà offrire armi ai cittadini per difondersi dalle rapine... «Sia chiaro: l'obiettivo di questo progetto non è distribuire droga gratis per evitare i reati. Ma aiutare il tossicodipendente a uscire dall'emarginazione. Il nostro dovere è di non abbandonare nessuno. Ciò significa che la sperimentazione non può limitarsi a una risposta tecnica e farmacologica: dev'essere inserita in un progetto più vasto, verificabile, che prevede anche una casa, un lavoro, rapporti di relazione con altre persone. Altrimenti no, non ci sto». Don Ciotti, oggi esistono già diverse altre iniziative per il recupero dei tossicodipendenti, oltre ai Sert e alle comunità-alloggio. Penso ai camper per la distribuzione di siringhe e informazioni, ai cosiddetti progetti di strada e ai gruppi di auto-aiuto. Tutto inutile? Tutto da rifare? «No. La droga controllata sarà uno dei percorsi possibili nelle situazioni limite, non un progetto in contrapposizione. Quello che già esiste non deve essere assolutamente cancellato. Al contrario, va potenziato: servono programmi di prevenzione, soprattutto. Ed è qui che stanno i miei dubbi». Quali, ad esempio? «Questo progetto deve riguardare non solo il problema dell'eroina. Deve essere una riflessione seria su tutti i generi di dipendenza: le nuove droghe, l'alcool, gli psicofarmaci. Non è domani che si può risolvere la questione». lm. acci
Persone citate: Ciotti, Don Ciotti, Don Luigi Ciotti, Pomarici
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