Agnelli: se parlo di Vieri divento di cattivo umore di Fabio Vergnano

Agnelli: se parlo di Vieri divento di cattivo umore Agnelli: se parlo di Vieri divento di cattivo umore Fabio Vergnano TORINO Prima la Ferrari, poi la Juve. Una giornata di emozioni forti per Giovanni Agnelli, che dal salotto di casa è passato al detestato Delle Alpi per non perdersi la «prima» dei bianconeri. Arrivato allo stadio soltanto poclù minuti prima del via, ha raggiunto comunque gli spogliatoi per salutare la squadra. Una gran fretta, entrando nell'ascensore si è scusato: «Sono in ritardo, se non mi sbrigo non riesco neppure a vedere i giocatori». Cinque minuti ed eccolo ricomparire diretto al posto che occupa da anni in tribuna d'onore. E' rimasto per un tempo soltanto, quanto è bastato per applaudire l'ennesima zampata di Inzaghi, per rendersi conto se l'avventura cominciata ieri sera potrà avere un esito meno sconsolante di quello della passata stagione, ma si è anche accorto che i problemi non mancano. Il cuore gli direbbe, ovviamente, Juve ad occhi chiusi, ma Agnelli si rende conto che tornare subito ai vertici non sarà impresa di poco conto. Infatti spiega: «La mia favorita? Come tifoso dico Juve, ma devo essere realista, e questa più che ima certezza è soltanto una speranza. Come sento dire da più parti, ci sono almeno sette squadre che puntano allo scudetto: la Juve è fra queste, tutlavia sarà molto difficile vincere. Direi che per la Juve è perfino più complicato che per la Ferrari. Là sono in due, qui in sette. Ma almeno nella griglia di partenza siamo tutti sullo stesso piano. Vedremo». Ancelotti si augura che l'Avvocato non sia lungimirante per la seconda volta. Anche cinque anni fa, con Lippi al debutto in panclùna, espresse gli stessi dubbi. Poi i fatti lo smentirono e dopo nove anni fu scudetto. Nella breve visita pre-partita ha stretto tante mani in maniera frettolosa. Era la prima volta che vedeva i nuovi arrivati di persona, finora li ha studiati alla tv. Curioso di tutto, Agnelli ha già posto l'attenzione su due dei giocatori della Juve di fine millennio: «Mi hanno parlato bene di Zambrotta e Kovacevic, da loro mi aspetto buone cose. Gli altri li conosco a memoria. Del Piero, Inzaghi, Ferrara: il problema è soltanto di averli sempre in buona salute, per il resto so cosa possono dare». Sarà il campionato di Del Piero? L'Avvocato studia bene la risposta poi sbotta: «Spero di sì. Mi hanno detto che è recuperato in pieno. Ecco, lui potrà essere lo Schumacher della Juve». E Ancelotti sarà il Todt della situa¬ zione? Ha ereditato la panchina di Lippi, dovrà tenlare di ripetere almeno in parte i trionfi del Marcello. Agnelli soffre di nostalgie calcistiche e ammette: «Dimenticare Lippi non è facile. Se succederà vorrà dire che sarà stato lui a farsi dimenticare in qualche modo». A proposito di ex che non passano mai di moda: Vieri ha inizialo il suo primo campionato da interista con una tripletta entusiasmante. L'Avvocato non ha inai nascosto il dispiacere per la partenza di Bobone e ancora una volla lo ribadisce con una frase che suona come una stilettata a chi si è sbarazzato di lui: «Di Vieri preferisco non parlare altrimenti divento di cattivo umore». Un passo indietro e siamo alla Ferrari, L'esito del Gran Premio ha rafforzato la certezza del presidente d'onore della Fiat: «Senza Schumacher è molto difficile, con lui qualche speranza c'è. Dal GP del Belgio mi pare che non ci I fosse molto da aspettarsi. Irvine è partito sesto, alla fine si è ri trovato quarto. Bene così». «Per la Juve più difficile che per la Ferrari ma spero che Del Piero sia il nostro Schumi» Giovanni Agnelli, ieri in tribuna per l'esordio della sua Juve, pensa che questo potrebbe essere l'anno magico di Del Piero (nella foto)

Luoghi citati: Belgio, Torino