E' L'ORA DEL SILENZIO

E' L'ORA DEL SILENZIO IL CASO BARALDINI E' L'ORA DEL SILENZIO Boris Biancherl COME gli ironici commenti della stampa americana di questi giorni dimostrano, la vicenda di Silvia Baraldini è sul piano internazionale un fatto politico assai più che un fatto giudiziario. Per quanto limitato esso tocca i nostri rapporti con gli Stati Uniti e, da questo punto di vista, merita una ulteriore riflessione. Che sia un fatto politico lo prova la circostanza che la stessa Convenzione di Strasburgo, nel prevedere le condizioni in cui un condannato può scontare la pena inflittagli nel proprio Paese di origine anziché in quello in cui è stata emanata la sentenza, subordina la sua applicazione concreta alla volontà politica di entrambi i Paesi, quello in cui il reato è stato commesso e quello di origine del colpevole. L'Italia ha chiesto l'applicazione di questa Convenzione nei confronti della baraldini per dieci anni e per dieci anni - del tutto legittimamente, perché non vi erano in alcun modo obbligati - gli Stati Uniti hanno respinto la richiesta. Ora l'hanno accolta. li' giusto chiedersi perché. Il rifiuto degli Stati Uniti aveva, io credo, tre ragioni principali. La prima era l'opposizione dell'Fbi. Due agenti federali avevano perso la vita a seguito delle azioni del gruppo terroristico della Baraldini e l'Agenzia americana ha sempre tenuto al principio che chiunque fosse responsabile dell'omicidio di un suo agente o scontasse la pena o se ne pentisse pubblicamente; cosa che la Baraldini, per ragioni di cui è la sola giudice, ha rifiutato di fare. Questa lunga opposizione dell'Fbi si è attenuata dopo che l'Agenzia è passata sotto la direzione di Louic Freeh, buon conoscitore dell'Italia e amico a suo tempo di Falcone, assai attento alla collaborazione con le nostre autorità di polizia. La seconda ragione sta nel fatto che gli americani hanno sempre creduto che sotto la pressione della sinistra, dopo esser giunta in Italia, la Baraldini sarebbe stata presto liberata violando cosi la Convenzione di Strasburgo e creando un incidente con gli Stati Uniti. Sotto questo aspetto, l'attuale governo, proprio per la matrice politica del nostro presidente del Consiglio oltre che per la credibilità da lui acquisita durante la crisi del Kosovo, offriva evidentemente le garanzie ritenute necessarie. Credo che questa fiducia fosse giustificata, ma la provii la darà il tempo. Il terzo motivo era la possibilità che Silvia Baraldini diventasse in Italia una specie di simbolo di un anti-America di maniera, una specie di Sakharov alla rovescia, l'impersonificaziotie non solo di una certa nobiltà del terrorismo ma anche di ciò che vi è di inumano nell'esercizio dell'autorità è nella sanzione delle leggi. E qui siamo in un'area torbida nella quale in Italia molti amano pescare. I timori americani non mi sembrano ingiustificati. Ce da sperare che Silvia Baraldini non diventi il simbolo di nulla e resti ciò che è, una infelice creatura che ha molto sbagliato e pagato duramente. E che attorno a lei scenda il silenzio.

Persone citate: Baraldini, Boris Biancherl, Freeh, Sakharov, Silvia Baraldini