Dante? L'ho studiato in Senato di Raffaello Masci

Dante? L'ho studiato in Senato L'estate calda di Carpi, sottosegretario all'Industria che scrive un saggio sul poeta Dante? L'ho studiato in Senato «Andreotti mi ha insegnato a sfruttare i tempi morti» Raffaello Masci ROMA u MBERTO Carpi - sottosetario all'Industria al 12 agosto a oggi ha dovuto fare fronte, oltre che all'afa agostana, anche alle seguenti «cosucce»: aumento del prezzo del greggio, prima fase dei rincari della benzina, ripresa dell'inflazione dovuta proprio a questi rincari, seconda fase dei rincari della benzina, rilevazione dei prezzi al consumo nelle città campione, annuncio dei rincari delle tariffe energetiche del 3%, monitoraggio sistematico dei prezzi dei carburanti alla pompa. Nonostante questa mole di lavoro non propriamente arcadi¬ ca, il sottosegretario, già preside della facoltà di Lettere nell'Università di Pisa, ha portato a compimento un saggio di 400 pagine che uscirà a Natale: La nobiltà di Dante. «Sono stato concentrato su Dante non meno di otto ore al giorno - racconta - e, al tempo stesso, non ho mai abbassato la mia attenzione verso gli impegni del mio incarico politico. Studiavo, scrivevo, anche se ogni quarto d'ora mi chiamavano al telefono il presidente dell'Unione petrolifera De Vita, l'Ansa, La Stampa, il ministro Bersani, Mattarella e altri». Carpi è parlamentare dal '94, prima era m Rifondazione, ora e con Cossutta nel pdci. La sua vita, trascorsa nelle biblioteche a fare ricerca, con i tempi blandi del caso, è stata a un certo punto scaraventata nell'agone politico dove si devono assumere informazioni essenziali per prendere decisioni rapide. Un piccolo choc per un intellettuale, che però ha trovato «un maestro» del tutto inatteso per un comunista come lui: Giulio Andreotti. «Ritengo che il Senatore a vita sia un uomo di straordinarie intelligenza e cultura, ho di lui una stima grandissima e non esito ad affermare che un uomo della sua levatura debba essere giudicato solo dal tribunale della storia e da nessun altro». E così il prof. Carpi osservava l'anziano statista che si portava in aula da scrivere e da studiare, e si distoglieva da questo impe- gno solo quando sentiva che il dibattito stava toccando temi rilevanti. «Ho imparato anch'io ad impiegare il tempo come faceva lui - spiega -. Nelle lunghe pause dei lavori parlamentari no cominciato a frequentare assiduamente la fantastica biblioteca del Senato insieme al senatore ds e "duecentista" Fernando Pappalardo». All'inizio del primo mandato parlamentare concluse cosi la sua traduzione dei saggi sulle antichità classiche di Von Hum¬ boldt per riprendere subito dopo gli studi danteschi. Un giorno incontrò Andreotti e gli regalò un suo vecchio lavoro su Dante. Dopo qualche giorno il Senatore a vita lo chiamò per invitarlo a tenere una conferenza alla Casa di Dante in Trastevere: doveva parlare del XII canto dell'Inferno, dove si tratta dei violenti. Ne trasse un saggio sulla tirannide e i tiranni in Dante. «Fu l'inizio di un percorso di approfondimento sulla nuova geografia politica che si andava definendo ai tempi del Poeta, con l'Impero ormai in disgregazione, l'emergere di nuove figure istituzionali nei Comuni e di una nuova aristocrazia. E Dante che legge tutto questo con le sue categorie ideologiche, un po' reazionarie, di fedele dell'idea imperiale, per cui fa emergere alcuni personaggi (tra cui anche improbabili avi di nobile lignaggio, da qui il titolo del saggio) mentre tace su figure illustrissime ma dal ruolo assai stridente con la sua visione imperocentrica, come Luigi IX, "martire della fede" morto in crociata». Umberto Carpi

Persone citate: Andreotti, Bersani, Cossutta, De Vita, Fernando Pappalardo, Giulio Andreotti, Luigi Ix, Mattarella, Umberto Carpi

Luoghi citati: Carpi, Roma