Falso problema quei tre davanti Il guaio rossonero sono i tre dietro di Gigi Garanzini

Falso problema quei tre davanti Il guaio rossonero sono i tre dietro IN ZONA GARANZINI Falso problema quei tre davanti Il guaio rossonero sono i tre dietro Gigi Garanzini Giorni e settimane passati a discutere sui tre davanti, 90 minuti di campionato e la scoperta che il problema del Milan, semmai, sono i tre didietro. Che danze in quest'esordio salentino, che sofferenze, che amnesie. E quante palle gol concesse, con tutto il rispetto, si capisce, a Conticchio, Sesa, Lima. Almeno almeno sei, oltre ai gol di Savino e Lucarelli. Troppe per una squadra che sfoggia lo scudetto numero 16. Gran partita il Lecce, un calcio continuo, aggressivo, avvolgente. E correttissimo, nemmeno un ammonito contro i quattro rossoneri, tutti per falli da dietro. Ma troppo remissivo il Milan, in particolare sulle corsie esteme. In mezzo, bene o male Albertini ed Ambrosini riuscivano a tamponare: sui fianchi, Helveg e Guly non hanno quasi mai garantito la necessaria protezione a Sala e N'Gotty che, per forma ancora scadente il primo e limiti sempre più evidenti il secondo, ne avrebbero avuto un gran bisogno. Orlano di Maldini, Costacurta di pezze ce ne ha messe tante: ma in quell'ultima mezzora dei nodi venuti al pettine qualcosa di troppo ha dovuto concedere anche lui. I nodi al pettine, proprio così. Errori individuali sono arrivati infatti nel finale, come conseguenza inevitabile di una troppo lunga sofferenza collettiva. Sul primo gol sia il cross di Colonnello che lo stacco di Savino sono stati effettuati in libertà assoluta; sul secondo Albertini ha provato a rimediare alla latitanza di Sala, ma gli è mancato il riflesso del difensore puro. Anche Abbiati è colpevole sul gol del primo pareggio, non avendo ben valutato la potenza dello stacco di Savino. Ci è andato molle, direbbe Aldo Serena che è stato poco reattivo. Ma da lì a tre minuti, quando Savino ha colpito ancor più indisturbato e stavolta su palla inattiva, il portiere ha trovato un riflesso davvero portentoso: sicché se un gol evitabile lo ha preso, un altro, già fatto, lo ha salvato. Accertate le responsabilità del trio-didietro, più i due esterni di centrocampo, non si può dire che i tre davanti abbiano incantato. Ma nella versione riveduta e corretta, con Weah al posto di Leonardo, due gol li hanno comunque infilati e altri due se li sono visti negare nel finale da un grande Chimenti. Esemplare l'azione del 2-1, con Weah che scavalla di lontano e crossa per Bierhoff. il centravanti che fa da sponda aerea e Shevchenko che brucia sul tempo difensore e portiere. L'unico, per la verità, lampo dell'ucraino, sino a lì mai perentorio e anzi, in un paio di cross in corsa, persino inquietante: ma è così che si presentano i campioni ancora alle prese con la fase di ambientamento. Viste le pozzanghere d'avvio, la scelta di un fiorettista come Leonardo è parsa discutibile. Come aperta rimane In discussione sul vero, grande tema di fondo. Ma il... la buona sorte di Zaccheroni, c'è ancora? Bah, portar via un punto dopo averla vista così poco è buon segno. Ma un anno fa sarebbero stati certamente tre. E senza particolari rossori. Manca Maldini e si nota Costacurta ha provato a tappare i buchi aperti da Sala e N'Gotty

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