Pensioni, muro contro muro sulla riforma di Raffaello Masci

Pensioni, muro contro muro sulla riforma Da domani via al confronto con le parti sociali. Lo Svimez: presto più anziani che lavoratori Pensioni, muro contro muro sulla riforma Nuovo allarme: i conti salteranno Raffaello Masci ROMA Dopo la fase di training fatta di proposte, prospezioni e molte polemiche, la battaglia delle pensioni arriva nell'agone. Nella settimana che si apre domani, infatti, dovrebbero iniziare i primi colloqui tra il governo e le parti sociali. L'agenda che il governo presenterà ai suoi interlocutori è ormai molto chiara, anche se complicata nella sua articolazione. In primo piano è la riforma del welfare, cioè dello Stato sociale e dell'assistenza. Si tratta di rivederne completamente l'impostazione perché l'attualo sistema è largamente sbilanciato verso i lavoratori «garantiti», che godono di tutta una rete di ammortizzatori sociali, mentre lascia indifesi gli inoccupati da sempre o coloro chi vivono di lavori precari, cosi come non prevede tutele adeguale alle donne madri in condizione non lavorativa. Inoltre lo stesso sistema è troppo garantista per gli anziani e trascura considerevolmente le giovani generazioni che sono le più esposte alla precarietà. Ovviamente, all'interno del welfare, la spesa pensionistica è la parte principale, in quanto assorbe i due terzi dell'intero budget. Ma mentre alcuni interventi in materia di welfare (aiuti alle famiglie numerose, sgravi Irpef per i redditi più bassi, aiuti per il diritto allo studio) potranno essere inseriti in Finanziaria, la questione delle questioni, cioè quella previdenziale, si è stabilito che per carità di patria e per salvare la pace sociale, sia trattata a parte in un collegato alla Finanziaria medesima dove inserire una apposita legge delega al governo. Spiegato in parole semplici: sulle pensioni si farà una legge a parte entro aprile. Welfare, finanziaria e pensioni sono però strettamente legati fra loro dal fatto di dover fare i conti con la stessa cassa, ed è per questo che il governo vuole, affrontare la questione nel suo complesso prima di mettere mano alla Finanziaria. Confindustria ha detto da tempo che è per una accelerazione della riforma Dini e per non attendere la scadenza prestabilita del 2001. Confcommercio, Confesercenti, e tutte le sigle del lavoro autonomo sono anch'esse favorevoli ad una revisione concordata di welfare e pensioni, ma purché la cosa riguardi tutti e non solo gli autonomi. E fin qui il governo va sul velluto. Ma poi ci sono i sindacati che sono come schieramento - fieramente contrari ad ogni ipotesi di revisione della riforma Dini che avvenga prima del 2001 e quindi vedono le posizioni degli imprenditori e degli autonomi come un abbaglio provocatorio e le proposte del governo come un tentativo di scatenare una rissa a freddo. Al loro interno però, questa agguerrita compagine è assai frazionata. I) leader della Cgil Sergio Cofferati si è detto d'accordo con il segretario dei ds Veltroni per un passaggio rapido al sistema contributivo (quello per cui più contributi hai pagato più pensione prendi) e all'abbandono del retributivo (quello attuale per cui prendi un tanto dello stipendio). Ma alcuni segretari confederali dello stesso sindacato (Cerfeda, Patta) non intendono seguire Cofferati su questa linea e l'8 settembre ci sarà una resa dei conti in una riunione di segrete¬ Partono i primi colloqui La riforma della previdenza è rinviata ma tutto dipende dal braccio di ferro dentro i sindacati Qui sopra il ministro Giuliano Amato, a sinistra i tre leader confederali D'Antoni, Larizza e Cofferati ria. Gli altri due grandi sindacati confederali, Cisl e Uil, sono poi su posizioni talmente distanti da qpelle di governo e Cofferati che minacciano addirittura la rottura dell'unità sindacale se si dovesse parlare di pensioni prima del 2001. In questo clima, il «tavolo» che il governo si appresta a convocare è, al tempo stesso, fondamentale (per le ricadute che ha sui conti pubblici) ed esplosivo (per le suscettibilità che va a toccare). Nella speranza di stemperare i toni, l'Inps fa sapere che nei primi mesi del '99 le pensioni di anzianità (quelle che preoccupano di più) hanno mostrato un andamento migliore del previsto e che quindi la riforma Dini sta dando i suoi frutti. Mentre lo Svimez ha diffuso uno studio nel quale sostiene che non bisogna pensare al «contributivo» come al toccasana della spesa pensionistica, perché il problema sta nell'invecchiamento della popolazione, comunque troppo rapido. Insomma: i conti salteranno lo stesso.

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