Quarantatre ribelli contro Schroeder di Emanuele Novazio
Quarantatre ribelli contro Schroeder «Non vogliamo sacrifìci solo per i lavoratori». Al Bundestag la maggioranza è di 21 deputati Quarantatre ribelli contro Schroeder «Voteremo contro ilpiano di tagli» Emanuele Novazio corrispondente da BERLINO «Questi rimproveri dall'interno sono insopportabili, (nel partito, ndr) deve ritornare la calma», ammonisce per la seconda volta in una settimana il Cancelliere Schroeder. Ma la sinistra socialdemocratica si ribella al piano di austerità del governo, e la possibilità che il congelamento delle pensioni (ancorate per due anni all'inflazione) e i tagli ai sussidi di disoccupazione siano bloccati in Parlamento diventa sempre più concreto. A meno di una revisione che Schroeder considera «improponibile», 43 deputati del'Spd voteranno contro il pacchetto messo a punto la scorsa settimana dal ministro delle Finanze Eichel. Al pericolo di un «no» al Bundesrat - dove l'Spd ha perso la maggioranza, e dove perfino alcuni Laender a guida socialdemocratica come la Saar minacciano il voto contrario - si aggiunge dunque il rischio di una clamorosa sconfessione al Bundestag, In Parlamento il governo rossoverde ha 21 voti di maggioranza: la defezione di 43 deputati segnerebbe la fine del pacchetto al quale Schroeder affida la bonifica delle finanze pubbliche. Con pesantissime conseguenze sull'immagine del Cancelliere, e gravi incertezze; per la tenuta europea della Germania. I ribelli decideranno una posizione comune nei prossimi giorni. Ma la loro linea è chiara: «Non siamo contro i risparmi. Vogliamo che i sacrifici non siano a senso unico, contro i lavoratori, e vengano meglio distribuiti», afferma il loro leader, il bavarese Uwe Hiksc. Altri, per compensare la rinuncia a questi risparmi, chiedono la reintroduzione dell'imposta sul patrimonio: «In campagna elettorialo avevamo garantito il rispetto della giustizia sociale. Secondo noi questo significa interventi fiscali sui beni e sui redditi più alti», sostiene il deputato Dieter Rossmann, che avverte: «Il mio comportamento al Bundestag lo deciderò tenendo conto della mia base elettorale. Non siamo in una "democrazia del Cancelliere" ma in una democrazia parlamentare». La ribellione dei 43 deputa- ti rafforza i malumori esplosi subito dopo la presentazine del piano di austerità nelle regioni, che protestano per una redistribuzione delle spese a loro sfavorevoli. Ma le difficoltà di Schroeder sono aggravate dall'insoddisfazione popolare: al Cancelliere si rimprovera «la mancanza di attitudine al comando»; Schroeder inoltre è precipitato al sesto posto nella scala dei politici più amati, dopo compagni di partito o di governo e tre leader dell'opposizione, compreso il suo predecessore Kohl. E i sondaggi relativi alle elezioni locali che comincerano domenica prossima sono disastrosi: quasi certamente, l'Spd perderà piazze storiche come Dortmund. Se si votasse oggi per il rinnovo del Bundestag, infine, la Cdu sconfitta pesantemente un anno fa stravincerebbe, con il 45-46 per cento contro il 32-33 dei socialdemocratici. Nella storia della Repubblica federale non si era mai registrata un tale rovesciamento degli umori elettorali dopo un periodo tanto breve di governo. Di solito, le difficoltà cominciavano verso la metà della legislatura: oggi invece, un quinto dei tedeschi che lo scorso 27 di settembre votarono per Schroeder sceglierebbe la Cdu di Wolfgang Schaeuble, afferma Manfred Guellner, direttore di uno dei principali istituti demoscopici, il «Forsa». Le cause di questa caduta? Le incertezze del Cancelliere, amplificate dal rituale dei richiami senza conseguenze: oltre a contraddizioni e ritardi nell'azione di governo, dalla riforma delle pensioni a quella fiscale a quella della sanità. La fronda chiede una revisione del progetto Il Cancelliere la considera «improponibile» Il ministro delle Finanze tedesco, Hans Eichel, e, nella foto grande, il Cancelliere Gerhard Schroeder
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