Un pari per D'Alema a Lecce nel primo derby col Cavaliere di Aldo Cazzullo

Un pari per D'Alema a Lecce nel primo derby col Cavaliere IL PRESIDENTE ALLO STADIO A TIFARE CONTRO IL MILAN CON CASINI, MA BERLUSCONI NON C'ERA Un pari per D'Alema a Lecce nel primo derby col Cavaliere retroscena Aldo Cazzullo inviato a GALLIPOLI «Vai Savino! Vai». Massimo D'Alema scatta in piedi, le braccia al cielo, gli occhiali scuri nel pugno chiuso. Lo Stopperdel suo Lecce ha appena infilato di testa il portieri; del Milan di Berlusconi, e il premier incassa il pareggio e una pacca dal polista fedifrago l'ierferdinando Casini. Tifo indiavolato v fu fu libero: per il premier Massimo D'Alema è un pomeriggio di passione. Scettico sul Milan zoppicante del precampionato, il capo dell'opposizione non si è fatto vedere e ha mandato avanti l'amministra loie delegato rossoneri), Adria no Calliani. «Ecco il mio vero interlocutore politico», celia D'Alema (piando vede il dirigente del Milan, mentre il figlio Francesco, con la maglietta dei Simpson, infierisci;: «Io ti conosco, ti ho visto a Roma Milan, quando le avete buscate...». Il presidente del Consiglio entra sul fischio d'inizio e in concomitanza con il coro della curva Nord: «E' un momento che può diventare magico / e che magico diventerà». Camicia azzurra, maniche rimboccate, pantaloni blu, si siede accanto al sindaco di Gallipoli, il lido Flavio l'usano. «Hai visto? - gli chiede Casini, che nel weekend, con Massimo D'Alema in barca sotto la pioggia, ha costruito la vittoria nella gara d'abbronzatura -. Il Corriere dellu Sera ha scritto che ci siamo incontrali a Capri e non ci siamo salutati. Ma io non ti ho visto... Abbiamo l'atto la stessa rotta, Lipari, Filicudi, Ustica, ma in giorni diversi. Ci voleva, questa vacanza». «E' una questione di civiltà - concorda D'Ale ma -: dar mostra di non riposarsi mai ò da esibizionisti». La partita, però, non dà un minimo di tregua. Il Lecce domina, e il premier ne ò orgoglioso: «Come meridionale, ho sempre trovato un po' umiliante vedere nelle strade del Sud gli emblemi delle grandi squadre del Nord. Ora anche il Mezzogiorno è in serie A. Il pronostico? Vinca il migliore. Cioè il Lecce». «Ale superstar», invoca la curva; ma si riferisce al bomber di casa Lucarelli. D'Alema soffre, schiva un energumeno che scruta in piedi dentro un binocolo per la caccia al rinoceronte, rimprovera capitan Conticchio per una ciabattata in curva, richiama l'arbitro («questo va fuori», ma Albertini, che ha appena falciato da dietro il brasiliano Lima, sarà soltanto ammonito dall'arbitro), consiglia a Sesa di lasciar palla al compagno, sbuffa, si tormenta il baffo con la mano, gonfia le gote e, (piando Lima sfiora la traversa, finalmente si abbandona al gesto reso celebre da Striscia. «Giallorossi eroi»: il coro della Nord gratifica l'anima romanista del premier (che però, come Casini, in Salento tiene collegio elettorale); mentre l'anima garantista si sarà certo ribellata al successivo «Berlusconi in manette ole». Latita il Cavaliere, spunta Adriana Poli Bortone, a c.chiu megghia sindache, come la additano i fedelissimi: «Siamo in famiglia», la saluta D'Alema. E spunta pure Weah: 1 a 0 per il Milan. Il presidente, sinceramente turbato, scuote il capo per un minuto buono. Sotto il palco d'onore, i tifosi lo riconoscono, lui rinuncia al caffè per stringere mani («Cosa fa la Roma? Vince? Bene beno»), salvo poi ritrarsi quando affiorano argomenti sgraditi, come la Lazio e le pensioni. Non s'è ancora assopito il fermento per il pareggio leccese, che l'infido postcoinunista Shevchenko riporta in vantaggio il Milan. Galliani dà mano al telefonino per recaro oltremare la buona notizia: lo scudetto è l'arma più forte, e non c'è par condicio che possa oscurarlo. Del resto, all'esordio in politica, Berlusconi non aveva forse rinfacciato a Spaventa, rivale nello scontro diretto nel collegio Roma 1, le due Coppe Campioni vinte? E lui, D'Alema, che non ha in bacheca neppure una Coppa Uefa? Per fortuna Giumenti evita il peggio su Bierhoff e strappa un elogio al presidente. Ma è Lucarelli a cavargli l'urlo. Gol, 2 a 2. Per non correre rischi, D'Alema resta sino al fischio finale e applaude anche i passaggi al portiere. La sconfitta nel derby è scongiurata. Con Silvio si rivedranno all'Olimpico. Il premier Massimo D'Alema in tribuna allo stadio di Lecce con Galliani e Casini