Un attacco al Presidente »
Un attacco al Presidente » Un attacco al Presidente » La difesa dell'ex premier Stepashin E Primakovpromette l'immunità Giulietta Chiesa corrispondente da MOSCA 11 quotidiano «Sevodnia» metteva ieri in prima pagina tre grandi fotografie: Boris Eltsin, Michel Camdessus, Bill Clinton. Il titolo suonava sarcastico e amaro: «I materiali compromettenti della Russia mutano i destini del mondo». Quasi tutti gli altri giornali russi o tacciono o minimizzano, ma l'ondata d'inchieste e di scandali del - e attorno al - Cremlino sta rapidamente cambiando il quadro politico a Mosca. Più o meno tutti si rendono conto che né Clinton, né Al Gore potranno nei mesi prossimi aiutare Eltsin. Un risultato gli avversari del presidente l'hanno già ottenuto: quello di paralizzare l'Amministrazione di Washington nelle fasi più delicate della campagna elettorale. Non era mai accaduto, dall'ascesa al potere di Eltsin. E lo si vede anche dai topi che abbandonano la nave. Ieri si è confermata la clamorosa decisione dell'ex premier Stepashin di allearsi con Grigorij Javlinskij, l'oppositore democratico più intransigente di Eltsin. E' ben vero che Stepashin proprio ieri ha accennato a una difesa di Eltsin, denunciando la «campagna di discredito» scatenata contro di lui. Ma - a riprova che la confusione a Mosca è dominante - il suo neo-alleato Javlinskij ha paragonato la Russia odierna, per livello di corruzione, «solo all'Indonesia di Suharto». L'altro ieri, in più, il Cremlino ha dovuto registrare un altro colpo durissimo: il partito agrario - che era alleato cruciale del partito comunista di Zjuganov ha deciso di entrare nel blocco di Luzhkov-Primakov, cioè di allearsi con il partito «Otecestvo». Perchè il Cremlino dovrebbe dolersene è presto chiaro: significa che i comunisti usciranno duramente ridimensionati sia nelle parlamentari di dicembre sia in quelle presidenziali di giugno. Ma i loro voti e la loro forza verranno sicuramente convogliati su Luzhkov. Che, per il Cremli- Si parlariunioneal Cremdefiniredi contro di una e segreta lino per i piani offensiva no, è di gran lunga peggio. Per due motivi: perché Luzhkov sembra deciso a «fargliela pagare», a quelli della «famiglia». E perché, non essendo comunista, sarà molto più difficile al Cremlino giocare una terza volta la carta anticomunista. Che Luzhkov e Primakov sentano ormai la vittoria a portata di mano lo dimostrava ieri il tono, addùittura sfacciatamente conciliante, con cui l'ex premier Primakov ha trattato la delicata faccenda del «futuro del presidente uscente». Facendo capire idl'attuale padrone del Cremlino che gli si concederà un'uscita di scena senza rischi, purché continui a non prendere posizione contro «Otecestvo». La qual cosa non può certo tranquillizzare la «famiglia», perchè l'uscita di sicurezza ha tutta l'aria di riguardare il solo Eltsin, ma non certo la figlia Tatjana, e i due generi Djacenko e Akulov, né il banchiere Berezovskij, né il protagonista della privatizzazione Ciubais, né il capo degli affari generali del Cremlino Borodin. Primakov ha offerto insomma una resa senza condizioni, che difficilmente potrà essere accettata. Ma, per non accettarla, il Cremlino dovrebbe avere un candidato e un partito capace di affrontare l'avversario. E non ce l'ha. E dovrebbe essere aiutato dall'esterno. Ma a Washington nessuno può oggi compromettersi a difesa di un regime così screditato. Dunque si apre l'eventualità che Eltsin non abbia più una via d'uscita diversa da quella di andarsene e che venga consigliato a farlo anche dall'amico Bill. Ma ci sono segnali che l'Amministrazione del Cremlino si sta preparando a una contr'offensiva. Ieri «Kommersant» rivelava una riunione segreta al Cremlino in cui sarebbero stati messi a punto piani di rivincita. E il procuratore generale Ustinov avocava a sé l'indagine sulla corruzione degli uomini di Eltsin e della «famiglia» da parte della svizzera Mabetex di Pacolli. La battaglia potrebbe essere solo all'inizio. Si parla di una riunione segreta al Cremlino per definire i piani di controffensiva
Luoghi citati: Indonesia, Mosca, Russia, Washington
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