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Resta in carcere il pirata che ha ucciso Alessandro Il gip: tentò di fuggire ed è troppo pericoloso Resta in carcere il pirata che ha ucciso Alessandro ROMA Troppo grave il suo comportamento, troppo pericoloso «socialmente», troppo imprudente concedergli gli arresti domiciliari. Con queste motivazioni ieri il pretore Roberto Carelli Palombi ha deciso di confermare a Bita Panajot la custodia cautelare in carcere. L'albanese, che domenica 22 agosto investì con la sua Bmw il piccolo Alessandro Conti, avrebbe già fatto di tutto per far perdere le proprie tracce. «Innanzitutto - si legge nella motivazione del giudice - la fuga precipitosa dopo l'incidente e il tentativo di occultare le fonti di prova, poi il proposito di abbandonare il territorio dello Stato». Bita Panajot avrebbe infatti subito acquistato un nuovo parabrezza e cancellato le macchie di sangue sulla mascherina anteriore. Inoltre il taglio di capelli: prima dell'incidente li portava molto lunghi e ricci, perciò «evidente era la fina¬ lità di sottrarsi all'investigazione». Ma per l'avvocato difensore Cosmo Basso sono altri i motivi che hanno portato a rigettare la richiesta di scarcerazione: «In realtà c'è troppa pressione dell'opinione pubblica, anche considerando le aggravanti, il mio assistito non è punibile con la custodia cautelare, non dimentichiamoci che è incensurato. Del resto l'anno scorso, a Frosinone, un conducente di un autocarro che travolse tre donne e scappò, rimase solo tre giorni in prigione». Ora l'avvocato ha presentato ricorso al tribunale della libertà: in dieci giorni si deciderà se Bita potrà uscire da Regina Coeli. Intanto, però, nuovi elementi sono emersi nell'inchiesta. Nel corso di una perquisizione a casa dell'albanese, sono stati trovati oltre otto milioni di lire ed altra valuta straniera. L'uomo potrebbe essere coinvolto nello sfruttamento della prostituzione. [g.lam.]