Timor Est, sette giorni per il verdetto

Timor Est, sette giorni per il verdetto Un dipendente Orni ucciso e tre feriti. L'Indonesia accusa le Nazioni Unite di parzialità Timor Est, sette giorni per il verdetto Referendum sull'indi , la folla assedia i seggi DILI Dopo quattro secoli di dominazione portoghese e 24 anni di repressione indonesiana, ieri gli abitanti di Timor Est hanno avuto l'occasione di esprimersi sul proprio futuro. E l'hanno colta al volo. Più del 95 per cento degli aventi diritto, secondo le stime dell'Onu, sono andati ieri alle urne nei duecento seggi sparsi sul minuscolo territorio dell'sola per il referendum che ne decreterà l'indipendenza o la permanenza sotto la sovranità dell'Indonesia, pur se come regione autonoma. I seggi sono stati chiusi alle 16.30 locali (le 12.30 italiane), ma alcuni verranno riaperti oggi per consentire a tutti di votare. I risultati saranno resi noti tra una settimana, ma la forte affluenza costituisce di per sé, secondo gli analisti, una sconfitta dei filo-indonesiani, le cui milizie negli ultimi giorni avevano accentuato le pressioni intimidatorie per dissuadere la popolazione dal recarsi alle urne. «L'aquila della libertà ha aperto le sue ali sul popolo del Timor Est», ha com- mentato enfaticamente uno degli inviati delle Nazioni Unite a Dili, Jamsheed Marker. Secondo il portavoce Unamet, la Missione di Assistenza delle Nazioni Unite a Timor Est, non ci sarebbero stati gravi incidenti. Ma un dipendente timorese delle Nazioni Unite, Joel Lopez Gomes, è stato accoltellato a morte fuori dal seggio di Atsabe, nella provincia di Ermera, una delle zone più turbolente. E almeno altre due persone sono rimaste ferite nella sparatoria scoppiata fuori dal loro seggio. Il leader del movimento per l'indipendenza, Jose Ramos Horta. Nobel per la pace 1996, ha votato in Australia, a Sydney, dove si trova in esilio. Il capo della resistenza di Timor Est Xanana Gusmao ha invece votato a Giacarta, dov'è attualmente agli arresti domiciliari. Se vinceranno gli indipendentisti, sarà lui il pnmo presidente della neonata Timor Est indipendente. Sempre stando a fonti Unamet, il 95 per cento dei seggi hanno aperto regolarmente alle 4 del mattino; ina in almeno tre località particolarmente remote, e dunque meno agevolmente controllabili dagli osservatori stranieri - Dairei, Casa e Bara - si sono dovute sospendere le operazioni di volo: i gruppi paramilitari contrari al distacco da Giakarta avrebbero minacciato gli abitanti di bruciarne le case, o addirittura di ucciderli, se avessero votato per l'indipendenza oppure se non fosse stato permesso loro di dispiegare propri osservatori, cosa proibita dall'Unamet stessa. Gli unionisti hanno fatto un'incursione anche nelcapoluogo, Dili: due case sono state date alle fiamme e sono risuonati colpi di arma da fuoco, ma non vi sarebbero stati danni alle persone. Il ministro indonesiano della Giustizia, Muladi, ha accusato l'Onu di parzialità a favore degli indipendentisti del Timor Est. I funzionari dell'Orni hanno respinto le accuse e ribadito la neutralità dell'istituzione. La tensione che accompagna questo storico appuntamento è dimostrata indirettamente dall'attività febbrile con cui a Darwin, capitale del Territorio del Nord, le autorità australiane si sono preparate ad affrontare i peggio: almeno un migliaio di soldati e il personale degli ospedali sono in stato di massima allerta. In caso di disordini a Timor, il contingente militare sarebbe in grado di raggiungere l'isola in poche ore per evacuarne i concittadini, i funzionari Onu e gli osservatori. le.st.) In tre cittadine operazioni di voto sospese per le minacce dei paramilitari contrari al distacco dell' ex colonia portoghese da Giacarta

Persone citate: Joel Lopez Gomes, Jose Ramos Horta, Marker, Xanana Gusmao