Palano distrutto, Pimendio è doloso
Palano distrutto, Pimendio è doloso Palermo: migliorano le condizioni dei feriti, oggi lutto cittadino per i funerali del vigile Palano distrutto, Pimendio è doloso Iproprietari del negozio-, nessuno ci ha mai minacciati PALERMO Gli ultimi focolai sono stati spenti ieri pomeriggio. Le fiamme sono divampate per oltre 24 ore nell'edificio di via Monte Pellegrino, dove un pompiere è^morto,(oggi lutto cittadino per i funerali) e altri 18 sono stati ricoverati venerdì per il crollo di un soffitto. Undici negozi sono andati in fumo, 50 famiglie alloggiano tra alberghi messi a disposizione dal Comune o a casa dei parenti. E si scopre che i serbatoi dell'impianto di carburante a pochi metri dall'edificio, erano vuoti, altrimenti sarebbe stata una strage. Ed ancora, i condomini avevano diffidato nei mesi scorsi il titolare del negozio «Licata Baby» perché lo ritenevano pericoloso per via dei prodotti facilmente infiammabili che vendeva. Ma non è tutto. Nei magazzini dove è divampato venerdì l'incendio era previsto nel progetto originario un parco giochi, poi è venuta su una palazzina di 11 piani. Nessuno dei titolari dei negozi parla di richieste di estorsione: Nicolò Licata ed i figli Salvatore e Giuseppe interrogati ieri dalla polizia, hanno negato qualsiasi pressione mafiosa o richfesta di pizzo. Le indagini sono state affidate ad un pool formato da magistrati, poliziot¬ ti e carabinieri. Ieri si sono riuniti due volte in procura ed hanno raggiunto finora, una sola certezza: all'autocombustione e all'incendio accidentale, non crede nessuno. Il procuratore Pietro Grasso ha nominato un consulente per accertare le cause del crollo dei tre piani del palazzo. Gli investigatori vogliono accertare se vi è stato o meno esplosione, oppure, se le fiamme possano avere indebolito la struttura, appunto da cedere. Le condizioni dei vigili del fuoco rimasti feriti nel crollo sono migliorate, solo nove i ricoverati e per tre di loro i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Le condizioni più serie, anche se non si teme per la vita, appaiono quelle di Rocco Guliffa, ricoverato nel reparto di rianimazione di Villa Sofia: il vigile è lucido e reattivo, i problemi più seri derivano da un polmone, per il forte trauma subito. Sono miglirate le condizioni del collega Nicolino Gugliuzza, ancora sotto shock, ricoverato, solo cautelarmente, in rianimazione, all'ospedale «Cervello». E sta meglio anche Rosario Cicero, che nell'incendio ha riportato numerose ustioni in tutto il cor¬ po. A constatare le entità dei danni ieri mattina è arrivato a Palermo il sottosegretario alla protezione civile Franco Barberi. «I focolai erano tre - ha detto Barberi - su tre punti distanti. Ciò è inquietante, lascia pensare ad un fatto doloso». Barberi ha poi incontrato il prefetto Lococciolo e il sindaco Orlando con cui ha fatto il punto della situazione, anche in relazione all'assistenza da fornire alle famiglie degli «sfrattati dal fuoco». «Sembra scongiurato, al momento, ha detto il sottosegretario - il pericolo di un collasso delle strutture dello stabile, successivamente, a fiamme definitivamente spente i tecnici dovranno stabilire l'incidenza negativa del calore delle fiamme sul cemento armato». Inquietanti interrogativi sulle cause dell'incendio sono stati posti anche dal presidente del senato Nicola Mancino che ha inviato un messaggio di cordoglio alla famiglia del pompiere morto. A fiamme spente, i protagonisti vengono a galla e sono proprio i vigili del fuoco. L'esempio lo ha dato il comandante provinciale, Emanuele Carano: poco prima che due piani di cemento armato si accartocciassero travolgendo 10 vigili, lui era lì su una delle altissime scale dei pompieri, proprio a raccomandare attenzione alle vie di fuga. L'esplosione lo ha scaraventato 5 metri più sotto, ma con il sangue che gli grondava dalla fronte ha continuato a dirigere le operazioni di soccorso. Rosario Cicero, 35 anni, non era in servizio: nel primo pomeriggio di venerdì è passato casualmente davanti l'incendio e si è subito unito ai colleghi al lavoro. Ora è ricoverato in ospeda¬ le. La sua corporatura atletica e l'esperienza di speleologo gli hanno probabilmente evitato guai peggiori. Così come Francesco Restivo, 20 anni: anche egli libero dal servizio ha appreso delle difficoltà dei colleghi a fronteggiare le fiamme e si è unito a loro: adesso è ricoverato con tre costole rotte ne avrà per 40 giorni. Storie di ordinario eroismo, anche se i vigili del fuoco di Palermo si schermiscono e si limitano a dire che «Non ci sono eroismi, ma forti sensibilità professionali e umane». U. a.] Storie di eroismo tra i pompieri Due non erano in servizio, ma sono accorsi per aiutare i compagni Il comandante anche se ferito ha coordinato i soccorsi Il sottosegretario Barberi: «I focolai erano tre, in punti distanti. Questo particolare mi fa pensare a un attentato». Le indagini affidate a un pool I Il palazzo distrutto dalle fiamme e Nicola Billitteri, il vigile morto nel crollo di un soffitto dell'edificio
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