Caso Di Pietro, lite nella maggioranza

Caso Di Pietro, lite nella maggioranza Solo i Democratici difendono il senatore. La Loggia: ora Ciampi intervenga per le riforme Caso Di Pietro, lite nella maggioranza L'ex pm: «Critiche vergognose» Claudia Arletti Preoccupati, un pò' nervosi, imbarazzati, insomma alla prese con una nuova crepa: l'ultima uscita di Antonio Di Pietro in compagnia di An ha creato un grande scompiglio fra i partiti della maggioranza; e i rapporti già tesi tra i Democratici e il resto della coalizione sono, da ieri, .incora più intricati. Purè il vagheggiato accordo con Re in vista dello regionali adesso appare più lontano. L'ex magistrato di Mani Pulite, peraltro, ha deciso di insistere e, dopo il comizio pro-referendum con Mirko Tremaglia, ieri ha alzato la voce: «Le critiche che mi vengono rivolte non hanno alcun senso, è una vergogna». Soprattutto, Di Pietro ora rimprovera alla sinistra di mostrarsi fintamente sdegnala e ricorda: «Onesto referendum e lo stesso por il quale mi sono impegnalo in prima persona per mollo tempo, all'intorno di un comitato del quale facevano parie illustri esponenti della sinistra, come Claudio Petruccioli o Achille Occhetto. E alla conferenza stampa di presentazione c'erano anche Veltroni e Prodi, 0 l'ini...». Conclusione: «An ha avuto il coraggio di rilanciare la battaglia. E io dovrei prendere le distanze? Assurdo». Massimo D'Alema, ieri, alla questione ha dedicalo poche parole: «Di Pietro farebbe meglio a rivendicare i meriti del governo», definendo la maggioranza «un po' masochista», Chi rileva, con chiarezza, come sullo sfondo di questa vicenda vi sia il rapporto fra l'Asinelio e il resto della coalizione è il diessino Giorgio Mele, per il quale «Di Pietro è la punta di quell'iceberg che sono i Democratici». E così altri diessini, come Alfieri) Grandi e Stefano Passigli, osservano che «la leggerezza» di Di Pietro mette a rischio la maggioranza, Ancora, protestano i comunisti di Cossutta: l'ex magistrato, dicono, si sta mettendo contro al centrosinistra, è ora che decida da cho parte stare. Lo si accusa, soprattutto, di essersi fatto «interprete degli umori reazionari del paese». Stessa posizione è stata espressa, più o meno, dallo Sdi; quanto ai Verdi, Mauro Paissan pare rassegnato: «L'importante è che il centrosinistra faccia l'esatto contrario di quello che lui sostiene». Cosa succederà? Clemente Mastella l'altro giorno diceva: «Questo Di Pietro mi sembra Er Fiotta, un giorno di là, un giorno di qua»; e il popolare Sergio Mattarella, vicepresidente del consiglio lo accusava di assumere «toni da opposizione»; ma, ieri, passato il primo momento di sorpresa, trapelava anche il desiderio di circoscrivere l'accaduto, riducendolo a un semplice incidente di percorso o, almeno, a una sortita in linea con il personaggio-Di Pietro. Così, Franco Marini assicurava che «la raccolta di firme con An non è un vulnus per la maggioranza, anche se serve più coordinamento». E altri, con lui, si sono impegnali a spegnere fuochi, come il Verde Alfonso Pecoraro Scanio: «Per favore, non rispondiamo a errori con errori». Quanto ai Democratici, si sono mostrati quasi compatti nel difendere Antonio Di Pietro. Arturo Parisi, per esempio, nel concedere a Massimo D'Alema di essere «migliorato», ha colto l'occasione per spiegare che l'iniziativa referendaria del senatore era concordata; e Massimo Cacciari si è preoccupato di dire che «Di Pietro non 6 un personaggio scomodo, è anzi comodissimo. E comunque non è giusto dire che abbia rotto il fronte della maggioranza». «Inaccettabili le critiche a Di Pietro», ribadiva poi il capogrup¬ po, Rino Piscitello. L'opposizione, invece, di fronte a queste novità sembra volere attendere. Ieri, Mirko Tremaglia era raggiante: «Di Pietro non è mica Bertinotti». Ma poi: «Attenzione, non è un'alleanza organica. Ciò che è successo è importante, però bisogna ragionarci». Per Forza Italia, ha parlato Gianni Baget Bozzo, consigliere di Berlusconi: «Preoccupati? No, questo sodalizio non avrà sbocchi». Enrico La Loggia, evitando di toccare l'argomento, ieri si è appellato a Carlo Azeglio Ciampi perché sblocchi in qualche modo l'impasse sulle riforme. w Il Pdci: «Adesso scelga da che parte stare» Tremaglia: «Presto per parlare di alleanze» Qui accanto il senatore dell'Ulivo Antonio Di Pietro, a sinistra Francesco Cossiga

Luoghi citati: La Loggia