Nonnismo, lo recluta finisce nel freezer

Nonnismo, lo recluta finisce nel freezer Nonnismo, lo recluta finisce nel freezer Con un maresciallo ha rischiato di morire congelato Mauro Spignesi CAGLIARI Scherzi da caserma. La porta si chiude e il nonnismo va in freezer. Non s'è ancora placata l'ondata di polemiche dopo la morte del para della Folgore che affiora un nuovo caso. Stavolta fortunatamente senza vittime, ma ad alto rischio. E' successo alla vigilia di Ferragosto: una recluta e un maresciallo sono rimasti bloccati per alcuni, interminabili minuti, nella cella frigorifero delle cucine del 21° Gruppo squadroni dell'aviazione dell'esercito dei Elmas, a pochi chilometri da Cagliari. Il militare, Elìsio Anedda, 20 anni, è stato ricoverato. Rischiava di finire congelato. E' andata meglio al sottufficiale, Pierpaolo Nateri, che se l'è cavata con uno spavento e ieri sera ha spiegato la sua versione, cercando di ridimensionare quanto è accaduto. Nateri ha provato a fornire una versione «filtrata», meno dura di quella contenuta nell'esposto della polizia. L'esercito, attraverso il vice comandante generale della Sardegna, Giangabriele Carta, ha battuto in ritirata: «Nessun nonnismo, semmai una disattenzione. Una disattenzione punto e basta». Intanto, però, gli agenti della squadra mobile, guidati dal vice questore Maria Rosaria Maiorino, indagano. E l'altra mattina hanno inviato alla magistratura militare una relazione che ha fatto scattare una denuncia per lesioni. Una denuncia che va ad aggiungersi ad altre aperte in questi mesi alla Procura con le stellette. Casi poco conosciuti che comunque richiamano reati gravi: si va dall'estorsione fino alle minacce, alle lesioni. Fatti accaduti nelle diverse caserme sarde, mentre il comandante generale Angelo Lunardo ha annunciato di aver abbracciato la linea dura: «Anche uno scherzo verrà punito. E davanti a piccoli o grandi episodi io mi chiedo sempre come mi comporterei se la vittima fosse mio figlio». Dopo il caso di Emanuele Scieri, lo spettro di un nuovo caso di violenza si riaffaccia quindi in Sardegna, dove solo pochi mesi fa un militare di leva della caserma di Teulada, Fabrizio Virdis, 22 anni, era stato colpito a un occhio da una scopa lanciata da un letto all'al¬ tro della camerata. Un gioco pericoloso che aveva fatto scattare un'altra inchiesta. E anche allora i vertici militari avevano parlato di uno scherzo finito male: i ragazzi coinvolti facevano parte dello stesso contingente, quindi non si poteva parlare di nonnismo. L'attenzione alle date affiora anche nel caso accaduto qualche giorno fa a Elmas. Ha spiegato il comandante Giangabriele Carta: «La presunta vittima è di due scaglioni precedenti rispetto al suo commilitone che avrebbe chiuso la porta». Nonnismo o nipotismo, resta il fatto denunciato alla polizia. Efisio Anedda ieri sera non era a casa, e non ha partecipato alla conferenza convocata dal generale Carta. La madre s'è limitata a dire che era uscito e che era in malattia. Alla conferenza c'era invece chi ha chiuso la porta della anticella del surgelatore, il fante Cristian Commendatore, 20 anni. «Non l'ho fatto apposta», ha detto: «Ho visto il portellone aperto e ho pensato di chiuderlo cosi come ho fatto altre volte. Non sapevo, non potevo sapere che lì dentro c'erano delle persone». E le urla? «Mi sono allontanato, non ho sentito nulla». Stessa versione quella del maresciallo Pierpaolo Nateri. Ma la polizia ha offerto un'altra versione, contrastante. Efisio Anedda, che presta servizio militare come cuoco e macellaio, aveva aperto la porta del frigo. Poi era entrato per scegliere una parte dove tagliare alcune bistecche. Con lui era entrato anche il sottufficiale. All'improvviso i due hanno sentito un colpo. L'automatismo di chiusura ha fatto scattare l'interruttore di spegnimento della luce interna e l'avvio delle ventole. A tentoni, i due hanno cercato di arrivare alla porta e poi hanno provato più volte a disattivare il sistema di chiusura. Ma ogni volta hanno trovato resistenza. «Come se qualcuno spingesse per lasciarci lì dentro», ha spiegato il militare. Secondo la versione della polizia, frutto della testimonianza del ragazzo finito all'ospedale, fuori dalla cella frigo c'era qualcuno che gli impediva di uscire. Con la forza della disperazione il macellaio ha rimosso i blocchi della serratura e si è scagliato sul portellone. Un secondo tentativo invece è andato bene. I due sono riusciti a uscire.

Luoghi citati: Cagliari, Elmas, Sardegna, Teulada