Strauss e Mozart di fine estate

Strauss e Mozart di fine estate I DISCHI Strauss e Mozart di fine estate Alessandro Rosa QUALE atmosfera migliore di quella di fine estato por apprezzare il romanticismo espresso, ad alti livelli artistici, da Richard Strauss. Ed è anche l'occasione per celebrare il cinquatenario dalla morte di questo grande compositore tedesco (nato a Monaco nel 1864, morto a Garmisch nel 1949). Educato alla tradizione romantica, Richard Strauss rimase per diverso tempo estraneo alle seduzione della scuola «neotedesca» di Wagner e Liszt. Ma si converti al wagnerismo, e alla tendenza compositiva che fu essenziale alla scuola neotedesca: la musica a programma. E per ben trent'anni si dedicò ai poemi sinfonici, tratti eminenti della sua arte. Por la ricorrenza l'industria ha edito però due versioni della sua pregevole produzione lioderistica. 1 «Lieder» (Decca, 1 Cd) di Strauss non sono l'occasione por il soprano Barbara Bonney per esibire gioielli cesellati dalla mano di un maestro ma por invitare a condividero con tatto lo esperienze del passato. Dizione o respirazione poifette, omogeneità nelle scolte del timbro in ogni registro, vicinanza del tono adottato garantiscono a queste interpretazioni una qualità superiore. Un ciclo integrale (l'opera 10 così ben dosata nella consistenza di «Zueignung» come nella fragilità di «Dio Nuchl» o nel tormento di «Geduld») e alcuno pagine isolate (tra cui la celebre «Das Rosonband», offerta in questa circostanza con squisita sobrietà) compongono un recital d'antologia che culmina con i «Quattro ultimi Liedor» nella versione con il pianoforte di Malcom Martineau. Spogliati dol loro abitualo abbigliamento orchestralo, i capolavori di Strauss conservano nella loro essenzialità tutta la loro potenza espressi¬ va e testimoniano al meglio della libertà armonica di cui era capace Richard Strauss. Alla stessa stregua di Barbara Bonney, Martineau va dritto all'essenziale senza farsi notare e attento a fornire con il soprano una riuscita dell'incisione che si può definire unica. Meglio questa registrazione di quella offerta por la Rea da Andreas Schmidt, e anche Juliane Banse, con al pianoforte Rudolf Jansen. Di maestro assoluto in maostro assoluto: Wolfgang Amadeus Mozart. L'attualità discografica ci porta nella produzione sinfonica. Il divino Wolfgang ne scrisse ben cinquantadue di sinfonie, toccando in osso tutti gli stili allora contemplati, ma caratterizzandole con il suo marchio che fu la drammatizzazione espressiva dei materiali tematici. Ed è la linea che ha guidato Riccardo Muti, alla testa dei Wiener Philharmoniker, nell'esecuzione della coppia «Haffner e Prague» (Philips, 1 Cd), registrato nel novembre '97 a Vienna. Queste duo composizioni in Re, rispettivamente K. 385 (con il suo carattere di serenata e la sua aria di l'osta) e K. 504 (dotata di un'affinità spirituale con «Figaro» e «Don Giovanni») sono tra le dieci più rappresentative della produzione sinfonica mozartiana. Con il dono di una rara eleganza solaro noll'esaltaro la variegata espressività, Muti guida i Wiener Philbarmonikor a regalarci 57 minuti e 52" di raffinatissima estasi.

Luoghi citati: Monaco, Vienna