Ora sotto tiro c'è lo «sportello Italia» di Valeria Sacchi

Ora sotto tiro c'è lo «sportello Italia» LA GUERRA D'OLTRALPE e i giochi di casa nostra Ora sotto tiro c'è lo «sportello Italia» Paribas è già presente, c'è un occhio anche su Generali scenari Valeria Sacchi MILANO A poche ore dal ano» del Cecei all'operazione Société Generale, un portavoce di Bnp ha dichiarato: «Ora abbiamo risorse considerevoli e grandi liquidità sia in Bnp che in Paribas. La logica è quella di devolverle allo sviluppo europeo e internazionale». Un programma che non può non suonare come ulteriore stimolo ai mercati che da settimane seguono con attenzione l'evolversi della battaglia di Francia. Esclusa anche la possibilità di un'Opa sulla banca retta da Daniel Bouton, il presidente di Bnp-Paribas, Michel Pébereau, si ritrova quindi pieno di quattrini. Del resto, che la battaglia di Francia avesse già dato un'ulte¬ riore scossa all'universo europeo del credito, lo dimostra il fatto che, mentre il SantanderHispano era corso in aiuto di Bouton acquistando il 4,9% di SiteCimi., il suo alleato italiano, Sanpaolo Imi, era entrato nel capitale Bnp con l'I,51%. Se dunque Bnp è pronta a rimettersi in moto, anche Soc. Gen. dovrà a sua volta reagire, poiché, oggi più che mai, corre il rischio di essere scalata. Tra coloro che da tempo la tengono d'occhio ci sono, oltre al Santander, l'inglese Commercial Union e Unicredito Italiano, nel cui capitale Soc.Gen. è presente con l'l%. Finora le offerte a Bouton da parte di Emilio Botin, presidente del Santander, e di Cgu sono state nel segno del fraterno sostegno, ma un Bouton solo potrebbe stimolare istinti di aggressione. Non è un mistero che, dopo la fusione con il Banco Central Hispano, Botin è lanciato verso traguardi ambiziosi, come dimostra il suo accordo (per il momento congelato) con il gruppo portoghese Champalimaud. A sua volta, con la conquista di Paribas Pébereau mette piede in Italia, dove la banca d'affari parigina ha il 4% della Comit, il 3,5% della Cassa di risparmio di Firenze, il 4,6% della Banca del Salento e il 35% di Centroleasing, oltre ad una presenza nelle gestioni patrimoiali con Cortal. Si accontenterà il presidente di Bnp di questi «assaggi»? La liquidità di Bnp potrebbe anche servire da sponda al suo grande sponsor nella battaglia di Francia: il patron di Axa Claude Bébéar, se costui decidesse di muovere sulle Assicurazioni Generali secondo un antico progetto. Se poi Bébéar desse segni di passare ai fatti, con l'appoggio di Lazard, le contromosse di Mediobanca avrebbero a loro volta l'effetto di un terremoto. Né si può escludere che lo stesso Sanpaolo Imi tessa, magari dopo essersi rafforzato attraverso l'intesa con il gruppo Ina, un progetto di accordo con Bnp. Mesi or sono, colloqui a tre erano già stati avviati tra Santander, Bnp (allora sola) e la banca torinese. In queste settimane di effervescenza, non stanno certo con le inani in mano i vertici di Unicredit, impegnati sulla pista Bnl. In piazza Cordusio, un'ipotesi di alleanza con Soc.Gen. non potrà forse essere trascurata da Rondelli e Profumo, anche se essa porrebbe problemi di conflitto con un altro importante azionista di Unicredit: la Allianz-Ras. Insomma, le combinazioni possibili sono teoricamente infinite, la febbre da fusione, sostenuta dalle forti aspettative dei mercati e degli investitori, ha carattere di epidemia. Per fortuna, o per sfortuna dei protagonisti coinvolti, le banche centrali nazionali mantengono una stretta sorveglianza sui loro protetti. Come dimostra la decisione di bocciare l'operazione di Bnp su Soc.Gen. presa dal Cecei, organo presieduto dal governatore della Banca di Francia, Jean-Claude Trichet. Enrico Cuccia

Luoghi citati: Bnp, Firenze, Francia, Italia, Milano, Santander