E' bufera sugli immobili degli enti

E' bufera sugli immobili degli enti I Verdi all'attacco: «Niente sconti agli inquilini eccellenti». An accusa Salvi E' bufera sugli immobili degli enti Nel mirino alti burocrati e parlamentari ROMA Nella polemica sulla vendita defili immobili degli enti previdenziali intervengono i politici. In particolare, sono i parlamentari dell'opposizione ad accusare la maggioranza di proteggere una rete di privilegi di «casta». Una direttiva del ministro del lavoro Salvi ha fissato tempi e criteri della vendita di circa 94 mila alloggi di proprietà degli enti: entro pochi mesi almeno il 25% andrà ceduto. Nell'acquisto, gli attuali inquilini sono favoriti dal diritto di prelazione e da prezzi molto bassi. LE PRIME DISCUSSIONI La polemica adesso prende i toni accesi dello scontro politico, ma in realtà la decisione di Cesare Salvi ha fatto discutere fin dal principio. Aveva cominciato la Confedilizia, che accusava il ministro di «svendere» e di creare assurdi favoritismi per chi già abitava le case. Rispondevano i sindacati degli inquilini, favorevoli all'operazione! e attenti a difendere i privilegi acquisiti. Poi erano intervenuti gli enti, ricordando che la vendita era prevista da anni, ma non ita stata mai effettuata, pur nel bisogno vitale di un risanamento. Da ultimo, col coltello tra i denti, ecco i politici. Vediamo i perché, LA POLEMICA POLITICA Per l'opposizione, con la direttiva Salvi, la maggioranza intende proleggere la nomenclatura che abita nelle case degli enti e che apparterrebbe per larga parte al centrosinistra politico e sindacale: «Salvi -accusa Maurizio Gasparri, Alleanza nazionale - vuol fare un regalo ai suoi compagni di partito Veltroni e Nilde lotti. Oltre alla denuncia per verificare se vi sia un interesse privato in atti d'ufficio, assumeremo immediati! iniziative parlamentari». Gli fa eco il compagno di partito Fran- cesco Storace, presidente della Commissione di vigilanza Rai: «Con Salvi, sono salvi i privilegiati. Il primo atto del ministro che doveva combattere la disoccupazione è stato favorire i suoi amici che occupano le case degli enti. Non si illuda di far passare sotto silenzio questa vergogna: in Finanziaria chiederemo una norma per frenare i privilegi della nomenclatura». Un'interrogazio¬ ne al ministro Salvi arriva anche dal Verde Alfonso Pecoraro Scanio, che chiede un intervento per evitare l'applicazione degli sconti a parlamentari, ex parlamentari e alti burocrati con redditi elevati per i quali «si prevede una sorta di regalo immobiliare». INQUILINI ECCELLENTI. In realtà, fin da subito, la Confedilizia aveva criticato i privilegi concessi agli inquilini. Fra i quali molti erano stati coinvolti in «Affittopoli», lo scandalo dei canoni popolari pagati dai politici. Tutti gli inquilini, infatti, potranno acquistare a prezzi molto scontati: -30% perché la casa è occupata, più un ulteriore -20% se ci si mette in cooperativa e si acquista l'intero immobile. Effettivamente la lista dei parlamentari che abitano in case degli enti pubblici è nutrita. Walter Veltroni, acquistando la casa in affitto all'Inpdai, risparmierebbe 200 milioni. Armando Cossutta, se compra, «guadagnerà» 170 milioni. Più ricchi i «vantaggi» di Nilde lotti e Ciriaco De Mita, che hanno enormi residenze nel centro di Roma: rispettivamente lo sconto arriverebbe a 600 milioni e a più di un miliardo. C'è poi Sergio D'Antoni, il cui guadagno si aggirerebbe sui 500 milioni. Vito Scalia abita a Piazza di Spagna e se compra fa un affare, cosi come Luca Danese, nipote di Andreotti, che occupa 303 metri quadri dietro Castel Sant'Angelo. INQUIUNI NORMALI Se i ricchi rido no, nonostante le facilitazioni, comprare sarà comunque difficile per tutti quelli che della casa «popolare» hanno davvero bisogno. I sindacati sono lì a difenderli: «Si costruisce una campagna stampa contro 1000 inquilini di lusso - accusa il Sunia - e si dimenticano gli altri 90 mila che dovranno sacrificarsi e accendere mutui. Per loro, gli sconti sono appena sufficienti» fj. arb.l fonie:. Oiitmnrio lui \ CITTA Patrimonio DI CUI RESIDENZE Immobiliare degli Enti Previdenziali ■ Ufficio Itinico BARI BOLOGNA CATANIA FIRENZE GENOVA MILANO NAPOLI PALERMO ROMA TORINO TRIESTE VENEZIA C. MIN. 30 59 46 163 106 329 102 25 .553 138 42 37 .552 159.858 306.766 98.117 352.759 456.748 1.750.636 551.026 158.385 14.743.235 368.070 154.905 126.133 10.145.485 CATASTAI.E | NUMERO 26?77^3^M8^57^6^^93^2iaS^63