Rinviato processo al pirata quella sera c'era una donna

Rinviato processo al pirata quella sera c'era una donna Roma, l'albanese che investì Alessandro Rinviato processo al pirata quella sera c'era una donna Ma domani potrebbe già uscire dal carcere Il padre del bambino: così lo fanno scappare ROMA Un altro fascicolo contro il «pirata»: potrebbe essere accusato anche per traffico di droga e contrabbando di sigarette. Gli inquirenti stanno indagando su una nuova pista, dopo aver interrogato le otto donne che Bita Panojot, da sette mesi in Italia, ha «importato» dall'Albania. Una di queste si trovava all'interno dell'auto con Panojot quando, domenica scorsa, il piccolo Alessandro Conti sulla sua bici è stato investito da una Bmw. A rivelarlo il pm Paolo Ferrara durante la prima udienza di ieri al Palazzo di Giustizia di Roma. Alta, bionda, appena ventenne: questa la descrizione delle forze dell'ordine secondo le ultime testimonianze raccolte. Si aggrava, quindi, la posizione dell'albanese che ha sempre detto di aver «agito» da solo. Ma Bita Panojot domani potrebbe anche essere liberato. Il pretore Roberto Carelli Palombi dopo aver rinviato Bita Panojot in mattinata il processo al 17 settembre - nel pomeriggio non ha ancora deciso se confermare la custodia cautelare in carcere. Il provvedimento sarà depositato solo domani in cancelleria. «Sono ottimista - afferma l'avvocato difensore Cosmo Basso -, Se fosse stata rigettata la nostra richiesta di scarcerazione, il pretore l'avrebbe reso noto. Perciò penso che Bita non otterrà gli arresti domiciliari ma addirittura la liberta». Ieri tuttavia a Regina Coeli non è arrivato nessun fonogramma. In genere questo «passaggio» viene compiuto, anche perché, in questo caso, sarebbe necessario provvedere a numerosi agenti di «scorta» per poter sfuggire all'ira del quartiere di Torre Angela. Durante la prima udienza il padre di Alessandro, che si è costituito parte civile, ha ribadito la sua «sete» di vendetta: «Non deve uscire di prigione perché se esce scapperà. Io voglio solo giustizia». Stefano Conti - vestito in nero, sguardo ancora sconvolto - ha voluto, al contrario della moglie Loredana Suplizi, essere presente a Piazzale Clodio: «Non l'ho mai visto prima, sono qui proprio perché desidero guardarlo in faccia». Giovanni Licandro, l'altro ragazzo investite dall'auto pirata, ha scelto invece di non rimanere in aula ma di seguire, accompagnato dai genitori, il processo da un locale adiacente. «Deve pagare per quello che ha fatto» ha dichiarato toccandosi il volto ancora deturpato dalle ferite riportate. E lui, Bita, indossando gli stessi pantaloni e la stessa maglietta mimetica del giorno dell'arresto, si è limitato a dire di essere un lavoratore saltuario, sposato con una donna di nazionalità italiana e padre di un bimbo. Tutto in un italiano tremolante sotto i colpi incessanti del pm Paolo Ferrara; «Il fatto contestato non è solo grave ma gravissimo, Panojot guidava l'auto ad altissima velocità, ha investito i bambini senza prestare loro soccorso, ha cercato di cancel- lare dall'auto ogni traccia deU'incidente, si è tagliato i capelli ed ha cercato la fuga, e accanto a lui aveva una donna che ha fatto sparire. Questo lo sappiamo per certo, dato il suo mestiere». Sfruttatore di prostitute: incassava ottanta milioni al mese e forse di più se verrà accertata anche l'accusa di traffico di droga e contrabbando di sigarette. Ma l'avvocato Basso non ci sta: «E' un processo nel processo, si vuole solo sporcare la moralità del mio assistito. Se venisse veramente applicata la normativa, Bita dovrebbe uscire subito di galera per poi rimanerci al massimo due anni, visto che è incensurato». I difensori dell'albanese non hanno nemmeno chiesto il patteggiamento della pena ma «i termini a difesa», ovvero alcuni giorni di tempo per poter studiare le carte raccolte dal pm. Processo rinviato dunque. Non «quello» però del quartiere di Torre Angela se Bita dovesse domani lasciare Regina Coeli. In tal caso l'albanese rischia il linciaggio, [g. lam.] Bita Panojot

Luoghi citati: Albania, Italia, Roma