Il Fenomeno non è geloso

Il Fenomeno non è geloso Piace, al popolo nerazzurro, l'abbraccio del brasiliano a Bobo Il Fenomeno non è geloso Nessuno ricorda che Lippi Peruzzi, Sousa e Vieri erano juventini, Panucci milanista Giovanni Cerniti MILANO SICCOME il vero interista è sbruffone (bisogna ancora tradurre il termine «bauscia» o le battutine dell'avvocato Prisco?) quando si esce da San Siro è già tutto chiaro. Dunque primi in classifica, il miglior attacco, il capocannoniere, la miglior difesa e il Milan che ha pareggiato a Lecce (tièl). L'anno scorso un 2-2 a Cagliari. Due anni fa con il Brescia, non ci fosse staio Recoba, sarebbe stata figuraccia subito, dalla prima di campionato. Benone, adesso. Forse troppo. Il Presidente aveva la faccia di chi ha vinto la scommessa. Novanta miliardi per Vieri, tre gol al primo colpo. Ronaldo, e anche questo è piaciuto, è stato il primo ad abbracciarlo. Non soffre di gelosia, almeno per ora. E' che soffre in campo, come diceva Beppe Viola parlando di Franco Baresi «fa cose belle ma inutili». Il tifoso dopo un 3-0 si può contentare: «Non è ancora lui...». Però l'interista, Prisco dixit, è un poco carogna e ha la memoria lunga. E allora quando entrano in campo Lippi e Vieri, Peruzzi e Sousa, come non ricordare che erano quattro juventini e Panucci un fottuto milanista che ha fatto perdere un paio di derby? «Marcello Lippi!», gridano i Boys. In tribuna stampa l'autorevole Zio Nino so- spetta: «Li avranno mica pagati?». I Boys cantano fedeltà a Moratti «ora e sempre presidente!», ma l'aria che tira è che se Vieri non segna, e in fretta, la carogneria si sentirà. «Tranquilli, vedo già il gioco, questa è una squadra che sa stare in campo». Una frase così non può che essere di Gian Maria Gazzaniga, nel suo genere un gigante. Quando Vieri segna fa l'occhiolino, «io l'avevo detto». Il vero tifoso interista, dedito anche alle ruffianerie, al gol cerca la tribuna d'onore: Complimenti presidente! Complimenti non solo per Vieri, che per 90 miliardi i gol li deve fare. Complimenti per l'acquisto di quel greco rapato che si chiama Georgatos. Nel primo tempo, assente quello vero, il Fenomeno era lui. Avanti e indrè sulla sinistra come un Roberto Carlos, e tira le punizioni, colpi di tacco, perfino serpentine, rincorse, un misirizzi che a momenti segna e cattivello fino all'ammonizione. Lippi lo voleva alla Juve già due anni fa, (altro tiè!). E' arrivato da sconosciuto, un greco all'Inter?, e da ieri guai a chi rimpiange Silvestre o West. Alla fine del primo tempo un gol e il dubbio: ma non è che nel secondo si rivede la squadra pazza che si fa male da sola, qualche «solita pirlata» in difesa? Una ci sarà, ma già sul rassicurante vantaggio di 2-0, coproduzione Zanetti, Cauet e Georgatos, Lippi che si alza e butta il sigaro e meno male che si alza pure Peruzzi. Ronaldo che sarà Ronaldo, Vieri che è già Vieri e «vinceremo il tricolor»! E' quasi fatta, no? I Boys lo gridano, il tifoso lo pensa davvero. Con il pareggio del Milan il campionato sembra davvero il più bello del mondo e del momento. Poi basterà un pari 0 peggio con la Roma o il Parma e il tifoso dirà che l'aveva già capito, che non bastano 1 miliardi per una Grande Inter e senza scomodare i soliti noti erano meglio i tempi di Milani, Peirò e Tagnin. Perchè quando vince il tifoso interista si esalta, quando non vince è solo una partita di calcio e non è più il calcio di una volta... Ma almeno per un giorno, o solo per poche ore, l'Inter è «nettamente» prima in classifica. Un giornalista, in sala stampa, ha cominciato a far girare la domanda perfida: «Con un Inter così campionato finito?». Scherzava, ma l'hanno preso sul serio. Sennò che interisti bauscia sarebbero?

Luoghi citati: Cagliari, Lecce, Milano