Pay-tv, Tute debutto con TeleEnel

Pay-tv, Tute debutto con TeleEnel Polemica sull'ingresso in Telepiù. Forse già domani l'annuncio dell'intesa Pay-tv, Tute debutto con TeleEnel Nesi: «La missione dell'ente elettrico è finita» ROMA Avuto il via libero dal Tesoro, l'Enel guidata da Chicco Testa e Franco Tato si appresta a rilevare da Canal Plus il 30% del capitale di Telepiù. L'annuncio è atteso per domani e tra gli altri soci italiani di Telepiù (con una quota complessiva del 10%) vi dovrebbero essere la Cofiri (Iri), il San Paolo Imi e la Comit. Il gruppo Telepiù, di cui la Rai ha l'l%, sarebbe stato valutato circa 3.000 miliardi di lire. L'Enel, per la sua quota, dovrebbe sborsare dagli 800 ai mille miliardi. La notizia ha già messo in allarme i sindacati. «E' chiaro che in questa fase l'Enel sta scegliendo quale suo core business le telecomunicazioni piuttosto che l'energia. I più recenti investimenti si sono concentrati tutti nelle tic», dice preoccupato il segretario confederale della Ceil Walter Cerfeda. Cerfeda rileva anche che gli investimen- ti in Wind e. soprattutto nella pay-tv provengono dai ricavi delle bollette elettriche. «Gli utenti, che devono ottenere un miglioramento del servizio elettrico, - aggiunge - vanno prima garantiti nel rifacimento del parco elettrico». Ma a stemperare gli allarmismi scende in campo d presidente della commissione attività produttive della Camera Nerio Nesi, che è anche responsabile economico del Pdci guidato da Cossutta. «Se l'obiettivo è il profitto, l'operazione è corretta. Solo che così l'Enel perde la sua missione aziendale, che è di essere fra i primi operatori del settore elettrico». Nesi rileva che tutti i gruppi italiani «diventano multisettoriali, un fenomeno tutto italiano, non europeo, che ripercorre il cammino del capitalismo statunitense». Certo, riconosce Nesi, nei panni di Franco Tato «se fossi convinto che comprare il 30% di Telepiù dà reddito, perché dovrei dire di no, specie in vista della privatizzazione di una quota del 15%». Per Nesi «l'unico limite è proprio la qualità del servizio elettrico». Spiega infatti che «gli investimenti dell'Enel dovrebbero indirizzarsi principalmente per migliorare gli impianti di produzione e, di conseguenza, la qualità del servizio offerto all'utenza, che paga la bolletta». Franco Tato, amministratore delegato dell'Enel. Finito il monopolio l'ente è pronto a buttarsi nel business multimediale

Luoghi citati: Roma, San Paolo