Eroina di Stato, lo scontro si fa politico di Paolo Colonnello

Eroina di Stato, lo scontro si fa politico Critiche alla proposta fatta dal pm antimafia Nobili per combattere la microcriminalità Eroina di Stato, lo scontro si fa politico Gasparri contro il giudice: incita a violare le leggi Paolo Colonnello MILANO Eroina di Stato per i tossicomani? Lo ha proposto nei giorni scorsi Alberto Nobili, uno dei pm antimafia più in vista di Milano, rispolverando una sua vecchia idea sulla legalizzazione controllata dell'eroina per contenere i reati di microcriminalità. E subito si è scatenata la solita, vecchia e irrisolta polemica tra proibizionisti e antiproibizionisti. Così se ieri il procuratore aggiunto Ferdinando Pomarici, coordinatore del settore criminalità, si è detto d'accordo con il collega dell'antimafia, («nascondere la testa sotto la sabbia è da ipocriti»), sul fronte politico il vicepresidente di An Maurizio Gasparri è giunto addirittura a chiedere la testa di Nobili al presidente della Repubblica sostenendo che il pm con la sua uscita «invita a violare le leggi dello Stato, mentre dovrebbe ricordarsi che il compito dei magistrati è soprattutto quello di vigilare sull'applicazione corretta della legge». Non è la prima volta che dal fronte dei magistrati si rilancia l'idea di una somministrazione controllata della droga. Già nel 1998 fu il procuratore generale della Cassazione, Ferdinando Zucconi Galli Fonseca a proporre questa idea nella relazione di apertura dell'anno giudiziario. «La distribuzione controllata disse il pg -può essere la strada per contrastare la diffusione della droga e per incanalare i tossicodipendenti sulla via della legalità e proteggendo al loro salute». Andrea M«OffronosoluzionDon G«NessirrecupAllora salle arm Muccioli o sempre i miopi» elmini: uno è erabile. ì anche i libere» Per Pomarici questo sarebbe un primo passo «per contrastare quella microcriminalità legata alla necessità del tossicomane di procurarsi la dose giornaliera». Non a caso, fa notare il Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, su un totale di 47.560 detenuti nelle carceri italiane, al 31 dicembre scorso, i tossicodipendenti erano 13.567, più del 28 per cento del totale, un terzo cioè dell'intera popolazione carceraria. Ma alle proposte dei pm milanesi risponde a muso duro Andrea Muccioli, responsabile della comunità di San Patrignano: «Miopi e inefficaci. Queste sono esclusivamente proposte di politica criminale e di mero controllo sociale che nulla hanno a che vedere con l'obiettivo del cambiamento della persona e del suo recupero». Gli fa eco con una provocazione don Pierino Gelmini, fondatore della comunità «Incontro»: «Liberalizzare l'uso della droga per risolvere il problema della tossicodipendenza? E allora perchè non liberalizzare .la vendita delle armi per far difendere la gente dalle rapine?» E Don Gelmini si butta nella polemica proprio nel giorno in cui la sua comunità apre le porte a 50 nuovi ammessi al programma di recupero ricordando come anche la fallita esperienza della somministrazione controllata del metadone era stata spacciata come «rimedio eccezionale per tagliare le mani ai narcotrafficanti». «Sono 40 anni che faccio questo lavoro e ho visto tossicodipendenti definiti cronici, ÙTecuperabili, rinati attarver- so un duro lavoro. Vorrei vedere se uno di questi giudici avesse un figlio tossicodipendente: lo affiderebbe a una struttura che somministra eroina controllata?» La risposta arriva dal sottosegretario alla giustizia Franco Corleone che ieri ha proposto di sperimentare anche in Italia la somministrazione controllata agli eroinomani cronici, «come già si sta facendo in Germania, Olanda e Svizzera con ottimi risultati». Nella confederazione elvetica, l'esperimento avrebbe portato a una diminuzione del 60 per cento dei reati tra i tossicodipendenti «controllati». Mentre per il vicepresidente della Camera, Carlo Giovanardi (Ccd), «il parlamento per fortuna si è fino ad oggi ispirato nella lotta alle tossicodipendenze alle comunità di recupero come quelle di Muccioli e don Gelmini». Sprona invece il governo ad intervenire al più presto sul problema il polista Marco Taradash (Elefante) che chiede di passare «dalle parole ai fatti». «Non è solo il dottor Nobili - dice Taradash - nell'invocare forme più o meno significative di legalizzazione dell'uso dell'eroina per ridurre da un lato la violenza nelle città e dall'altro i rischi di overdose o di Aids». Infine Emma Bonino saluta con entusiasmo la proposta del pm Nobili e decide d'iscriverlo d'ufficio nel suo club: «Le dichiarazioni di Nobili mi inducono ad apprezzare ancora di più quella che è stata da sempre la nostra posizione e cioè che il tossicodipendente è un problema sociale, non certo un problema penale». Andrea Muccioli «Offrono sempre soluzioni miopi» Don Gelmini: «Nessuno è irrecuperabile. Allora sì anche alle armi libere» Un tossicodipendente sfinito sul marciapiede

Luoghi citati: Germania, Italia, Milano, Olanda, Svizzera