DOPO LA MIR, LA META È MARTE di Piero Bianucci

DOPO LA MIR, LA META È MARTE //. FUTURO DELL'ASTRONAUTICA DOPO LA MIR, LA META È MARTE Piero Bianucci ORA che gli ultimi ospiti della Mir sono tornati a casa, si pongono tre domande. A che cosa è servita la stazione spaziale russa? Dobbiamo temere la caduta di questa massa di 120 tonnellate'' Quali sono i prossimi obicttivi? Incominciamo dal bilancio. Lungo le 77 mila orbite che la Mir ha inanellato, si sono svolte 19 mila richerche di astronomia, biologia, fìsica, chimica, scienza dei materiali, meteorologia, ecologia. Ma soprattutto la Mir è servita a mettere alla prova l'uomo in vista di un viaggio verso Marte. I primati eli permanenza nello spazio stabiliti sulla Mir si sono succeduti a ritmo incalzante: Romanenko, 326 giorni; Titov e Manarov, 366 giorni; Polyakov, 438 giorni (record attuale); il primato femminile e ili Elena Kondakova, con 169 giorni. Curiosamente, anche il record americano, quello di Shanon Lucici, IKK giorni, è stato ottenuto sulla Mir. Perché la stazione russa era aperta a varie collaborazioni internazionali: oltre agli americani, l'hanno visitata astronauti provenienti da Kazakistan, Siria, Bulgaria, Afganistan, Francia, Giappone, Gran Bretagna, Austria, Germania. In totale, 106 astronauti russi e 63 stranieri sono stati cittadini della Mir, parola che non a caso significa «pace», ma anche «mondo nuovo». Rischio rientro. La Mir orbita a 350 chilometri di quota e per il 70 per cento del tempo sorvola terraferma, incluse regioni molto abitate come l'Europa, il Nord America, la Russia, l'Argentina. Il modulo più grande pesa 21 tonnellate e misura 13 metri per 4. Oggetti così massicci non si disintegrano nell'attrito con l'aria. Nel luglio 1988 Mosca ha preparato un piano per il rientro in sicurezza. Nei prossimi mesi la Mir perderà quota per una specie di frenata aerodinamica. In primavera, forse a maggio, quando sarà scesa a 200 chilometri, verranno accesi i piccoli razzi di assetto a prua e a poppa, in modo da farla tuffare negli strati più densi dell'atmosfera. L'enorme attrito la spezzerà in numerosi frammenti, che verranno fatti precipitare sull'oceano Pacifico: una pioggia di stelle cadenti artificiali. I frammenti minori si vaporizzeranno, i più massicci affonderanno in mare. Il futuro. E' la Stazione Spaziale Internazionale. Sarà pronta nel 2004, peserà 456 tonnellate, misurerà 106 metri di lunghezza per 80 di larghezza. E' un condominio tra Usa, Russia, Europa, Canada e Giappone. Una sola potenza oggi non può permettersi imprese così compiesse e costose perché lo spazio ha smesso di essere uno scenario di confronto militare. Ecco il frutto migliore della tecnologia astronautica.

Persone citate: Romanenko, Shanon, Titov