Vieri è già diventato re di San Siro di Roberto Beccantini

Vieri è già diventato re di San Siro Con una tripletta il bomber affossa il Verona ed esalta l'Inter che sinora aveva sempre perso Vieri è già diventato re di San Siro Moratti: «Sì, possiamo sognare» Roberto Beccantini MILANO Vieri, naturalmente. Ma anche un embrione di squadra, come di rado era emerso in questo avventurato agosto. Nel liquidare il fragile Verona, l'Inter va sul sicuro. Tre lanci verticali (Georgatos da sinistra, Moriero da destra, Di Biagio dal centro), tre gol di Vieri, di forza, in acrobazia, di precisione. In attesa del vero Ronaldo, non quello, giù di benzina, sdoganato nella ripresa, il popolo partecipa divertito all'allegro battesimo e ne Lrae favorevoli auspici. L'Inter applaudita a San Siro: non capitava da secoli. Vieri, si sapeva, è il totem di tutte le tribù che se lo assicurano. Sorprende, se mai, la disinvoltura con la quale la squadra di Marcello Lippi balza in sella all'avversario, e lo doma. Ordine, là dove vigeva la più selvaggia anarchia. Solidarietà, là dove, spesso, ognuno si limitava a curare il proprio orticello. E, finalmente, un terzino sinistro di ruolo, Georgatos, là dove, sbolognato Roberto Carlos, si navigava a svista, Pistone, Tarantino, Milanese, ZanetWest, Silvestre: non uno all'altezza. Se escludiamo un tentativo di Cauet, fuori bersaglio, l'Inter manda al tiro esclusivamente gli attaccanti: tre volte Zamorano (un palo) e sette, addirittura, Vieri. Come dire: gli specialisti servono, e come. Piace il fervore operativo che contribuisce a mascherare i ritardi di forma (Blanc, Zanetti, Moriero); colpisce il tremendismo di Paulo Sousa, che l'allenatore avanza a ridosso delle punte, per sfruttarne le sapienti traiettorie. Il Verona si arrangia: è imbottito di «deb», si ciba delle briciole che Melis e Cammarata raccolgono da sotto il tavolo. Organizzato, ma loggero; generoso, ma ingenuo (i centrali difensivi, soprattutto). L'Inter non gli concede che rare incursioni, e anche questa, se riandiamo con la memoria agli sfracelli d'antan, è una novità. Meglio, comunque, provvedere a migrazioni meno convulse e a chiusure più rigide: presto, i rigagnoli diventeranno fiumi in piena. Riesce tutto, all'Inter della svolta, restaurata nell'anima, rimpolpata nell'organico, snellita nelle trame: il passaggio dal 3-5-2 al 4-4-2, con Panucci a sinistra; l'esordio di Di Biagio; il pressing, la velocità, l'improvviso, e letale, cambio di fronte. Ronaldo, lui, è così indietro che non potrà che guadagnare terreno. Lippi gli aveva preferito Zamorano. Un segnale forte e chiaro. L'infortunio del cileno anticipa la staffetta. Vieri e Ronaldo si cercano, si fiutano, ma c'è un abisso, oggi, fra il devastante timbro dell'uno e il flebile scarabocchio dell'altro. Fatto sta che, nel lasciare San Siro, ci si dà di gomito, non è più l'Inter sgonfia e raccogliticca che le ha prese da Real, Parma, St. Etienne, Livorno e Bologna. Intorno a Vieri, per la prima volta, s'intravede un progetto. Christian va in gol di forza, in modo acrobatico, con tocco preciso e tira in porta altre tre volte | INTER W VERONA (ffTi.fr . ■■ flM 7 Roti: p.t : 17' Vieri, st.: 8' Vieri. 20' Vieri. Ammoniti: Gheorgatos, Falslni, Colucci L , Diana. Spettatori: paganti 17119. incasso 777.870.000. abbonati 50084. quota abbonati 1.425.193.841. IBH1 Vieri inaugura la tripletta: al volo di sinistro folgora il portiere Per Ronaldo un esordio piuttosto incolore. Il brasiliano ha cominciato dalla panchina, è entrato all'inizio della ripresa perché Zamorano s'era infortunato alla gamba ma non ha combinato niente di speciale

Luoghi citati: Bologna, Livorno, Parma, Verona