Voto, vigilia di sangue a Timor Est

Voto, vigilia di sangue a Timor Est Oggi il referendum Voto, vigilia di sangue a Timor Est GIAKARTA Vigilia di voto di tensione e sangue a Timor Est, provincia indonesiana chiamata oggi a decidere sull'indipendenza o sull'autonomia, dopo più di 24 anni di brutale occupazione militare mai accettata dalle Nazioni Unite - da parte di Giakarta. Due le vittime di ieri, segnalate dalla polizia locale: si tratta di miliziani filo-indonesiani, che avrebbero provocato gli indipendentisti in un «loro» quartiere e che sono stati massacrati a colpi di machete. L'episodio ha così fatto saltare l'intesa - durata solo 4 ore - che impegnava i due opposti schieramenti a tenere lontani dalle strade i loro militanti armati. Ennesimo segnale del fatto che si tratta di consultazioni ad alto rischio, seppur organizzate e supervisionate dall'Onu, già rinviate due volte a causa di una generalizzata mancanza di sicurezza dovuta essenzialmente alle campagne di intimidazione e di terrore organizzate dalle milizie filo-indonesiane, controllate, addestrate ed equipaggiate proprio da Giakarta. E anche ieri il governo indonesiano è sembrato mettere le mani avanti, facendo dire all'esercito che non c'è garanzia di sicurezza per la popolazione di Timor Est, in caso di sollevazione di massa durante il referendum. Il portavoce dell'esercito Sudrajat ha detto che militari e polizia «restano impegnati» a proteggere la popò lazione, ma ha anche aggiunto che «esercito e polizia non possono garantirne la sicurezza al cento per cento». Affermazioni che hanno in parte tolto credibilità, secondo alcuni analisti, al conciliante appello del presidente indonesiano Yusuf Habibie che ha chiesto a Timor Est di «restare uniti, per costruire un futuro più prospero a fianco dei loro fratelli e sorelle». E, anche, affermazioni che hanno steso un velo minaccioso sulla frase successiva. «Non bisogna lasciar cadere l'offerta di una larga autonomia - ha detto il capo di Stato che rischia di perdere quella che l'Indonesia considera la sua 27° provincia -. Fatelo sapere ai vostri figli, ai vostri amici e, in generale, a chi ha opinioni diverse». Tant'è che il premio Nobel per la pace (nel 1996) monsignor Carlos Felipe Ximenes Belo, vescovo di Dili (capitale di Timor Est), in un'intervista a una radio portoghese ha detto di essere molto preoccupato, aggiungendo che forse «sarebbe meglio rinviare il referendum a quando la gente non avrà più paura e potrà andare a votare liberamente, tranquillamente e in pace». In ogni caso, «siate coraggiosi e votate seguendo la vostra coscienza», ha detto in un appello ai suoi concittadini. Il timore, nonostante la presenza dell'Onu, è dunque che molti abitanti di Timor Est favorevoli all'indipendenza non si rechino alle urne per paura di ritorsioni o in seguito a minacce delle milizie filo-indonesiane, tra le più sanguinarie nella repressione delle spinte indipendentiste. [Ansa)

Persone citate: Carlos Felipe Ximenes, Yusuf Habibie

Luoghi citati: Dili, Giakarta, Indonesia, Timor Est